“World Economic Outlook” del Fmi

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Alcuni dati e proiezioni sul “World Economic Outlook” del Fondo Monetario Internazionale”.

Il documento completo cliccando su https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2020/09/30/world-economic-outlook-october-2020#Full%20Report%20and%20Executive%20Summary

Alcuni dati

Nel 2020 la crescita globale è prevista al -4,4%, una contrazione meno severa di quanto previsto nell’aggiornamento del World Economic Outlook (WEO) di giugno scorso. L’attuale revisione riflette l’andamento del PIL del secondo trimestre rivelatosi migliore delle previsioni, soprattutto nelle economie più avanzate dove l’attività produttiva ha mostrato segni di ripresa  alla riduzione e sospensione dei lockdown tra maggio e giugno. Ulteriori segni di ripresa si individuano nel terzo trimestre dell’anno. Il livello del PIL globale nel 2021 dovrebbe assestarsi al +0,6%, a seguito della contrazione severa del 2020 e la ripresa moderata del 2021, ma comunque superiore al livello del 2019.

Nel medio periodo la crescita globale è prevista al 5,2% nel 2021, lievemente inferiore rispetto alle previsioni del WEO di giugno 2020, in linea con la contrazione più moderata registrata nei primi tre trimestri dell’anno e con le aspettative di prosecuzione delle misure di distanziamento sociale. Dopo il rimbalzo tecnico nel 2021, il FMI prevede che la crescita globale rallenti gradualmente fino a circa il 3,5% nel medio termine. Tale situazione va a limitare le proiezioni di crescita economica 2020-2025 effettuate prima della pandemia sia per i mercati avanzati ed emergenti sia per le economie in via di sviluppo.

Per l’area Euro la contrazione del PIL attesa è di -8,3 p.p. quasi il doppio della contrazione che si dovrebbe registrare negli Stati Uniti che potrebbero chiudere il 2020 con un -4,3%. La Cina, nonostante sia stato il primo Paese ad affrontare il Covid-19, è riuscita a far ripartire l’economia in modo rapido, il che permetterà al gigante asiatico di chiudere il 2020 in positivo (+1,8% di incremento del Pil). Tra i paesi dell’UE, in Germania la contrazione del Pil attesa è pari al -6% entro fine 2020, ma nel 2021 il paese dovrebbe recuperare due terzi del Pil perso, per poi tornare ai livelli pre-crisi già entro la fine del primo semestre del 2022.

E l’Italia?

Le proiezioni per il Pil 2020 sono di una contrazione del -10,6% e un rimbalzo nel 2021 al 5,2% (nel 2019 era 0,3%). Il rapporto deficit-Pil dell’Italia del 2020 è atteso in rialzo al 13%, rispetto all’1,6% del 2019 e pari al 6,2% nel 2021. Il rapporto deficit-Pil continuerà a scendere fino al 2,5% del Pil nel 2025. Altrettanto importante il balzo del rapporto debito-Pil dal 134,8% del 2019 al 161,8% nel 2020. Mentre una discesa relativa al 158,3% è attesa per il 2021. La stima Fmi per il 2025 è di un rapporto debito-Pil ancora molto alto, pari al 152,6%.

Incertezza sulle prospettive

Il WEO disegna uno scenario in cui sono presenti rischi sia nel ribasso che nel rialzo. La permanenza del virus nelle economie di tutti i paesi, più e meno sviluppati, comporterà il possibile ricorso a nuovi lockdown parziali (locali) o totali.  Se non si riuscirà ad ottenere dei vaccini adeguati si aggraverà il peso dell’epidemia sull’attività economica e probabilmente si potrebbero verificare gravi turbolenze sui mercati finanziari. Le crescenti restrizioni al commercio e agli investimenti e la crescente incertezza geopolitica potrebbero danneggiare la fase della ripresa post lockdown.

Se nella recessione i governi dovessero decidere di sospendere gli aiuti alle economie, l’aumento dei fallimenti di impresa potrebbe aggravare la perdita sia di posti di lavoro sia di reddito. E le ricadute transfrontaliere della domanda esterna più debole potrebbero amplificare l’impatto degli shock specifici dei singoli paesi.