L’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà

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“Mai più rassegnazione, mai più disagio, mai più causa persa. Non vogliamo più narrazioni tossiche per il sud, le vogliano esiliare e mandare via. Il Sud deve diventare sinonimo di eccellenza”, così il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte presentando il Piano sud 2030.

Sessanta pagine divise in due parti: una per le azioni immediate, un’altra da realizzare entro il 2030. Il Piano Sud del ministro Peppe Provenzano, avrà un valore complessivo di 100 miliardi di euro e promette di non essere soltanto una ricognizione e rielaborazione dell’esistente ma di prevedere anche nuove risorse e di attuare la “clausola del 34%” e quindi di destinare al Mezzogiorno una fetta di investimenti ordinari pari alla popolazione residente.

Nei prossimi tre anni, dal 2020 al 2023 il governo promette di spendere 21 miliardi con un 65% in più rispetto al triennio 2016-18. E oltre 123 miliardi fino al 2030.

“L’Italia ha molte fratture – si legge nell’introduzione del documento – Le disuguaglianze e le divisioni si combinano e si accentuano nei luoghi. Colmare i divari territoriali non è solo un atto di giustizia, è la leva essenziale per attivare il potenziale di sviluppo inespresso del nostro Paese. L’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà. Nessuno si salva da solo. La sfida del Sud è la più difficile di tutta la nostra storia unitaria. Ma non è una causa persa. C’è una grande vitalità e capacità di innovazione, nelle forze sociali e imprenditoriali, nelle forme della cittadinanza attiva, in luoghi che rappresentano il cambiamento possibile, in realtà che sperimentano già quel modello di sviluppo sostenibile che vogliamo perseguire”.

Ed ancora. “La politica ha il compito di creare e diffondere condizioni di benessere, accelerare e supportare i processi virtuosi. La premessa è dare risposte alle emergenze e ai bisogni, dove necessario riconquistare territori e cittadini alla legalità.

Lo sviluppo e la coesione sono “missioni”. Non riguardano solo i meridionali, ma tutti coloro che sono impegnati nella battaglia per rendere l’Italia un paese più giusto e avanzato. Le istituzioni e i cittadini, la politica e la società devono combatterla fianco a fianco. Consapevoli delle difficoltà, certo, ma anche del mare di opportunità che abbiamo di fronte. Possiamo aprire una nuova pagina. Dobbiamo scriverla insieme”.

“La vera sfida del Piano per il Sud non è stanziare le risorse – ha spiegato il Ministro Provenzano – ma spenderle e spenderle bene. Per questo puntiamo ad un nuovo metodo: capire su cosa puntare, iniziando dai giovani e dall’istruzione. Questo piano è il frutto di un lavoro condiviso del Governo, non è un frutto della mia mente. La vera novità di questo Piano è nel metodo: abbiamo rafforzato il presidio centrale ma lo mettiamo a servizio degli enti locali”.

Un Sud per i giovani e un sud per le donne, un sud frontiera dell’innovazione e un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo, un Sud più connesso: infrastrutture e servizi per rompere l’isolamento e molto molto altro ancora come la parte riservata al Green deal.

“Una nuova grande opera di infrastrutturazione verde del territorio (mitigazione del rischio sismico e idrogeologico; contenimento della produzione di rifiuti; servizio idrico integrato; l’uso efficiente e razionale delle risorse naturali), la necessità di investire nell’efficenza energetica, sostenere le iniziative di economia circolare, riqualificare i siti industriali dismessi, oltre che sostenere la filiera agroalimentare per innescare processi di innovazione coerenti con il Green deal e coniugare attività produttiva e standard ambientali stringenti (potenzialità del biotech al Sud)”

“Ho chiesto la fiducia anche sulla base di un impegno solenne rivolto a tutti gli italiani, di rilanciare il Sud – ha concluso Conte durante la presentazione del Piano – di abbattere le barriere che dividono paese, ridurre squilibri, arginare lo spopolamento, fermare l’esportazioni delle migliori eccellenze, i giovani. Oggi siamo qui, per progetto corale di tutti noi. Oggi siamo qui per piantare le radici delle nostre idee e del nostro progetto. É la prima volta che un Governo progetta un impegno decennale per il sud”.