Da Repubblica a Il Sole 24 Ore passando per il Corriere della Sera, l’ultimo studio dell’Ocse sull’attrattività dei Paesi industrializzati fa da padrone. Leggendo gli articoli quello che viene evidenziato è, appunto, quanto il Bel Paese non abbia gli strumenti per arginare “la fuga di cervelli”.
Altro che fuga di cervelli. L’Italia, nella classifica stilata dall’Organismo mondiale, è quartultima su 36 Paesi industrializzati presi in esame.
Lo studio “Talent Attactiveness”, basandosi su una serie di indicatori, misura, appunto, la capacità di attirare talenti internazionali. Tra quelli presi in esame, la qualità delle opportunità, il reddito e la tassazione, il contesto per la famiglia, l’inclusività, la qualità della vita e la presenza di altri talenti, le difficoltà che un potenziale migrante qualificato incontra nell’ottenere un visto di ingresso e il permesso di residenza.
“Le persone con alte qualifiche e competenze (in possesso di master o dottorato) – sottolinea l’Ocse – hanno un ruolo chiave nella prosperità dei Paesi. Hanno, infatti, generalmente occupazioni essenziali per l’innovazione e il progresso tecnologico e contribuiscono quindi a una maggiore crescita economica”.
In cima alla classifica troneggiano gli Stati Uniti, grazie agli ottimi punteggi ottenuti sia per “la qualità delle opportunità”, sia per “reddito e tassazione”, per il “contesto delle competenze” e la “qualità della vita”.
E se per gli Stati uniti il punto meno attrattivo rimane l’accoglienza, Australia e Nuova Zelanda devono la loro attrattività proprio grazie all’elevata “inclusività” delle loro società e alla “prospettive future” che offrono.
Nel caso dei potenziali imprenditori provenienti dall’estero, i Paesi più attraenti sono Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Svezia e Norvegia, grazie principalmente al contesto favorevole per l’imprenditorialità, l’apertura commerciale e la normative sul lavoro e sul mercato de prodotti, unita a una relativa facilità per il visto d’ingresso, che invece penalizza ancora una volta gli Usa e anche l’Irlanda.
Nel settore il nostro Paese va meglio, sale qualche gradino ma resta comunque al 28esimo posto, preceduto da Israele e Polonia e seguito soltanto da Grecia, Messico e Turchia.
“L’Italia – scrive l’Ocse – è avvantaggiata come la Francia da una più semplice concessione, rispetto ad altri Paesi, del permesso di lavoro dopo avere ottenuto la laurea. Una buona parte dell’attrattività dei Paesi dipende dunque da pacchetti di misure favorevoli alla migrazione. Tuttavia, questo non basta”.
Per l’Italia il divario con i Paesi più attraenti è pari al 27%, perchè a causa del contesto economico e del mercato del lavoro.