Salario minimo. La Commissione Ue avvia la seconda fase

745

La Commissione Europea ha avviato il  3 giugno scorso la seconda fase di consultazione delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro europee sulle modalità per garantire salari minimi equi a tutti i lavoratori dell’Unione europea. La prima fase di consultazione, che si è conclusa il 25 febbraio, ha visto la presentazione di 23 parti sociali a livello dell’UE per ridurre le sempre maggiori disuguaglianze salariali e la povertà lavorativa, tema che già costituiva una priorità politica per la Commissione von der Leyen.

Anche a seguito della pandemia di Coronavirus, che ha colpito l’Europa, i salari minimi devono svolgere un ruolo importante in tal senso e sono rilevanti sia per i paesi che si basano unicamente su minimi salariali stabiliti con contratti collettivi sia in quelli dove vige un salario minimo legale.

Obiettivi del salario minimo

Il salario minimo, adeguatamente negoziati con le parti sociali, possono:

– offrire ai lavoratori vulnerabili una riserva finanziaria nei periodi di difficoltà;

– creare maggiori incentivi al lavoro, migliorando così la produttività;

– ridurre le disuguaglianze salariali nella società;

– aumentare la domanda interna e la resilienza dell’economia;

– contribuire a colmare il divario retributivo di genere.

Caratteristiche del salario minimo

Il documento della seconda fase di consultazione illustra le possibili modalità in cui l’UE può intervenire per fare in modo che i salari minimi siano fissati a livelli adeguati e tutelino tutti i lavoratori, anche alla luce del ruolo fondamentale che dovrà essere svolto dalla contrattazione collettiva, al fine di garantire che:

– i salari siano determinati grazie a una contrattazione collettiva ben funzionante;

– i quadri nazionali consentano la determinazione e l’aggiornamento periodico dei salari minimi legali sulla base di criteri chiari e stabili;

– le parti sociali siano effettivamente coinvolte nella determinazione dei salari minimi legali per garantire la loro adeguatezza;

– siano eliminate o limitate le variazioni e le esenzioni a livello di salari minimi;

– i quadri nazionali in materia di salari minimi siano effettivamente rispettati ed esistano meccanismi di controllo.