Rapporto di previsione strategica dell’UE

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Il 10 luglio, la Commissione europea ha presentato agli Stati membri la relazione di previsione strategica 2023 che quest’anno si concentra sulla “la sostenibilità e il benessere delle persone” proponendo dieci azioni concrete per il conseguimento di questi obiettivi sfidanti.

L’Unione europea è impegnata in una profonda e ambiziosa transizione verso la neutralità climatica e la sostenibilità. Questa transizione verso un’economia a zero emissioni richiederà alcuni decenni e dovrà sposarsi con gli obiettivi di autonomia strategica e di competitività a lungo termine dell’UE, di sostegno al modello europeo di economia sociale di mercato e di rafforzamento della leadership globale dell’UE.

Il rapporto 2023 fornisce una panoramica delle sfide che abbiamo davanti e propone dieci aree di intervento per realizzare una transizione di successo. A titolo esemplificativo il rapporto propone ai decisori politici degli Stati membri di adeguare il PIL al fine di tener conto di diversi fattori tra i quali la salute e l’ambiente.

Nel corso della transizione verso la sostenibilità – sia economica che sociale – l’UE deve affrontare diverse sfide, quali: i. l’evoluzione dei cambiamenti geopolitici che mettono in discussione la cooperazione internazionale sulle questioni globali, come il cambiamento climatico o la transizione energetica; ii. la necessità di un nuovo modello economico, incentrato sul benessere delle persone e della natura, che distingua la crescita economica dall’uso delle risorse e compia le scelte necessarie per il passaggio a una produzione e a un consumo più sostenibili. Se si pensa che circa il 75 % delle imprese della zona dell’euro dipende fortemente dalle risorse naturali si comprende come sostenibilità economica, sociale e ambientale siano inestricabilmente connesse; iii. la crescente domanda di competenze adeguate a un futuro sostenibile (come rilevato anche dal Rapporto ESDE 2023). Per la competitività dell’Unione è fondamentale avere a disposizione lavoratori e lavoratrici dotati di adeguate competenze tecniche e trasversali (l’85% delle imprese europee oggi dichiara di non disporre di personale con le competenze necessarie per affrontare la transizione verde e digitale); iv. la carenza di risorse adeguate, per la transizione verso la sostenibilità che richiede investimenti senza precedenti (e sufficienti) sia dal settore pubblico che da quello privato.

Il rapporto individua dieci aree di intervento che richiedono una risposta politica per garantire che la transizione verso la sostenibilità sia incentrata sul benessere delle persone e della società, ossia:

  1. Garantire un nuovo contratto sociale europeo con politiche di welfare rinnovate e un’attenzione particolare ai servizi sociali di elevata qualità.
  2. Migliorare il mercato unico per promuovere un’economia resiliente a zero emissioni, con particolare attenzione all’autonomia strategica aperta e alla sicurezza economica.
  3. Rafforzare la posizione dell’UE sulla scena mondiale per aumentare la cooperazione con i partner principali.
  4. Sostenere lo spostamento della produzione e del consumo verso la sostenibilità, puntando sulla regolamentazione e promuovendo stili di vita equilibrati.
  5. Passare a un’“Europa degli investimenti” con il supporto di un’azione pubblica che catalizzi i flussi finanziari per le transizioni.
  6. Rendere i bilanci pubblici rispondenti ai requisiti della sostenibilità grazie a un quadro fiscale e a una spesa pubblica efficienti.
  7. Continuare a spingere gli indicatori politici ed economici verso un benessere sostenibile e inclusivo, anche adeguando il PIL per diversi fattori.
  8. Garantire che tutti gli europei possano contribuire alla transizione aumentando la partecipazione al mercato del lavoro e concentrandosi sulle competenze future.
  9. Rafforzare la democrazia ponendo l’equità generazionale al centro del processo decisionale per rafforzare il sostegno alla transizione.
  10. Perfezionare la protezione civile con la “prevenzione civile”, rafforzando gli strumenti di prevenzione e di risposta dell’UE.

Le prossime tappe

Assieme al lavoro condotto in materia di previsione dalla Presidenza spagnola dell’UE, la relazione della Commissione dovrebbe anche fornire argomento di confronto fra i leader del Consiglio europeo informale di Granada a ottobre 2023.

A novembre 2023, la Commissione co-organizzerà, insieme al Parlamento europeo, la conferenza annuale del Sistema europeo di strategia e analisi politica (ESPAS). Sarà l’occasione per verificare e discutere i principali risultati del rapporto 2024 sulle tendenze globali interistituzionali e riflettere sulla strada da seguire.

Il contesto

La previsione strategica è stata voluta dalla Commissione per sostenere il percorso accorto e ambizioso verso la realizzazione delle sei aspirazioni principali della Presidente von der Leyen.

Dal 2020, pertanto, vengono predisposte le relazioni annuali di previsione strategica per dare forma alle priorità, al programma di lavoro e alla programmazione pluriennale della Commissione europea. Il rapporto di quest’anno prende le mosse dalle precedenti edizioni, che si sono concentrate sulla resilienza come nuova bussola per l’elaborazione delle politiche dell’UE (2020), sull’ autonomia strategica dell’UE (2021) e sul gemellaggio tra la transizione verde e quella digitale (2022).

L’analisi presentata nel Rapporto di previsione strategica 2023 si basa su un esercizio di previsione inclusivo e partecipativo condotto dal Centro comune di ricerca (JRC) dell’UE, integrato da ampie consultazioni con gli Stati membri, con le altre istituzioni dell’UE nel quadro dell’ESPAS e con i cittadini attraverso un invito a presentare elementi pubblicato su “Have Your Say”.

I risultati dell’esercizio di previsione sono presentati nel rapporto Science for Policy del Centro comune di ricerca dal titolo: “Verso un’Europa equa e sostenibile nel 2050: scelte sociali ed economiche nelle transizioni verso la sostenibilità”.

 

Per consultare il rapporto

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