Desi. Dal capitale umano alla connettività e le imprese

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L’Italia è il Paese più avanti in Europa nella realizzazione degli interventi previsti nel PNRR per la trasformazione digitale, avendo già completato il 17% di milestone e target dedicati (contro il 10% di Spagna e Francia e lo zero di 15 Paesi tra cui la Germania). A sottolinearlo il Digital Economy and Society Index (DESI) secondo il quale, nel 2022, l’Italia è salita di 2 posizioni nel ranking europeo di digitalizzazione.

Gioie e dolori  messe nero su bianco visto che l’altro dato contenuto nel secondo report riguarda la nostra posizione tra gli Stati Membri, ossia al 18esimo posto su 27 e con importanti gap , in particolare sulle competenze digitali e i servizi pubblici digitali.

DESI 2022, il capitale umano

Sicuramente un aspetto su cui bisogna porre molta attenzione, stando ai dati che emergono dal DESI, è il capitale umano: infatti se l’87% delle persone (di età compresa tra 16 e 74 anni) ha utilizzato Internet regolarmente nel 2021, solo il 54% possiede competenze digitali di base.
La scarsa diffusione delle conoscenze tecnologiche genera una carenza di specialisti Ict nel mercato del lavoro: nel corso del 2020 il 55% delle imprese che hanno assunto tecnici Ict ha segnalato difficoltà a coprire tali posti.
Entro il 2030 il “Percorso verso il decennio digitale”, un processo strutturato di cooperazione tra la Commissione e gli stati membri per lavorare collettivamente verso obiettivi a livello di UE, prevede che almeno l’80% dei cittadini debba avere competenze digitali di base e che il numero di specialisti Ict arrivi almeno a 20 milioni (rispetto agli 8,9 milioni del 2021).

DESI 2022: la connettività

Anche il tema della connettività a banda larga rientra tra gli obiettivi del percorso verso il decennio digitale: sebbene la copertura sia completa, solo il 70% delle famiglie europee può beneficiare della connessione di rete fissa ad altissima capacità (Vhcn). Malta, Lussemburgo, Danimarca, Spagna, Lettonia, Paesi Bassi e Portogallo sono gli stati più avanzati in termini di copertura Vhcn fissa totale (tutti oltre il 90%). Al contrario in Grecia solo 1 famiglia su 5 ha accesso alla Vhcn fissa. Anche la copertura del 5G è aumentata, lo scorso anno al 66% delle aree popolate dell’UE. Tuttavia, l’assegnazione dello spettro, presupposto importante per il lancio commerciale del 5G, non è ancora completa (siamo solo al 56%).

DESI 2022: le imprese

Uno sguardo alle imprese europee mostra che nel 2021 solo il 55% delle Pmi ha raggiunto un livello di base nell’adozione delle tecnologie digitali. Svezia e Finlandia hanno le Pmi più digitalizzate, mentre Romania e Bulgaria hanno i tassi più bassi. C’è ancora molta strada per raggiungere l’obiettivo del 90% di Pmi con un livello di intensità digitale di base entro il 2030.
Nonostante la cosiddetta trasformazione digitale, l’uso di tecnologie avanzate rimane basso: il 34% delle imprese faccia affidamento sul cloud computing, solo l’8% utilizza l’IA e il 14% i big data. Seguendo la proposta Path to the Digital Decade, almeno il 75% delle aziende dovrebbe adottare le tecnologie AI, cloud e big data entro il 2030.
In questo contesto saranno determinanti i 127 miliardi di euro destinati al digitale dai 25 piani nazionali per la ripresa e la resilienza per il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale e per contrastare le ricadute del conflitto in Ucraina, comprese quelle sulla cybersecurity.

Gli investimenti e i programmi che hanno favorito i miglioramenti registrati dal DESI 2022

I risultati straordinari riportati dal DESI 2022 sono il prodotto di una combinazione di progetti e investimenti europei. Il già menzionato Decennio Digitale Europeo 2030 è stato affiancato dall’immensa mole di fondi pubblici e privati messi in moto attraverso i Piani nazionali di ripresa e resilienza. Il Recovery and resilience facility, ossia il Dispositivo di ripresa e resilienza, ha messo in campo finanziamenti fino a 490 miliardi di €. Circa 100 miliardi di essi sono stati già stanziati, e l’Italia è tra i paesi che ne hanno beneficiato per primi.

Ai contributi dell’Unione si aggiungono gli investimenti nazionali e altri programmi europei, tra cui citiamo Erasmus+, European social fund e Digital Europe.

Da sottolineare che la pandemia da Covid-19 ha costretto milioni di cittadini europei a ricorrere a sistemi digitali per il telelavoro, la formazione e l’intrattenimento. Dal 2016 al 2029 la percentuale di cittadini con almeno delle Competenze digitali di base è rimasta fondamentalmente invariata attestandosi al 41,5%, mentre nel 2021 (l’anno registrato dal DESI 2022) è balzata al 45,8%.

TUTTO SUL DESI

Il DESI 2022 è l’indice che misura i progressi fatti dall’economia e dalla società in campo digitale.

Nel 2014 la Commissione europea ha introdotto un nuovo strumento con lo scopo di monitorare con frequenza annuale i risultati dei numerosi interventi economici in favore della digitalizzazione dell’economia e della società dei 27 paesi UE. Il DESI 2022 è quindi l’ultimo di una serie di rapporti pubblicati dal 2017 a oggi. Grazie a essi è possibile ricostruire una linea temporale del progresso di ogni paese, attraverso un punteggio distribuito su una scala da 0 a 100 punti.

L’indice è composto da quattro categorie standardizzate per restituire un valore compreso tra 0 e 25, la somma dei quali rende possibile ottenere una classifica. Le quattro categorie, chiamate tecnicamente “dimensioni“, sono state definite in base a quelle del Decennio digitale europeo 2030, e sono le seguenti:

  • Capitale umano
  • Connettività
  • Integrazione delle tecnologie digitali
  • Servizi pubblici digitali