Sostegno al lavoro, il seme per la rinascita

2003

di Tiziana Stallone*

Nonostante la latente e costante crisi che attanaglia il lavoro, in tutte le sue sfaccettature, i dati in nostro possesso elaborati dal centro studi Enpab per il bilancio consuntivo 2019 appena approvato dall’Ente, lasciano intravedere i frutti di un seme piantato nel terreno della previdenza dei biologi sette anni fa.

Con il 2020 in corso, gli iscritti al nostro Ente sono sempre costantemente aumentati. L’entusiasmo verso una professione che è sinonimo di “ricerca della vita e per la vita” si è rinvigorito. In questo processo di rinascita un ruolo importante è da attribuire alle politiche di sostegno al lavoro, alle iniziative che hanno portato a far conoscere il Biologo in tutte le sue dimensioni professionali. Sono ormai collaudati i risultati delle due iniziative “la Giornata Nazionale del Biologo in Piazza” e il “Progetto scuola” il cui successo si fonda proprio sull’opportunità di riuscire a consolidare nei cittadini la centralità della nostra professione.

Allo stesso modo importanti sono i risultati che si possono attribuire alle iniziative di welfare che hanno puntato su una coscienza nuova, diversa e responsabile di come il Biologo vive la professione. È necessario comprendere che il lavoro deve seguire i mutamenti e le attese del mercato e deve strutturarsi in termini di impresa.

Torniamo alla nascita delle nuove politiche a sostegno del lavoro ideate in anticipo sui tempi dalla nostra Cassa. Era il 2013 e l’articolo 10bis della Legge 99 lasciava intravedere l’allargamento dei confini del welfare delle professioni. Una netta distinzione tra l’assistenza nei momenti di bisogno e un welfare legato al sostegno dei redditi e del lavoro. Azioni concrete per il professionista con funzione preventiva, non solo nei momenti di criticità della vita lavorativa. La presenza della Cassa durante tutta la vita professionale degli iscritti: a sostegno dello start up professionale, della visibilità, dell’aggiornamento delle competenze, dell’individuazione dei nuovi mercati del lavoro, della ricerca di sinergie funzionali alla crescita del Biologo.

Oggi, a 7 anni di distanza, l’attenta analisi dei redditi degli iscritti non solo ci conforta ma ci stupisce. Eravamo certi di un’azione incisiva sul lavoro grazie al nuovo welfare attivo ma quanto emerso è al di sopra di ogni nostra più rosea aspettativa.

Se risulta di tutto rispetto la costante crescita dei redditi dei biologi che registrano nel 2018 un incremento percentuale del 3,7%, è ancora più apprezzabile l’analisi dell’andamento dei redditi durante tutto il periodo del nostro mandato 2015-2018. A consuntivo del nostro primo mandato, infatti, i redditi sono cresciuti del 14%. Per la prima volta il lavoro delle donne supera con il suo +17% l’incremento dei redditi degli uomini che è del +8% circa.

Il dato per potere essere apprezzato nella sua interezza deve essere letto alla luce del raffronto con la percentuale di crescita media di tutto il mondo delle libere professioni in Italia: tra il 2015 e il 2018 i redditi di tutti gli iscritti alle casse professionali sono cresciuti mediamente del 4,8% (dati “IX Rapporto Adepp sulla previdenza privata” a cura del Centro Studi Adepp). Questi dati e queste percentuali sono una soddisfazione per tutti noi che abbiamo creduto in una nuova gestione previdenziale ed assistenziale puntando sui nuovi obiettivi per l’Ente di previdenza. C’è ancora da affrontare la sfida forse più importante che viene dalla contestualizzazione del dato reddituale: bisogna accrescere ancora di più i volumi di affari e i redditi professionali e colmare ulteriormente il divario ancora sensibile tra i redditi delle Biologhe e quelli dei Biologi.

Maggiore visibilità della professione, centralità del Biologo nella società, consapevolezza dell’importanza di una organizzazione professionalizzata, spendibilità della professionalità sono tutti gli elementi che riassumo il nostro welfare, i nostri obiettivi, il nostro programma politico.

Chiudendo le vele e dirigendo la barca verso il porto possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati che i nostri dati fotografano, ma dobbiamo essere consapevoli che responsabilmente dobbiamo continuare a “navigare” per consolidarli e raggiungere altri importanti risultati.

La consapevolezza che Previdenza e Lavoro sono tra loro direttamente relazionati e che i biologi sono il nostro primo patrimonio, rappresentano i principi inderogabili anche per il futuro del nostro Ente. Superare e colmare il gender gap, continuare rafforzare la professione dei biologi in tutte le numerose sfaccettature rappresentano le nuove sfide soprattutto in un momento offuscato dalla pandemia.

*Presidente Enpab