Santoro: “Muri da abbattere e dura realtà”

553

“Tanto la pensione non la prenderò mai. Morirò prima di arrivarci” ed ancora “Adesso ho ben altri problemi, altro che pensione”,  “Come facciamo a pensare alla pensione senza prospettive di lavoro?”…domande, sensazioni, dubbi e paure che il Presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro, definisce “Muri da abbattere ma al tempo stesso una dura realtà da affrontare.”  Realtà che affrontiamo con lui nella nostra intervista.

Inarcassa incontra i propri iscritti, un viaggio lunghissimo da Nord a Sud, ci fa un bilancio?

Sono molto soddisfatto della risposta dei nostri iscritti alle numerose iniziative nate in collaborazione con gli Ordini professionali. Dall’inizio della legislatura i professionisti di circa 40 città ci hanno dato l’opportunità di far conoscere i progetti della nostra Cassa con un’intensa attività di Seminari deontologici con crediti formativi. E c’è una novità: stanno arrivando anche richieste di Lezione ai laureandi delle Facoltà di Architettura ed Ingegneria, totalmente slegate dall’attività portata avanti dai Delegati di Inarcassa e dagli Ordini. Un bel segnale. Ho già tenuto lezioni alle Università di Chieti e Pescara e di Potenza nelle Facoltà delle nostre categorie con una sorprendente partecipazione di studenti e laureandi, che ha sorpreso anche i docenti.

Qual’è la domanda, il dubbio, la preoccupazione più frequente che Le viene posta?

Le domande sono molte e riconducono spesso a luoghi comuni. Mi sento ripetere: “Tanto la pensione non la prenderò mai. Morirò prima di arrivarci. Chissà quante volte cambierà”, oppure: “Adesso ho ben altri problemi, altro che pensione. Non so neanche se e quando ci andrò”, ed ancora: “Come facciamo a pensare alla pensione senza prospettive di lavoro?”. Muri da abbattere ma al tempo stesso, una dura realtà da affrontare: questa lunga crisi che ha minato nelle fondamenta la libera professione insieme alla fiducia in un futuro possibile e sostenibile. Uno spazio dove presente e futuro sembrano fondersi.

Esponenti governativi a più riprese, e nonostante l’Europa non ne sia così convinta, parlano di segnali di ripresa… rispetto alle categorie che lei rappresenta li ha visti, è iniziato il cammino verso l’uscita dal tunnel o siamo ancora in piena crisi?

Qualche spiraglio c’è. Le prospettive, come mostrano i più recenti indicatori congiunturali, sono positive e questo, dopo dieci anni di contrazione del settore, anche nel mercato delle costruzioni, dove è in risalita il grado di fiducia delle imprese. Come noto, la recessione dell’economia italiana ha prodotto un crollo dei redditi degli iscritti; pur interessando trasversalmente tutte le professioni, la crisi ha infatti avuto un impatto maggiore per i nostri associati – e per gli architetti in special modo – perché l’attività è maggiormente concentrata nelle costruzioni, il settore più penalizzato in questi anni. Dal 2007, i redditi medi degli over 40 hanno registrato riduzioni che superano il 40%.

Investimenti nel Sistema Paese, quali potrebbero essere, secondo Lei, davvero interessanti e rappresentare un volano per la ripresa dello sviluppo del lavoro?

L’Asset Allocation Stategica 2016 prevede un rinnovato impegno di Inarcassa nella ricerca di investimenti che possano anche indirettamente contribuire a stimolare la crescita dell’economia reale. Dopo Arpinge e Banca d’Italia – solo per citare le due iniziative che più mi sono care – certamente il finanziamento di progetti imprenditoriali che alimentino ulteriormente la dinamica industriale del Paese potranno trovare spazio nel nostro portafoglio. Potremo aiutare il Paese Italia solo se il Paese vorrà aiutarci.

Welfare, sempre di più e sempre più in evoluzione…

Le misure di assistenza e di solidarietà, che Inarcassa ha mantenuto nonostante il passaggio al contributivo, sono il tratto più qualificante del nostro sistema previdenziale ed è bene sottolineare subito che sono largamente al di sopra, per ampiezza e grado di copertura, di quelle esistenti per la Gestione separata Inps e le P.IVA (c.d. “Jobs Act del lavoro autonomo”). Abbiamo ad esempio mantenuto l’istituto dell’integrazione della pensione minima che non ha un corrispettivo in nessun metodo contributivo, in Inps come in altre Casse professionali. Sono molti anni che lavoriamo nella direzione di un “welfare integrato”, di un concetto, cioè, di adeguatezza considerato nel complesso delle prestazioni previdenziali e assistenziali, in grado di provvedere alle diverse esigenze degli iscritti lungo tutto l’arco della vita professionale e anche di quelle nella fase di quiescenza. Un sostegno quindi non pensato esclusivamente per una popolazione che invecchia, ma rivolto anche ai soggetti “più deboli” del mercato del lavoro, come giovani e donne. Le più recenti modifiche ai nostri regolamenti hanno introdotto: specifiche tutele per la paternità, estendendo l’indennità di maternità anche ai padri iscritti ad Inarcassa nei casi in cui la madre non possa goderne (in attesa di approvazione ministeriale); la revisione della disciplina dei sussidi per figli con disabilità, rendendo i requisiti meno stringenti e, di conseguenza, ampliando la platea dei beneficiari. Sempre all’esame dei Ministeri Vigilanti vi è inoltre un piano di Long Term Care (LTC) disegnato dagli Organi della Cassa a favore degli iscritti non autosufficienti.

Europa, finanziamenti e fondi, un sistema ancora troppo farraginoso. Come aiutare i propri iscritti nella conoscenza e nell’accesso?

La nostra Fondazione mette già da tempo a disposizione dei propri soci un servizio specialistico di ricerca, analisi e segnalazione dei bandi per i finanziamenti Europei, proposti sia a livello internazionale che nazionale, ed affianca a questo servizio di base, una volta individuata l’ipotesi concreta di finanziamento, un servizio da attivarsi “on demand”, di supporto e consulenza. Non solo. Per accedere ai finanziamenti bisogna anche essere informati sulle modalità di partecipazione ai bandi. La Fondazione ha messo on line dai primi di marzo il primo corso dedicato ai soci “I Fondi Europei 2014/2020. Opportunità nazionali ed internazionali”, con rilascio di crediti formativi, con lo scopo di fornire agli Ingegneri ed agli Architetti italiani gli strumenti necessari per potervi accedere.