Mercer Global Pension Index. Italia al 32esimo posto

325

Mercer e CFA Institute ha pubblicato il 14° indice annuale delle pensioni, il Mercer CFA Institute Global Pension Index (MCGPI). Anche quest’anno il regime previdenziale dell’Islanda si posiziona al primo posto, seguito dai Paesi Bassi (2°) e la Danimarca (3°).

E il nostro Paese? Lo troviamo al trentaduesimo posto con un punteggio totale di 55.7 su 100. A incidere negativamente, è il parametro della sostenibilità che ha ottenuto una valutazione di 23.1 (penultimo posto classifica). Per adeguatezza l’Italia è al sedicesimo posto e per integrità al ventiquattresimo posto.

Nel rapporto si legge che il nostro paese dovrebbe fare di più per incentivare l’adesione a forme di previdenza complementare. Ma non solo “si dovrebbe continuare ad alzare l’età pensionabile se l’aspettativa di vita aumenta ed evitare che vi sia un’uscita anticipata dal mondo del lavoro”.

Gli italiani, però, non sono d’accordo. Ritengono ingiusto, infatti, dover lavorare fino a 70 anni o oltre invece di godere del riposo meritato dopo tanti anni di duro lavoro.

“Le famiglie dovranno valutare il giusto equilibrio tra percepire una rendita pensionistica regolare, usufruire di un capitale e beneficiare di una copertura in vista di rischi futuri, sapendo che da pensionati si va incontro a molte incertezze”, ha commentato Marco Valerio Morelli, Amministratore Delegato di Mercer Italia.

“È fondamentale capire se i sistemi previdenziali mondiali saranno in grado di rispondere alle esigenze e alle aspettative dei cittadini nei prossimi decenni. Non c’è una risposta unica o perfetta: il sistema migliore è quello che aiuta le persone a mantenere lo stile di vita che avevano prima di andare in pensione. I governi, i datori di lavoro, la classe politica, l’industria pensionistica devono utilizzare tutti i prodotti e le politiche a loro disposizione per garantire che le persone vadano in pensione con dignità, fiducia e sicurezza finanziaria.”

Lo studio

Il MCGPI è uno studio approfondito di 44 regimi previdenziali a livello globale che copre il 65% della popolazione mondiale e confronta i sistemi previdenziali di tutto il mondo, mettendo in luce le lacune di ogni ordinamento e suggerendo possibili aree di riforma che assicurerebbero un trattamento pensionistico più adeguato e sostenibile.

Il passaggio al sistema pensionistico contributivo aumenta le incertezze per i beneficiari

Con il progressivo abbandono del modello previdenziale di tipo retributivo, sono i lavoratori a dover sostenere i rischi e le opportunità prima e dopo l’età della pensione. Contrariamente al modello retributivo che prevede la corresponsione di una pensione regolare commisurata alla retribuzione percepita durante l’attività lavorativa, il sistema contributivo crea una correlazione tra i contributi accantonati e quanto si andrà a percepire una volta in pensione, accomunando la pensione a una rendita. Inoltre molti governi stanno pensando di ridurre la copertura previdenziale per assicurare la sostenibilità finanziaria del paese nel lungo termine.

Ne consegue che molte persone, una volta in pensione, non potranno più contare su un sostegno economico significativo da parte dello Stato e/o del datore di lavoro. È quindi essenziale che i cittadini assumano le decisioni finanziarie più opportune in vista della pensione, per massimizzare il valore dei contributi maturati con il sistema contributivo. Così come la diversificazione è un elemento fondamentale di qualsiasi piano di investimento, le persone devono cercare di diversificare i risparmi pensionistici tra un reddito regolare da pensione, una protezione adeguata e l’accesso al capitale, ma anche ricercare diverse fonti di supporto finanziario, tra cui Stato, previdenza complementare e risparmi personali.

I dati

L’Islanda realizza il punteggio complessivo più elevato dell’indice (84.7), tallonata dai Paesi Bassi (84.6) e dalla Danimarca (82.0). La Tailandia ottiene il punteggio più basso (41.7).

L’indice utilizza la media ponderata dei sotto-indici di adeguatezza, sostenibilità e integrità. Per ciascuna di queste macro-categorie, i sistemi previdenziali che hanno conseguito i valori più elevati sono l’Islanda per l’adeguatezza (85.8) e la sostenibilità (83.8) e la Finlandia per l’integrità (93.3). I sistemi con i punteggi più bassi per macro-area sono l’India per l’adeguatezza (37.6), l’Austria per la sostenibilità (22.7) e le Filippine per l’integrità (30.0).

Rispetto al 2021, il Messico è il paese che ha fatto più balzi in classifica grazie a una riforma previdenziale che ha migliorato le prestazioni per i cittadini e modificato la normativa.

Cosa fare?

“Se analizziamo i sistemi adottati dai paesi al vertice della classifica, come la Finlandia – sostiene Marco Valerio Morelli – vediamo che si tratta di nazioni in cui i lavoratori si sentono ormai più responsabilizzati nel partecipare al versamento dei contributi previdenziali: la contribuzione alla previdenza complementare è alla base di un sistema pensionistico sano che guarda al futuro”.

“È evidente che l’educazione finanziaria rimane la strada per convincere i lavoratori ad accedere a un piano di previdenza complementare, previdenziale e integrativa sia esso aziendale, che privato”.

“Abbiamo davanti un prossimo futuro in cui le persone che non avranno attivato un programma complementare andranno in pensione e avranno maggiore tempo a disposizione ma non la capacità di spesa per godere del proprio tempo libero: una situazione che condurrebbe a rilevanti impatti sociali e economici” ha concluso Morelli.