“E’ necessario chiarire che gli interventi assistenziali sono finanziati da tutti gli iscritti senza alcuna differenziazione, dal momento che, nella Sezione Assistenza, affluisce il relativo contributo, pari a 28 euro, per l’anno 2018”, così il Presidente dell’Ente di previdenza e assistenza dei farmacisti, Emilio Croce, rispondendo ad “alcune affermazioni fatte circolare in rete da gruppi di discussione di farmacisti”.
Le caratteristiche degli interventi assistenziali una tantum assunti dall’Ente per le diverse componenti della categoria sono contenute nel Regolamento di assistenza, approvato dai Ministeri vigilanti.
“In forza del citato regolamento, gli interventi assistenziali straordinari sono erogati a fronte della situazione di difficoltà economica dell’iscritto, che deve essere comprovata anche con la produzione del certificato Isee. Tutte le iniziative assistenziali straordinarie una tantum, assunte e da assumere dal Consiglio di amministrazione nel corso del corrente anno, non sono altro che la reiterazione di iniziative analoghe, assunte dall’Ente sin dal 2010, per i farmacisti rurali a basso reddito; dal 2014, per i titolari di parafarmacia e, addirittura dal 2006, per i farmacisti liberi professionisti. Va sottolineato che tutte le componenti sopra citate versano la contribuzione previdenziale soggettiva in misura intera, avendo l’Enpaf quale unico ente di previdenza”, aggiunge il presidente Enpaf.
“Non intendo reagire – conclude Croce – a fake news che mirano unicamente a dividere, oggi, la nostra professione, in particolare contro quelle componenti che vivono situazioni di disagio economico, né sono ammissibili strumentalizzazioni riguardanti iniziative che hanno, da sempre, quale unica finalità quella di realizzare concreti interventi di sostegno al reddito, nella convinzione che la solidarietà endocategoriale non possa che rappresentare sempre un valore aggiunto per una categoria che abbia rispetto del proprio senso di appartenenza. Il Consiglio di amministrazione dell’Enpaf non smetterà mai di attenersi a questi principi, con buona pace di chi, evidentemente, ritiene di vantare i diritti di primazia e, come i maiali della fattoria orwelliana, di essere ‘più uguale degli altri’”.