Casse e non solo. Presentato il V Report Itinerari Previdenziali

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1.625.289 iscritti per un patrimonio di 78,74 miliardi di euro, di cui 61,25 investiti direttamente e 17,49 affidati in gestione tramite mandato, sono alcuni dei dati del Sistema AdEPP contenuti nel V Report del centro studi di Itinerari Previdenziali, presentato il 4 a Milano e il 5 a Roma.

“Le Casse  – si legge anche nel report – con il maggior numero di iscritti sono Enpam (363.670), Cassa Forense (242.235), Enasarco (233.383) e Inarcassa (168.109), mentre dal punto di vista patrimoniale guidano la classifica per totale attivo Enpam (20,07 mld), Cassa Forense (11,74 mld), Inarcassa (10,22 mld) e la Cassa dei Dottori Commercialisti (8,05 mld). Gli investimenti diretti riguardano in particolare: investimenti immobiliari per circa il 5,15% del totale delle risorse gestite direttamente (in forte riduzione rispetto all’11% dello scorso anno); investimenti monetari per il 8,78%; obbligazioni (corporate e titoli di Stato) per il 14,6%, in continuo e leggero calo rispetto al 16% del 2016 e al 19% del 2015; titoli azionari per il 5,53%; quote di OICR tradizionali per il 24,57%, che insieme ai FIA (24%) restano lo strumento privilegiato in termini di investimento diretto da parte delle Casse”.

Ma non sono solo le Casse ad essere finite sotto la lente di ingrandimento del report di Itinerari Previdenziali.

 

Le Casse di assistenza sanitaria integrativa

Secondo le stime contenute nel Report, nel 2017 le forme di assistenza sanitaria integrativa hanno raggiunto le 340 unità e nel 2016 (ultimo dato disponibile pubblicato dall’Anagrafe dei Fondi Sanitari tenuta presso il Ministero della Salute) il numero totale degli assistiti è stato pari a circa 10,6 milioni (8,4 mln di iscritti e 2,3 mln di familiari), con prestazioni erogate per 2,3 miliardi di euro. Il patrimonio stimato in continua crescita, costituito dalle riserve tecniche e da altri accantonamenti prudenziali, ammonta a circa 3,956 miliardi di euro.

 

Fondi Pensione Negoziali

A fine 2017 sono 35 con 2.805.751 iscritti (+8% rispetto allo scorso anno, incremento in parte dovuto all’estendersi a nuovi fondi e settori professionali della cosiddetta adesione contrattuale prevista dai CCNL) e un attivo netto destinato alle prestazioni di circa 49,456 miliardi di euro (+7,7% rispetto al 2016). Ai primi posti della classifica per numero di iscritti Prevedi (anche per effetto della citata adesione contrattuale), Cometa, Fonte, Fonchim, Laborfonds; guidano invece la classifica dei fondi per patrimonio Cometa (10,83 mld), Fonchim (6,11 mld), Fonte (3,63 mld), Laborfonds (2,58 mld) e Fondenergia (2,17).

In merito alla composizione del patrimonio dei fondi negoziali, la quota più rilevante continua a essere costituita dai titoli di debito pari al 61,03% seppure in continuo calo rispetto ai due anni precedenti; di questi, i titoli di Stato rappresentano circa il 44% delle risorse gestite (il 18,5% sono italiani) e le obbligazioni corporate il 17,02% (di cui il 15,5% emesse da aziende estere). Rispetto all’anno precedente l’esposizione sui titoli di Stato è diminuita di circa 10 punti percentuale mentre quella sugli altri titoli di debito è aumentata di circa 5 punti. In aumento le quote investite in azioni e OICR, rispettivamente pari al 20,76% e al 8,03%, mentre i depositi si attestano al 6,82% del patrimonio.

La gestione dei fondi pensione negoziali è quasi totalmente esternalizzata a gestori patrimoniali professionali; nel 2017 da quattro passano a sei i fondi che hanno acquistato direttamente quote di fondi immobiliari o mobiliari chiusi (Eurofer, Solidarietà Veneto, Labofonds, Priamo, Prevaer e Byblos) per un ammontare complessivo ancora modesto, pari a 117 milioni di euro.

 

I Fondi Pensione Preesistenti

Sono 259 fondi (35 in meno rispetto allo scorso anno) con 643.341 iscritti (in riduzione di circa 10.000 unità rispetto al 2016) e un patrimonio di 58,996 miliardi (+2,5% rispetto all’anno precedente). Ai primi posti delle classifiche Previndai (79.180 iscritti e 11,03 mld di patrimonio), Gruppo Intesa Sanpaolo (64.897 iscritti e 5,05 mld di patrimonio), Unicredit (55.732 iscritti e 3,52 mld di patrimonio) e Mario Negri (40.073 iscritti e 2,86 mld di patrimonio).

Il patrimonio dei fondi preesistenti autonomi per il 44,77% è costituito da riserve matematiche presso assicurazioni, il 35,74% è affidato a gestori professionali, mentre il rimanente 19,5% è gestito direttamente. Rispetto al 2016 si nota un lieve calo delle riserve presso le compagnie assicuratrici e in gestione diretta, mentre è rilevante l’aumento del ricorso al conferimento in gestione finanziaria (5% in più rispetto all’anno precedente).

La composizione degli investimenti, escluse le riserve matematiche presso le Compagnie di Assicurazione, è per il 42,2% in titoli di debito, il 16,7% in titoli di capitale, il 20,4% in OICR, il 6,1% in immobili e partecipazioni in società immobiliari, il 4% in polizze assicurative di tipo finanziario ed il 6,9% in liquidità. Rispetto allo scorso anno si rileva una discreta diminuzione dei titoli di debito (in particolare quelli di stato diminuiti del 3%) ed in misura inferiore degli investimenti immobiliari (-1%) a favore dei titoli di capitale e degli OICR; un fenomeno attribuibile al già citato perdurare di tassi bassi.

 

Le Fondazioni di origine bancaria

Sono 88 e registrano un patrimonio netto contabile di 39,7 miliardi di euro a fronte di un totale degli attivi di bilancio pari a 46,1 miliardi. Occorre tuttavia considerare il rilevante importo delle erogazioni (oltre 23 mld tra il 2000 e il 2017) che, sommate al patrimonio, farebbero superare i 70 miliardi, effettuate tra l’altro, in un periodo in cui le banche conferitarie hanno drasticamente ridotto le quotazioni, quando non azzerato anche i dividendi, imponendo alle Fondazioni stesse uno sforzo di sostegno al sistema. Nel 2017, anche grazie ai buoni risultati dei mercati borsistici e ad alcune operazioni straordinarie tra cui la cessione di quote della conferitaria per restare al di sotto del limite previsto dal protocollo Acri – Mef del 33%, il rendimento medio del patrimonio è stato del 5,3% (3,4% nel 2016 come nel 2015 e 5,5% nel 2014). Nel campione di 23 fondazioni analizzate che rappresentano l’82% dell’attivo totale, la modalità di gestione è ripartita come segue: 31,5% impieghi istituzionali (conferitaria, CDP e Fondazione con il Sud), 65,8% investimenti diretti e 2,7% investimenti in gestione. Da sottolineare che il peso della conferitaria sul totale attivo si è ridotto al 27,8%, passando dal 36% del 2014 al 30,3% nel 2016 in seguito a cessioni e adeguamenti ai valori di mercato del prezzo di carico della conferitaria. Per quanto riguarda invece gli investimenti diretti delle Fondazioni in prodotti e servizi gestiti, si rileva un elevato grado di diversificazione con particolare riguardo agli investimenti in economia reale.

Gli investimenti diretti delle Fondazioni di origine bancaria (esclusi quelli nella conferitaria, in CDP e Fondazione con il Sud) sono pari a 25 miliardi di euro; in dettaglio, rispetto al totale attivo, gli investimenti immobiliari rappresentano il 3%, gli OICR tradizionali il 15,8% (fondi, sicav, ETF) contro l’11,2% dei titoli di capitale e il 5% dei titoli di debito (i titoli di Stato, per la quasi totalità italiani, rappresentano solo lo 0,58% del totale investito, in continua riduzione rispetto agli anni precedenti); forte incremento per i FIA, il cui peso è andato crescendo nell’ultimo triennio, raggiungendo il 26,8% del totale attivo, e raddoppiando rispetto al 2016.

 

per leggere o scaricare gli atti della presentaizone del V Report cliccare su

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