Sanità. Enpam “Da nuova maggioranza segnali positivi per medicina territorio”

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Oliveti, ‘si sta capendo che medico di famiglia e farmacista sono riferimenti certi e vicini che rendono fruibile assistenza ai cittadini’
Roma, 30 set. (Adnkronos Salute) –

L’ente previdenziale dei medici e dei dentisti (Enpam) coglie segnali incoraggianti riguardo alle strategie sulla medicina del territorio. “Si sta capendo che il medico di famiglia e il farmacista sono riferimenti certi, consueti e vicini, che permettono di rendere fruibile ai cittadini l’assistenza di cui hanno bisogno”, dice all’Adnkronos Salute il presidente Enpam, Alberto Oliveti.

A parlare delle priorità della sanità su cui il prossimo Governo dovrà intervenire era stato, in un’intervista all’Adnkronos Salute, il responsabile sanità di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato che, bocciando le Case di comunità, aveva sostenuto che per potenziare il territorio e offrire una concreta medicina di prossimità serve “puntare sui medici di famiglia e dei farmacisti dotati di strumenti diagnostici di base”.

“E’ evidente che fra il primo luogo di cura, cioè la casa dell’assistito, e il livello del distretto – prosegue Oliveti – c’è una distanza che non potrà essere colmata solo da Case di comunità ogni 50mila abitanti. Il modello resta quello della scelta fiduciaria del proprio medico, puntando sulla necessaria riqualificazione delle reti associative classiche (più medici di famiglia nello stesso studio) sia sulla loro evoluzione in reti multiprofessionali, quindi con studi dove trovare anche specialisti, psicologi, riabilitatori, infermieri del territorio e altri. Sfruttando il Pnrr – prosegue il presidente Enpam – bisognerà inoltre puntare sull’integrazione e sull’innovazione informatica e tecnologica”.

“Ci auguriamo quindi – conclude – che la necessaria riforma della medicina generale vada in questa direzione, di maggior organizzazione professionale e tecnologica. Vanno eliminati gli inaccettabili ritardi delle Convenzioni, e finanziati i sempre più gravosi costi dei fattori produttivi dell’assistenza”.