Vincere la complessa sfida del futuro è un percorso che passa anche per la valorizzazione delle donne professioniste e della leva degli under 35. Un impegno che si concretizza in iniziative specifiche della categoria, come il progetto #AccettoLaSfida libera professionista, nato con l’obiettivo di valorizzare le donne geometra oggi pari al 10% del totale iscritti quali risorsa preziosa per la Categoria e per l’intero assetto delle professioni tecniche, e #geofactory, il “laboratorio di idee under35”.
Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano economico/finanziario “Italia Oggi”(ne riportiamo alcuni stralci) il Presidente del Consiglio nazionale Maurizio Savoncelli ha spiegato come” il sostegno ai Geometri junior e alla componente femminile della categoria sia un’azione tesa a rendere strutturale il processo di rinnovamento già intrapreso in termini di governance. I progetti #Geofactory, laboratorio di idee under 35 e #Accettolasfida Libera professionista sono gli ambiti in cui confrontarsi, mettere a punto strumenti e creare opportunità”.
“#geofactory punta – ha spiegato Savoncelli – nel breve-medio periodo, ad accelerare il percorso di “esplorazione” della tecnologia al servizio della professione, laddove #accettolasfida vuole contribuire, nel medio-lungo periodo, ad incrementare la presenza femminile in ambito STEM (Science, Tech, Engineering & Math), ad oggi fortemente sbilanciata verso il maschile. Il punto di convergenza è nella capacità di accompagnare la Categoria nel processo di cambiamento professionale e culturale interno, parallelo e complementare a quello esterno: tecnologico, economico e sociale”
“#Accettolasfida Libera professionista è partito ufficialmente lo scorso 13 febbraio, con un workshop aperto alle Presidenti di Collegio. Un vero e proprio kick off, che ha consentito alla cabina di regia di delineare i progetti futuri e le iniziative da patrocinare, di valutare partnership e alleanze da attivare nel tessuto sociale e, soprattutto, di identificare le modalità di coinvolgimento degli iscritti per rendere massimamente efficace il percorso partecipativo. Il titolo è stato scelto perchè non poche di loro hanno accettato, e vinto, prima la sfida di intraprendere una professione che, nell’immaginario collettivo, si ascrive (a torto) all’universo maschile, quindi quello della conciliazione famiglia/lavoro, riscontrabile pressoché in ogni contesto professionale e, più in generale, lavorativo. Grazie alla competenza, all’impegno, alla resilienza e non di rado al sacrificio, hanno raggiunto risultati professionali importanti, un vero e proprio “capitale esperenziale” che assumerà tanto più valore quanto più potrà essere condiviso e indicato come esempio da seguire non solo da chi – oggi – è già una professionista, ma anche da chi domani potrà decidere autonomamente di diventarlo. Libera professionista, appunto”.