Gap di genere. Conoscere è il nostro punto di forza

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Poter conoscere in maniera puntiforme le proprie platee di iscritti è un punto di forza importante del Sistema Casse, perché consente di intercettare le eventuali problematiche sul nascere, studiare delle soluzioni per ridurre le criticità, sempre con la finalità di sostenere gli iscritti e il lavoro.

È proprio questo lo scopo dell’evento AdEPP “Donne Professione” che si svolgerà il prossimo 12 luglio alle 10.00 presso il Museo Ninfeo – Horti Lamiani (sede dell’Enpam), un focus per presentare al sistema Casse e agli stakeholder i dati emersi dall’ultimo rapporto AdEPP sulla “questione di genere” nel mondo delle professioniste, andandoli ad analizzare grazie all’intervento di illustri ospiti, come Concetta Ferrari, Segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Mirja Cartia D’Asero, amministratore delegato del Sol24Ore, Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza Università di Roma e Linda Laura Sabbadini, direttrice del dipartimento Istat per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica.

Negli ultimi anni è stata rivolta sempre maggiore attenzione alla “questione di genere” e si sono moltiplicate le analisi volte a evidenziare il “gender pay gap”. Se di norma però ad essere tenuti in considerazione sono aspetti di natura prettamente reddituale, spesso con il sol fine di comprovare l’esistenza di una preconcetta discriminazione e non le cause che possono essere all’origine delle disparità, con questa ricerca si è cercato di analizzare più specificatamente il fenomeno, andando ad interrogare direttamente gli iscritti, valutando e distinguendo così delle variabili che sono proprie del mercato del lavoro libero-professionale.

Sempre più donne scelgono oggi la libera professione, sono i numeri a testimoniarlo. Dal 2007 ad oggi la rappresentanza delle professioniste è notevolmente aumentata all’interno del sistema casse e le donne che hanno deciso di svolgere la libera professione sono passate dal 30% del 2007 al 42% di oggi. Crescono nel numero ma hanno un’età media più bassa, sono più giovani rispetto ai colleghi di sesso maschile: 45 anni per le donne, 50 per gli uomini. Le donne hanno iniziato a investire nella libera professione con determinazione: il 54% degli iscritti alle casse di previdenza infatti oggi è donna.

Sono di più, ma hanno redditi inferiori rispetto agli uomini. Si parte da un 5% in meno non appena si iscrivono alla cassa di appartenenza, percentuale che sale al 20% verso i 30 anni, al 37% tra i 30 e i 40 anni, per poi attestarsi mediamente intorno al 45%. Perché accade questo? Lo scopriremo durante l’evento. E i dati nonché le analisi, che seguiranno daranno una visione davvero nuova su un tema che da tempo, anche in Europa, è al centro del dibattito.

“Tutto il sistema AdEPP – sottolinea la Vice presidente vicaria di AdEPP Tiziana Stallone – è estremamente sensibile al sostegno delle donne. Ne è testimonianza la declinazione del welfare delle casse sempre più ritagliato sulla questione di genere per il sostegno alle professioniste e alla genitorialità. È importante però che le misure non siano solo contestualizzate in alcuni momenti specifici della vita lavorativa, come la nascita di un figlio, perché le difficoltà delle professioniste si sviluppano durante tutto il percorso professionale inclusa la cura dei genitori anziani. È necessario potenziare e trasferire agli iscritti nuovi strumenti, come ad esempio le piattaforme telematiche professionali specializzate, che consentano di svolgere l’attività anche da remoto. Immaginare nuove misure di sostegno da rimodellare proprio sulla base delle esigenze manifestate dai nostri iscritti”.

“L’indagine condotta dall’Adepp tra oltre 100mila iscritti ci offre uno strumento prezioso di analisi e di prospettiva – spiega la Presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni – Conoscere in maniera approfondita i bisogni e le necessità dei nostri iscritti, in questo caso in particolare le professioniste, è fondamentale per individuare in maniera sempre più precisa le tutele e i sostegni da proporre alle nostre platee. Allo stesso tempo ci aiuta a elaborare proposte e suggerimenti al legislatore con un unico obiettivo: fare in modo che i professionisti contribuiscano sempre di più alla ricchezza culturale ed economica del paese. In questo caso, la ricerca ci fornisce diversi spunti di intervento per migliorare la qualità del lavoro e del reddito delle professioniste: una sfida che le casse riunite nell’Adepp non possono permettersi di perdere”.