Investimenti ESG. Le Casse ci sono

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Da Inarcassa all’Enpam, dall’Enpap a Cassa Forense, gli investimenti Environmental, Social, Governance piacciono. Nel report investimenti 2018 si evidenzia come “ Le scelte strategiche di allocazione del patrimonio delle Casse non perseguono scopi speculativi, infatti,  ma sono improntate ai criteri di prudenza, rendimento, salvaguardia e garanzia delle prestazioni future agli iscritti. In virtù di ciò, anche le Casse di Previdenza – nella selezione dei propri investimenti – possono valutare aspetti di natura ambientale, sociale o di governance, oltre il profilo di rischio e rendimento”.

Ma gli ESG piacciono anche aI mondo della finanza: Secondo l’Onu, la Ue, i principali economisti e le banche centrali la sostenibilità non è più una nicchia tra la filantropia e l’ambientalismo ma è il nuovo traguardo dell’economia mondiale e sta generando investimenti per 59mila miliardi di dollari.

“Assumendo una vision che punta ad una maggiore sostenibilità finanziaria sul lungo periodo – si legge sempre nel report – le Casse sono ormai interessate a quote di partecipazione in imprese che si informano sui parametri ESG e hanno iniziato a considerare gli investimenti ESG come di fondamentale importanza nelle loro politiche di investimento”.

Ed eccoli i numeri.

Inarcassa al 2017 ha investimenti in titoli classificabili ESG una quota del patrimonio pari a circa 472 milioni di euro. Enpam ha destinato una quota fino al 5% della sua asset allocation (circa 1 miliardo di euro) ad investimenti “correlati alla propria missione istituzionale e in grado di generare ricadute positive sulle professioni degli iscritti e quindi sull’economia reale. Inoltre, la Cassa dei medici e degli odontoiatri, ha avviato un monitoraggio del patrimonio complessivo, che ha messo in mostra una rispondenza ai parametri ESG più elevata rispetto alla media del mercato”.

Un altro esempio decisamente virtuoso è quello dell’Enpap, la Cassa degli Psicologi, che ha una quota importante del proprio patrimonio (pari al 46% del totale, per un controvalore di oltre 576 mln di euro) investito in fondi selezionati anche tenendo conto della effettiva implementazione, nei rispettivi processi di investimento, dei criteri “ESG”.

Per Cassa Forense, a giugno 2018, gli AUM complessivi valutati sotto il profilo ESG sono il 58% degli oltre 4 miliardi in gestione. Di questi il 12%, pari a circa 504 milioni di euro, presentano un portafoglio titoli che supera ampiamente la verifica dei principi ESG e dell’indice delle controversie.

I titoli nei quali sono investite le risorse tengono in considerazione il comportamento dell’azienda nei confronti dell’ambiente (rispetto a fattori quali cambiamenti climatici, emissioni di CO2, inquinamento dell’aria e dell’acqua, gli sprechi e la deforestazione), del sociale (rispetto a fattori quali politiche di genere, i diritti umani, gli standard lavorativi e i rapporti con la comunità civile) e delle pratiche di governo societario, (rispetto a fattori quali le politiche di retribuzione dei manager, la composizione del consiglio di amministrazione, le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici e dell’azienda).

Ora più che mai il sociale, la difesa dell’ambiente, il rispetto delle regole e il buon governo rappresentano asset tangibili di un’azienda, che generano valore economico oltre che sociale.

In conclusione, l’integrazione sistematica dell’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo (ESG – Environmental, Social and Governance) nella valutazione delle imprese consente una miglior analisi dei rischi e delle opportunità di investimento dispiegando i propri effetti positivi nel corso degli anni e consentendo di cogliere le tendenze di fondo delle dinamiche rilevanti.