Ripartire dalle radici

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di Alberto Oliveti*

Essere previdenti significa essere pragmatici, guardare avanti per essere tempestivi, tenendo alta l’attenzione ai cambiamenti della società.

Mutano le pratiche e le tecnologie, e su queste trasformazioni dobbiamo conformarci, nella prospettiva di un’etica della responsabilità.

Dobbiamo adattare il nostro ruolo al cambiamento, ma chiediamo anche alla politica e al mondo dell’economia di essere ascoltati.

In questo senso, quindi, sta a noi raccontare in modo opportuno il nostro ruolo di Cassa di previdenza che dà attuazione a una mutualità intracategoriale nell’autonomia, anche attraverso questo Bilancio sociale. Sta a noi sostenere chi siamo e cosa stiamo facendo, come liberi professionisti.

E allora partiamo dai nodi cruciali.

Le libere professioni hanno ancora un senso con il cambiamento che sta avvenendo?

Io credo di sì, ma dobbiamo dare sostanza a questo senso, e l’Enpam lo sta facendo impegnandosi ad ogni livello.

Dobbiamo ripartire da una maggiore riconoscibilità sociale, da una parte, e dall’altra ridefinire gli assetti della libera professione.

La Fondazione Enpam è la casa comune di tutti i medici e gli odontoiatri italiani, in quanto iscritti agli Ordini, e vive del lavoro autonomo, quello esercitato direttamente nel rapporto con il paziente, e quello invece intermediato da un terzo pagante, quindi come effetto di convenzionamento e accreditamento.

Vogliamo rilanciare il concetto di prossimità nella medicina del territorio, che è poi l’obiettivo scritto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e nel disegno di riforma del Servizio sanitario nazionale.

Partiamo però dalla consapevolezza che nel progetto del Pnrr le Case di Comunità non riusciranno da sole a rispondere alle esigenze. E allora sarà essenziale rilanciare gli studi professionali che sono il luogo in cui il rapporto fiduciario si sostanzia ogni giorno e in tutto il territorio italiano. La Fondazione Enpam sta lavorando a un progetto che permetta concretamente ai professionisti di aggregarsi in studi più strutturati, più attrezzati e connessi.

Il nostro obiettivo infatti è di dare sostegno al sistema non solo pagando pensioni ed erogando assistenza ai bisogni e alle fragilità, sempre più impellenti anche sotto la pressione degli sconvolgimenti climatici e ambientali, ma anche garantendo un welfare che permetta di conciliare la vita personale con il lavoro e allo stesso tempo crei opportunità professionali.

Puntiamo inoltre sulla costruzione di nuovi assetti lavorativi e sulla formazione costante degli iscritti riguardo alle nuove frontiere della sanità digitale. Per questo come Enpam abbiamo realizzato la piattaforma d’informazione e formazione Tech2doc, gratuita per tutti gli iscritti.

La sanità digitale non è di là da venire, ma è già tra noi e di fronte alla sfida delle continue innovazioni tecnologiche dobbiamo ripensare alla nostra professione. Bisogna quindi fare in modo che l’intelligenza artificiale e tutti i nuovi strumenti digitali non arrivino a minacciare il lavoro di medici e odontoiatri ma diventino un amplificatore delle loro competenze.

In questo tempo di grande sviluppo tecnologico occorre tenere il passo con le evoluzioni e anticipare le preoccupazioni, anche etiche, come quelle suscitate da una futuribile autonomia dei robot basati sull’intelligenza artificiale, sofisticati simulatori dell’intelligenza umana, in contrapposizione all’autonomia professionale dei medici.

Altro nodo cruciale è ridefinire gli orizzonti temporali della sostenibilità previdenziale.

In altre parole, ha ancora senso parlare di una sostenibilità a 50 anni in un momento in cui la situazione demografica, politico economica, ambientale impongono un ripensamento degli strumenti e delle strategie che consentono di sostenere realmente le sfide del presente e dell’immediato futuro?

Su questo punto proseguirà il nostro confronto con i decisori nell’impegno di difendere la nostra autonomia che ci ha consentito di raggiungere risultati e di mantenere gli impegni presi con gli iscritti come questo Bilancio documenta.

È ora di ripensare a nuove categorie facendo tesoro dell’esperienza. Le sfide del tempo impongono di utilizzare la potenzialità innovativa del pensiero laterale, e cioè l’abilità di pensare in modo creativo fuori dagli schemi, guardare le cose secondo una prospettiva diversa per trovare risposte non sempre immediatamente evidenti e trarre ogni potenziale beneficio anche dallo studio dell’errore come motore di progresso scientifico ed educativo.

Il bilancio sociale è l’occasione, come ogni anno, per fare il punto su quanto si sta facendo e tracciare nuovi percorsi.

*Presidente AdEPP e Enpam