E’ stata presentata e discussa, nei giorni scorsi, in Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, la relazione redatta dall‘Istituto di previdenza dei giornalisti.
Uno “stato dei fatti” e la conferma del cammino già deciso che porterà la gestione principale a passare nell’Inps dal 1 luglio e quella riservata ai liberi professionisti ad essere gestita dall’Inpgi.
Su quest’ultima, nella relazione si legge “L’Inpgi, quindi, continuerà a svolgere il proprio ruolo costituzionale in relazione alle forme di previdenza e assistenza assicurate dall’attuale Gestione separata, secondo un modello di governance che, sulla base di quanto delineato dal legislatore con la citata legge di Bilancio per il 2022, sia ispirato ai “principi e criteri di cui all’articolo 6, commi 1 e 3, del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103”. In tal senso l’Inpgi sta procedendo ad adeguare il proprio atto statutario ai predetti criteri, consistenti, in particolare, nella costituzione di un “organo di indirizzo generale, composto da un numero di membri elettivi corrispondente al rapporto di uno ogni mille iscritti all’ente gestore, con arrotondamenti all’unità intera per ogni frazione inferiore a mille e, comunque, nel massimo di cinquanta unità “(art. 6, comma1, lettera b) del citato Dlgs n. 103/1996″.
“Presso la Gestione separata – istituita, si ricorda, proprio ai sensi del già richiamato Decreto legislativo n. 103/1996, nella modalità dell’inclusione nella forma di previdenza già esistente per la categoria dei giornalisti e, cioè, l’Inpgi – sono obbligatoriamente assicurati i giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti negli appositi elenchi di categoria ed i praticanti giornalisti iscritti nell’apposito registro, che esercitano attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, anche sotto forma di collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.), ancorché svolgano contemporaneamente attività di lavoro subordinato”.
Ai liberi professionisti l’Inpgi garantirà il trattamento pensionistici di vecchiaia, di inabilità e ai superstiti, l’indennità di maternità/paternità, in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, indennità per congedo parentale, per malattia, per degenza ospedaliera, nonché il trattamento in caso di infortunio in ambito professionale e quello di disoccupazione; ed infine altri trattamenti previsti da regolamenti e da provvedimenti di legge nell’ambito dei compiti di previdenza, mutua assistenza e solidarietà tra i propri iscritti.
Azioni di sostegno che verranno garantiti proprio perché la Gestione separata, a differenza di quella principale, “fa registrare un andamento economico in costante crescita, sostenuto dal progressivo incremento della platea degli iscritti”.
La crisi dell’editoria, più volte richiamata e denunciata dalla Presidente Macelloni, è di fatto l’artefice del calo dei giornalisti dipendenti e quindi degli iscritti alla gestione principale. I media, in questi anni, hanno bloccato le assunzioni e il lavoro giornalistico si è sempre più spostato vero il lavoro libero professionale che viene pagato meno e non ha costi, se non minimi, per l’azienda.
“La tendenza evolutiva della Gestione previdenziale separata – si legge nel documento presentato – è espressione di un modello organizzativo sulla base del quale viene svolta la professione che testimonia come l’attività giornalistica non sia affatto in declino, ma che la stessa è investita, da anni, da fenomeni di trasformazione ed evoluzione che riducono sempre di più l’area del lavoro dipendente a beneficio di quello autonomo, nelle sue varie forme, riflettendo in tal senso le dinamiche che si registrano su scala più ampia nell’intero ambito occupazionale del Paese”.
Inoltre, l’Inpgi si è fatto sempre carico delle situazioni di difficoltà, garantendo sia ai giornalisti sia alle aziende il supporto per ogni stato di crisi sostituendosi allo Stato o supportando lo Stato stesso vedi l’anticipo dell’erogazione del RUI il reddito di ultima istanza.
“Anche durante il periodo emergenziale dovuto alla diffusione del coronavirus, l’Istituto nell’ambito della propria autonomia, ha svolto un importante ruolo di supporto assistenziale attraverso l’adozione di provvedimenti che hanno offerto, in via straordinaria, un articolato sistema di tutele che incideva sui temi della genitorialità, della salvaguardia della liquidità, del sostegno al reddito e dell’accesso al credito. In particolare, si è intervenuti riconoscendo la possibilità di differire il pagamento del contributo minimo 2020 e dei contributi a saldo sui redditi 2019 e la sospensione del pagamento delle rate dei prestiti e accesso agevolato al credito”.