Cumulo. Coinvolti circa 1milione di professionistima i dati non sono definitivi

629

di Simona D’Alessio

La possibilità di cumulare (gratuitamente) i contributi pensionistici versati in diverse gestioni riguarda «circa un milione» di professionisti iscritti alle Casse di previdenza private. E la matassa su chi pagherà le spese di questa imponente operazione (che, secondo alcuni osservatori, spalancherebbe le porte pure all’opportunità che «decine di migliaia di dipendenti» ottengano di poter calcolare parte della prestazione con il metodo retributivo, e non con il contributivo) non è stata ancora sbrogliata.

Il tavolo tecnico che si è tenuto ieri al ministero del welfare, presenti il direttore generale per le politiche previdenziali e assicurative del dicastero di via Veneto Concetta Ferrari ed esponenti degli Enti previdenziali (ma senza alcun rappresentante del ministero dell’economia) ha lasciato intatti alcuni dubbi interpretativi inerenti l’applicazione dell’istituto della totalizzazione non onerosa (previsto dalla legge 228/2012 e modificato dal comma 195 dell’art. 1 della legge 232/2016, che ne ha esteso l’operatività, dal primo gennaio del 2017, anche agli associati alle Casse), primo su tutti, appunto, il meccanismo dei costi.

Quanto ai criteri per accedervi, è stato ribadito che per la pensione di vecchiaia varranno le regole per il cumulo della gestione che ha i requisiti più alti, mentre per la pensione anticipata ci si rifarà ai parametri della disciplina che ha rivisto al rialzo l’età pensionabile conosciuta con il nome dell’ex ministro Elsa Fornero (legge 214/2011) che prevarranno su quelli dei singoli Enti (le soglie sono di 42 anni e 10 mesi per gli uomini, e di 41 anni e 10 mesi per le donne).

Fra gli Enti, però, stando a quanto risulta a ItaliaOggi, cresce il malcontento, perché vorrebbero riuscire a dare risposte ai professionisti quanto prima: ricevuti da pochi giorni i dati richiesti all’Inps sui soggetti coinvolti nel cumulo pensionistico si sono ritrovati, carte alla mano, dinanzi a una cifra complessiva a dir poco elevata che sfiora il milione di unità e che, pur sottoposta a rapide verifiche nelle prossime ore, grazie alle quali una parte verrà sicuramente eliminata (ad esempio la quota di persone già pensionate), rimarrà comunque assai cospicua; basti pensare che all’Enpam (medici e odontoiatri) la questione comprende circa 130.000 «camici bianchi» su 360.845 in attività, mentre per quel che concerne la Cassa forense gli avvocati interessati si aggirano sui 90.000, a fronte di poco più di 235.000 iscritti.

Fra i dubbi non sciolti dall’incontro di ieri anche quello riguardante il veicolo legislativo con cui verranno date le istruzioni per procedere al cumulo gratuito: una circolare dell’Inps potrebbe non essere adeguata, hanno sottolineato fonti degli Enti privati, molto probabilmente servirà, invece, «una presa di posizione ministeriale», quindi una direttiva, o un decreto. Quel che conta, hanno proseguito, è ottenere presto le istruzioni ed avviare il percorso, anche per scongiurare l’ipotesi che la questione sfugga di mano e che gli iscritti possano decidere di rivolgersi alla magistratura per far valere i propri diritti, a quasi tre mesi dall’entrata in vigore della norma. Lunedì 3 aprile, intanto, l’Adepp (l’Associazione degli Enti) si riunirà per «fare il punto della situazione».