Ingegneri. L’assicurazione professionale per i giovani, ma non solo, è troppo costosa.

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Un terzo degli ingegneri liberi professionisti non ha un’assicurazione professionale perché non ne riconosce l’utilità e la trova troppo costosa.   E’ quanto emerge da un’indagine del Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), che ha coinvolto 7.242 ingegneri iscritti all’Albo. Eppure l’assicurazione professionale dovrebbe essere vista come il paracadute in caso di caduta libera rispetto ai rischi che l’attività stessa comporta. Nella realtà, e forse ancora di più in un momento di crisi come questo, viene percepita come un onere in più. E non è un caso che siano proprio i giovani a percepirla come un carico eccessivo.

Dal mese di agosto 2013 la sottoscrizione di una polizza per responsabilità civile professionale è un obbligo di legge per una percentuale rilevante di professionisti iscritti ad un Albo. Per quanto riguarda gli ingegneri, l’obbligo riguarda oltre 100mila iscritti che esercitano la libera professione full-time o associata ad un lavoro dipendente.

Per tornare ai dati contenuti nella ricerca del Centro studi questi sottolineano come l’interesse si concentri essenzialmente sul prezzo ritenuto troppo elevato.   “L’obbligo alla loro sottoscrizione è percepito come l’ennesimo balzello che grava sui liberi professionisti, già alle prese con una situazione di mercato senza precedenti –  ha dichiarato il Presidente del CNI, Armando Zambrano –  “Preoccupa che circa un terzo interpellati abbia dichiarato di essere privo di polizza. Sono elementi che il nostro Consiglio Nazionale dovrà tenere in seria considerazione nell’ottica della promozione di una polizza di tipo collettivo, destinata specificatamente agli ingegneri iscritti all’Albo” .

Gli fa eco il Presidente del Centro Studi CNI, Luigi Ronsivalle: “Gli ingegneri liberi stentano a riconoscerne l’utilità e in molti casi appaiono quasi insofferenti all’obbligo imposto per legge. Probabilmente si sentirebbero rassicurati se la scelta a monte delle migliori condizioni contrattuali fosse fatta da un loro fiduciario completamente disinteressato all’aspetto economico. Una polizza collettiva contratta dal CNI offrirebbe alcune importanti garanzie: le migliori condizioni base di una polizza all risks; un prezzo della polizza base decisamente inferiore rispetto a tutti quelli attualmente sul mercato; la scelta di un broker ai massimi livelli di affidabilità; garanzie sulla riassicurazione, a condizioni prestabilite e non eccessivamente onerose. La polizza base, dunque, avrebbe lo scopo fondamentale di garantire una copertura di buon livello per tutti che, ad un prezzo molto contenuto, consentirebbe di assolvere ad un obbligo di legge anche a quei professionisti che, stando al rilevamento effettuato dal Centro Studi, non sono attualmente in regola” .