Future Shocks 2023

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Il Parlamento Europeo ha avviato un processo di monitoraggio dei possibili rischi futuri per l’UE durante la crisi da COVID-19, monitoraggio ulteriormente sviluppato durante la guerra di aggressione Russia contro l’Ucraina. Il rapporto annuale “Future Shocks” fornisce informazioni aggiornate, obiettive e autorevoli sui rischi globali grazie a un’ampia indagine della letteratura esistente sui rischi derivanti da fonti diverse.
“Future Shocks 2023: Anticipating and Weathering the Next Storms” (Gli shock futuri 2023: anticipare e superare le prossime tempeste) esamina quindici rischi legati alla geopolitica, ai cambiamenti climatici, alla salute, all’economia e alla democrazia che potrebbero verificarsi nei prossimi dieci anni, oltre a proporre dieci risposte politiche per affrontare le sfide esistenti e migliorare la capacità di risposta ai rischi all’interno dell’UE.

Il rapporto sottolinea la necessità di effettuare un monitoraggio continuo dei rischi che potrebbero avere un forte impatto sull’UE e di analizzare le capacità esistenti, la resilienza e le possibili risposte dell’UE rispetto alle sfide multiple. Questo monitoraggio non si limita alle competenze primarie dell’UE ma comprende anche settori in cui l’Unione potrebbe avere un ruolo.

I rischi considerati includono il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’invecchiamento della popolazione, le disuguaglianze sociali, le minacce alla sicurezza e le pressioni migratorie, oltre alla necessità di una produzione alimentare sostenibile. La guerra della Russia contro l’Ucraina ha evidenziato la necessità di una cooperazione più ampia e misure di sicurezza supplementari.

Il mondo è sempre più caratterizzato da sfide globali in diversi ambiti, e la crescente volatilità in molteplici ambiti aumenta il rischio di crisi interconnesse o “polycrises”. Questo richiede un approccio diverso alla formulazione delle politiche, con una riflessione sistematica e strategica, capacità di rispondere rapidamente e assicurare la sostenibilità a lungo termine, la trasparenza, il controllo democratico e la responsabilità.

La classificazione dei rischi è cambiata nel tempo, infatti, mentre nel 2022 il COVID-19 era considerato il rischio più grave, nel 2023 è il cambiamento climatico ad essere indicato come la principale minaccia. Tuttavia, anche le tensioni geopolitiche, la cybersicurezza e l’energia rimangono rischi significativi.

I rischi selezionati nel rapporto sono altamente sistemici e spesso si influenzano reciprocamente, il che rende complesso sviluppare risposte politiche corrispondenti. Le risposte politiche selezionate coprono vari aspetti affrontati dai rischi.

In un mondo caratterizzato da sfide complesse, l’UE deve continuare a monitorare i rischi e sviluppare la sua resilienza e capacità di risposta. La cooperazione a livello europeo e nazionale è fondamentale per affrontare le future sfide e tempeste.

Le dieci risposte politiche concernono, in primo luogo, il rafforzamento della difesa militare dell’UE, soprattutto in relazione al rischio di destabilizzazione che potrebbe portare la Russia a seguito del conflitto in Ucraina. In secondo luogo, la necessità di creare nuovi partenariati oltre a quello atlantico e alla Cina. Quindi, il miglioramento della resilienza e del coordinamento delle infrastrutture informatiche dell’Unione europea in risposta ai cyber attacchi.
Il rapporto suggerisce inoltre di organizzare un’adeguata risposta alla strumentalizzazione delle migrazioni (partenariati, sanzioni e regole).
Un’altra risposta urgente è quella relativa alla sicurezza e autonomia delle forniture di energia dell’UE (alla luce dei rischi di interruzione derivanti dal conflitto in Ucraina). La transizione energetica, inoltre, impone politiche per la salvaguardia del patrimonio naturale dell’UE, della salute e della biodiversità. Anche l’ambito della medicina e della salute necessita di interventi, in particolare, nella gestione della diffusione delle infezioni antibiotico-resistenti.
La necessità di mettere in protezione le catene di approvvigionamento critiche globali dell’UE risponde alla presenza di rischi geo-economici per l’economia aperta dell’Unione.
Per la ripresa economica e la resilienza possono essere trovate nuove risorse proprie, ad esempio, i proventi degli imballaggi in plastica, lo scambio di emissioni, il meccanismo di aggiustamento delle frontiere per il carbonio e il Fondo europeo per la sovranità; queste risorse potrebbero essere parte della risposta al crescente debito sovrano.
Infine, lo studio segnala il rischio di un deterioramento di quella che viene definita la sfera informativa democratica dell’UE e indica una proposta politica per i governi in relazione alla corretta informazione affinché tale sfera informativa rimanga accessibile e libera da manipolazioni per salvaguardare i processi democratici.

rapporto ufficiale