Libertà dei media e diritto alla conoscenza

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La Commissione Cultura, Scienza, Istruzione e Media dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato, nei giorni scorsi,  il Rapporto “Libertà dei media, fiducia pubblica e diritto alla conoscenza”.

Al termine di un dibattito durato oltre due ore, nel quale hanno preso la parola 49 parlamentari da 21 Paesi europei sia in presenza che da remoto, il Rapporto è stato adottato a stragrande maggioranza con 111 favorevoli, 3 contrari e 16 astenuti.

“Non c’è democrazia senza una reale possibilità di fare scelte consapevoli – ha scritto nella sua relazione il parlamentare italiano Roberto Rampi – Ciò può essere garantito solo se il pubblico è debitamente informato e può informarsi liberamente; se sulla base di una conoscenza esatta, precisa e completa degli elementi di fatto può aver luogo un vero dibattito di idee e un’ampia gamma di questioni; e se ognuno ha la capacità e la cultura necessarie per analizzare criticamente i vari punti di vista e può esprimersi senza paura.

Oggi i nostri valori democratici e il funzionamento delle nostre istituzioni democratiche sono messi in discussione dalla disinformazione e dai ricorrenti tentativi di manipolare l’opinione pubblica. I recenti sviluppi hanno spesso eroso le prerogative parlamentari e il loro fondamentale ruolo di mediazione in una società democratica. Un crescente senso di divisione tra le istituzioni di governo e il pubblico in generale ha aumentato la sfiducia pubblica.

Adottando una risoluzione, i parlamentari hanno affermato che tale “diritto alla conoscenza” consentirebbe a ogni cittadino di “essere attivamente informato su tutti gli aspetti riguardanti tutte le fasi del processo decisionale e amministrativo / processi di regolamentazione, al fine di consentire la piena partecipazione democratica”.

Verrebbe creato attraverso “un’ecologia degli strumenti di politica pubblica” che massimizzino l’accesso ai documenti ufficiali e ai registri della proprietà aziendale, promuovono il libero accesso alla conoscenza scientifica e accademica, garantiscono un media pluralistico e indipendente con piena trasparenza della proprietà e contrastano la “cultura di segretezza” in alcuni ambiti della vita pubblica.

Comprenderebbe anche misure più ampie per incoraggiare la comprensione pubblica e il pensiero critico in una società democratica, come un accesso facile e permanente all’arte, alla cultura, alla letteratura, alla musica, al teatro e ai musei.

Il testo adottato elenca una serie di misure specifiche che i governi – così come altri partner privati ​​– potrebbero adottare per garantire tale diritto. Questi includono la ratifica della Convenzione di Tromsø sull’accesso ai documenti ufficiali, l’ampliamento degli obblighi di rendicontazione finanziaria e aziendale, il miglioramento della regolamentazione del lobbismo, la trasparenza della proprietà e dei finanziamenti dei media e l’incoraggiamento dell'”accesso aperto” alla ricerca accademica.

L’Assemblea ha anche proposto “un sistema nazionale indipendente di monitoraggio della legalità, correttezza e completezza delle informazioni fornite da tutti i media nazionali”, con resoconti pubblici mensili e supervisione parlamentare e cittadina sugli algoritmi utilizzati dalle società di social media.