di Giuseppe Santoro*
Saluto e ringrazio tutti i partecipanti a questo importante appuntamento, che coinvolge circa 20 Casse di previdenza, in rappresentanza di oltre 1,5 mln liberi professionisti. Tutti – nessuno escluso – devono accrescere la consapevolezza sulle sfide che ci attendono per garantire investimenti sostenibili sul nostro territorio.
Entro il 2050, quasi il 70% della popolazione mondiale risiederà in città che assumeranno un peso sempre maggiore in campo politico, culturale ed economico; si distingueranno per qualità della vita e creazione di posti di lavoro; saranno poli di crescita economica e luoghi dell’innovazione e della produzione.
Le Casse di Previdenza dei liberi professionisti devono e possono concorrere con interventi dotati di ‘resilienza’, capaci di adattarsi, di fronteggiare scenari di crisi e di innovarsi – in modo sostenibile – verso modelli sempre più determinanti, portatori di pianificazione strategica e progettualità.
Inarcassa, con le sue consorelle, è interessata a partecipare ad investimenti con un adeguato ritorno previdenziale a garanzia delle generazioni future. Con la sua Fondazione contribuisce di fatto, a sostenere il mercato di riferimento di Ingegneri e degli Architetti liberi professionisti, guidandoli su concorsi di progettazione per ogni possibilità di investimento. Ma non è la sua Mission.
Ognuno ha il dovere di fare la sua parte.
- Estrema diversificazione dei patrimoni degna delle migliori best practices internazionali.
Nonostante abbiamo uno status giuridico all’altezza di queste practices (a differenza dei fondi pensione complementari, non siamo nemmeno formalmente investitori istituzionali bensì al dettaglio), ci siamo dotati di policies e strutture che hanno permesso un progressivo ed importante coinvolgimento nel campo degli investimenti in economia reale sia a livello domestico (sempre più) che internazionale. Tutto ciò connotato dai criteri sulla sostenibilità che vanno di pari passo all’innovazione tecnologica ed alla transizione energetica.
- Sia individualmente che a livello consortile non c’è dossier domestico che non coinvolga la sfera di investimento delle Casse. Ovviamente l’incipit che richiediamo ad ogni iniziativa è che le stesse rispettino un adeguato profilo rischio rendimento connotato sempre più da elementi di sostenibilità. Con il trend demografico piuttosto ben delineato la combinazione tra welfare e remunerazione finanziaria costituirà il pilastro su cui reggere il futuro previdenziale delle nostre casse.
- Sono maturi i tempi per una riduzione del 6% della tassazione sulla gestione mobiliare (passando dal 26 al 20). Ogni anno potremmo dirottare come operazione di sistema oltre 100 mln di euro, interamente detassati, da dedicare a progetti specifici sul private equity o sul venture capital o sul welfare in cofunding e governance con le fondazioni bancarie sotto il controllo dei ministeri del tesoro e del lavoro o del Mise. Basta volerlo. noi siamo pronti.
Sul tema dei controlli da tempo abbiamo inviato ai ministeri un modello di policy sugli investimenti, un codice di auto regolamentazione mutuato dal dl 166/2014 che regolamenta i fondi pensione e parametrato alla forza organizzativa di ogni cassa. Senza dimenticare l’impegno di Assodire e l’attenzione in tema Dgsf e tassonomia.
- Nel corso del 2021/2022 le Casse hanno costituito oltre un quarto dei commitment complessivi verso il private equity (compreso infrastrutture) e il venture capital italiano. Per non parlare del continuo sostegno (forse un unicum nel campo domestico) al settore immobiliare italiano ed anche alle iniziative in campo sociale (Rsa, housing, studentati) e di riqualificazione urbana. Siamo una scelta credibile ed i nostri patrimoni in continua crescita lo attestano.
*Presidente Inarcassa e Vice Presidente AdEPP