Commissione Ue e le “Raccomandazioni specifiche per paese – 2020”

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Il 20 maggio sono state pubblicate dalla Commissione europea le Raccomandazioni specifiche per gli stati membri, a valle delle Previsioni economiche di primavera e in linea con la procedura del Semestre europeo. Le Raccomandazioni saranno ora discusse con i comitati tecnici del Consiglio e in Parlamento, per essere adottate dal Consiglio Occupazione (EPSCO) del mese di giugno.

Le Raccomandazioni di quest’anno dedicano ampio spazio alla pronta reazione del paese (governo, regioni, settori critici) alla pandemia da Covid-19, grazie soprattutto alla presenza di un sistema sanitario in grado di offrire servizi universali altamente specializzati e generalmente di buona qualità. Come pure, grazie alle misure messe in campo per sostenere persone e imprese nella crisi di liquidità derivata dalle misure di contenimento derivate dalla pandemia.

Tuttavia, la crisi ha anche acuito le numerose fragilità preesistenti in diversi settori chiave: dalle infrastrutture (soprattutto digitali e sanitarie), alle politiche sociali, dalla formazione delle competenze per il futuro ai settori produttivi, dalle amministrazioni e alla giustizia e ai servizi pubblici in generale. Di conseguenza, le raccomandazioni indicano per i quattro ambiti considerati le azioni che il governo dovrebbe intraprendere nell’immediato, al fine di massimizzare gli effetti degli interventi di contrasto alla crisi Covid-10 per la ripresa, e nel medio-lungo periodo, per far si che il paese esca dalla crisi economica rafforzato e allineato con le politiche di sviluppo disegnate a livello di Unione europea (transizioni verde e digitale).

Le Raccomandazioni concernono quattro aree di politiche: fiscali, sociali e dell’occupazione, per lo sviluppo economico e produttivo, per la pubblica amministrazione e la giustizia.

La raccomandazione n.1 invita il governo, in linea con la escape clause più generale, ad adottare tutte le misure necessarie per contrastare efficacemente la pandemia, per sostenere l’economia e la futura ripresa. Nel momento in cui la situazione economica lo consentirà, dovrebbero essere perseguite politiche fiscali mirate a raggiungere posizioni fiscali prudenti nel medio periodo e a garantire la sostenibilità del debito, migliorando al contempo gli investimenti. Il paese è chiamato a rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario, in particolare il lavoro degli operatori sanitari, la disponibilità di prodotti medicali critici essenziali e le infrastrutture della sanità. È ravvisata la necessità di un migliore coordinamento tra autorità nazionali e regionali in questo ambito. Inoltre, nelle premesse alle raccomandazioni, si legge che in considerazione delle attuali proiezioni occupazionali nel settore sanitario “dovrebbe essere data priorità allo sviluppo di politiche volte a risolvere i colli di bottiglia nella formazione, assunzione e mantenimento della forza lavoro sanitaria”.

La Raccomandazione n.2, relativa alle politiche per il lavoro e la protezione sociale, invita il governo a garantire forme adeguate di sostituzione del reddito, nonché l’accesso alla protezione sociale, in particolare, per i lavoratori atipici. Inoltre, deve essere fatto tutto il possibile per mitigare l’impatto della crisi sull’occupazione, anche attraverso accordi di lavoro flessibili e misure per il sostegno attivo all’occupazione. In questo ambito sono da rafforzare con urgenza l’apprendimento a distanza e le competenze chiave, comprese quelle digitali (sia degli insegnanti sia dei discenti).

Nelle premesse, le Raccomandazioni fanno riferimento alle persone occupate nell’economia sommersa, in particolare nei settori dell’agricoltura, dell’industria alimentare e dell’edilizia abitativa, che rischiano di rimanere escluse dalle misure di sostegno al reddito e di protezione sociale. Inoltre, si accenna alle tendenze demografiche avverse e alla “fuga dei cervelli” che possono ostacolare le prospettive di crescita futura. A queste si assommano le difficili condizioni delle regioni del mezzogiorno e delle aree rurali, che rischiano lo spopolamento a causa della debolezza dei mercati del lavoro locali e dell’assenza di servizi di qualità.

La Raccomandazione n. 3 chiama il governo a garantire un’attuazione efficace delle misure volte a immettere liquidità nell’economia reale, comprese le piccole e medie imprese, le imprese innovative e i lavoratori autonomi e ad evitare il ritardo nei pagamenti. Per favorire la ripresa economica la Commissione raccomanda di ricorrere sia a progetti di investimenti pubblici anticipati sia investimenti privati che dovrebbero essere maggiormente promossi dal governo. Inoltre, il paese è invitato a concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare, sulla produzione e l’uso puliti ed efficienti dell’energia, sulla ricerca e innovazione, sui trasporti pubblici sostenibili, sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche nonché sul rafforzamento dell’infrastruttura digitale per garantire la fornitura dei servizi essenziali.

Nelle premesse, si evidenzia che le imprese micro, medie e piccole non sono riuscite a utilizzare le opportunità offerte dal digitale nella fase di blocco forzato delle attività, soprattutto, a causa dei “bassi livelli di intensità digitale e conoscenza digitale”, ciò ha impedito loro di offrire accordi di e-commerce e telelavoro e di fornire e utilizzare strumenti digitali. Al fine di migliorare i modelli di e-business e aiutare le imprese nella transizione digitale, nonché per aumentare la produttività e la competitività, la Commissione ritiene che il paese debba far concentrare risorse finanziarie nella digitalizzazione e nelle competenze per l’uso delle tecnologie del futuro, attraverso un’implementazione continua e tempestiva di politiche nazionali mirate (compreso il completamento della fibra ottica nelle zone rurali).

La Raccomandazione n.4 rinnova l’invito a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e l’efficacia della pubblica amministrazione (portando a termine le riforme intraprese negli scorsi anni), al fine di garantire servizi essenziali quali i servizi elettronici che si rivelano fondamentali, soprattutto in un contesto di mobilità limitata e nelle zone rurali.

Nelle premesse, vengono identificati i punti deboli della pubblica amministrazione italiana che comprendono “procedure lunghe, comprese quelle della giustizia civile, un basso livello di digitalizzazione e la scarsa capacità amministrativa”. Nella crisi da Covid19 è emersa la fragilità e incapacità delle pubbliche amministrazioni centrali e regionali di rispondere tempestivamente alle necessità dei cittadini (erogazione veloce dei benefici sociali, pagamenti alle imprese, collegamento on line continuativo con i cittadini). La quota di procedure amministrative gestite in versione totalmente digitale da regioni e comuni è ancora troppo bassa, secondo la Commissione. Un accenno è fatto anche alla necessità di rimuovere gli ostacoli alla concorrenza e di modificare le norme settoriali per migliorare la responsabilità d’impresa nella pubblica amministrazione.