Bilancio Enpaf. Utile di 138 milioni. Entrate per la contribuzione previdenziale con il segno più

446

L’esercizio si chiude al 31.12.2017 con un risultato utile pari a oltre 138 milioni di euro. L’avanzo di esercizio è destinato obbligatoriamente a riserva legale che, pertanto, passa all’1.1.2018 a 2.371 milioni di euro. Per quanto riguarda le entrate provenienti dalla contribuzione previdenziale soggettiva, pari a oltre 175 milioni di euro, si registra un incremento di 2,1 milioni di euro.

Per quanto riguarda le prestazioni previdenziali, principale voce di uscita del bilancio dell’ENPAF, prosegue la flessione che assume un carattere sempre più marcato (rispetto al 2014 la riduzione è pari a circa nove milioni di euro); l’uscita per prestazioni previdenziali ha registrato una diminuzione di oltre tre milioni di euro rispetto all’esercizio precedente. “Le cause
di tali risultanze – si legge nella prefazione del Bilancio – vanno ascritte alle modifiche regolamentari entrate in vigore dal 1° gennaio 2013 in materia di pensioni di vecchiaia e di pensioni di anzianità, rispettivamente con l’elevazione dell’età pensionabile per le prime e l’abrogazione dell’istituto a decorrere dal 1° gennaio 2016 per le seconde. Si aggiunga che l’età pensionabile, in virtù dell’applicazione del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita, come previsto per il sistema generale obbligatorio pubblico, è fissata a 68 anni e quattro mesi comportando un ulteriore rallentamento del ritmo delle liquidazioni. Nel 2017 non è stato, inoltre, riconosciuto adeguamento all’indice ISTAT considerato l’andamento negativo dell’inflazione.

Un Bilancio con il segno più quello pubblicato sul sito dell’Ente di previdenza dei farmacisti che non contiene solo numeri ma un’analisi attenta e puntuale su alcuni fenomeni e norme che, in questi anni, hanno cambiato alcuni scenari.

“A decorrere dal 1° gennaio 2014, è entrata in vigore la modifica dell’art. 21 del Regolamento (in materia di riduzione contributiva) – si legge infatti nella prefazione  -il quale ha subito una ulteriore modifica con deliberazione del Consiglio Nazionale n. 3 del 28/04/2016, approvata dai Ministeri vigilanti, che prevede che l’iscritto che si trovi in condizioni di disoccupazione  temporanea e involontaria, possa beneficiare della riduzione contributiva nella misura dell’85% o del contributo di solidarietà per un periodo massimo di 7 anni. Tale beneficio avrà comunque una durata limitata al triennio 2016/2018, con l’effetto di incrementare in modo significativo il numero di soggetti che, nel 2019, esaurito il periodo massimo perderanno il beneficio contributivo in atto e verranno collocati d’ufficio all’aliquota contributiva del 50% riservata a chi non esercita l’attività professionale. Si verificherà, infatti, un inevitabile effetto di cumulo che coinvolgerà gli iscritti con un periodo di disoccupazione di sette, sei e cinque anni al 31.12.2018. In proposito, alla data di elaborazione della presente nota risultano oltre 1500 gli iscritti che all’1.1.2019 termineranno il periodo massimo di conservazione del beneficio contributivo legato alla disoccupazione temporanea e involontaria.”

Ed ancora: “Nell’ambito di una valutazione di insieme dell’andamento delle diverse posizioni contributive, si segnala che prosegue la contrazione degli iscritti che optano per la riduzione contributiva dell’85%, mentre è in crescita costante il numero di coloro che chiedono di versare il contributo di solidarietà il cui ammontare (quote dell’1% e del 3%) è ormai superiore al
25% del totale degli iscritti. Modesta la crescita degli iscritti che versano la quota contributiva in misura intera dopo che negli anni 2015 e 2016 si era rilevato un aumento particolarmente significativo; tale movimento, legato probabilmente all’apertura dei nuovi esercizi farmaceutici, sembra essersi assestato”.