L’accordo commerciale e di cooperazione UE-Regno Unito due anni dopo: Un’analisi delle prime evidenze

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Il 14 novembre 2022, la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ha approvato la richiesta congiunta della Commissione per gli affari esteri (AFET) e della Commissione per il commercio internazionale (INTA) di affidare loro la stesura di una relazione di attuazione dal titolo: Attuazione dell’accordo commerciale e di cooperazione UE-Regno Unito (relatori: Andreas Schieder, S&D, Austria, e Sean Kelly, PPE, Irlanda). Al dossier sono state quindi associate altre dieci commissioni del PE interessate dalle evidenze della valutazione (AGRI, CULT, ECON, EMPL, ENVI, ITRE, IMCO, LIBE, PECH e TRAN).

La valutazione mira a sostenere il lavoro di controllo delle commissioni per gli affari esteri e per il commercio internazionale sul tema nonché ad accompagnare la predisposizione della relazione sull’attuazione.

Come noto, l’Accordo commerciale e di cooperazione tra UE e Regno Unito (TCA) ripristina le relazioni dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE (Brexit). Esso prevede l’esenzione da tariffe e contingenti per tutti i beni e l’accesso completo al mercato, oltre a stabilire regole per i servizi e gli investimenti.
Sono stati concordati accordi preferenziali in settori quali, ad esempio, il commercio di beni e servizi, gli appalti pubblici, l’aviazione, il trasporto stradale, l’energia e la pesca.
Questi nuovi accordi di cooperazione sono sostenuti da impegni reciproci per garantire condizioni di parità per una concorrenza aperta e leale e per contribuire allo sviluppo sostenibile.
Tenuto conto che l’Accordo TCA è in vigore solo da due anni, lo studio del centro studi del Parlamento europeo (EPRS) cerca di analizzare e valutare i primi risultati, i benefici, i rischi e le sfide legate alla sua attuazione sia per l’UE che per i suoi Stati membri.

Lo studio analizza pertanto i primi risultati, i benefici, i rischi e le sfide legate all’attuazione dell’Accordo sul commercio e la cooperazione in applicazione provvisoria dal gennaio 2021 e in vigore dal 1° maggio 2021, per l’UE e gli Stati membri.

Lo studio si concentra su tre aree specifiche dell’implementazione dell’Accordo TCA. A tal fine esamina le relazioni delle istituzioni dell’UE e fornisce dati raccolti dalle regioni degli Stati membri dell’UE, concentrandosi sulle conseguenze iniziali e sull’impatto (potenziale) dell’Accordo sulle disposizioni in materia di parità di condizioni – in particolare quelle relative alla tutela dell’ambiente e dei diritti sociali e del lavoro – e ai flussi commerciali tra l’UE e il Regno Unito.
Lo studio fornisce un’analisi visiva e longitudinale dei flussi commerciali UE-Regno Unito (a partire dal 2016), prendendo in considerazione anche i fattori di disturbo interni ed esterni, e gli elementi di discontinuità e continuità osservati, anche grazie alla contestualizzazione dei dati forniti dalla Commissione europea. Inoltre, si analizza la posizione del Parlamento europeo sull’Accordo TCA UE-Regno Unito, approfondendo le risoluzioni, le interrogazioni orali e scritte e le possibilità di una cooperazione rafforzata tra UE e Regno Unito, nonché di un migliore monitoraggio dell’attuazione dell’Accordo stesso.
Lo studio delinea quindi le potenziali fonti di tensione nelle relazioni tra Unione europea e Regno Unito che possono ostacolare l’applicazione dell’Accordo tra UE-Regno Unito. Infine, sono esaminate le valutazioni dell’UE sullo stato di attuazione dell’Accordo a livello nazionale e regionale, presentando anche le opinioni degli esperti in materia.
Infine, si analizza l’esame del Parlamento europeo sull’accordo di libero scambio tra UE e Regno Unito, tracciando possibili vie di miglioramento delle prestazioni, affinché l’Accordo possa contribuire a ripristinare la fiducia tra le parti contraenti.

In prospettiva, lo studio propone cinque linee d’azione per migliorare l’attuazione dell’Accordo e affrontare i potenziali impatti a medio termine:

1. Affrontare le circostanze impreviste e le carenze emerse nel Protocollo Irlanda/Irlanda del Nord e garantire l’attuazione del c.d. “Quadro di Windsor”. Tra le sfide potenziali più evidenti vi sono: le reazioni all’introduzione di nuovi posti di controllo alle frontiere; i costi legati all’etichettatura e all’imballaggio di prodotti che saranno venduti solo in Irlanda del Nord; le diverse applicazioni dell’IVA; le diverse interpretazioni da parte dell’UE e del Regno Unito delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato. Per estensione, è probabile dette problematiche si ripercuotano sull’attuazione dell’Accordo tra UE e Regno Unito.
2. Il rafforzamento delle relazioni politiche tra l’UE e il Regno Unito potrebbe anche migliorare la volontà di attuare l’Accordo TCA. Sono già in corso discussioni a livello politico e diplomatico anche su aree politiche che non rientrano nell’Accordo attuale, in particolare la sicurezza e la difesa e la risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Ciò dimostra che, sebbene il Regno Unito rimanga impegnato ad accertare la propria autonomia e a sganciarsi dall’UE, entrambe le parti continuano a condividere molti interessi globali, che si tratti di multilateralismo, salute globale o sicurezza europea.
3. Per contrastare l’imprevedibilità che le imprese si trovano ad affrontare nel contesto delle relazioni commerciali UE-Regno Unito, le parti interessate dell’UE chiedono una politica economica britannica chiara, affidabile, sostenibile e ben comunicata. A tal fine, la ricerca dell’UE ha avanzato proposte di intervento in tre aree politiche chiave. Le azioni comprendono: i) facilitare il commercio di beni attraverso un maggiore riconoscimento reciproco delle norme sui prodotti e delle valutazioni di conformità, in particolare per i settori dell’automazione e della finanza e per i prodotti agricoli e medici; ii) facilitare il commercio di servizi attraverso regolamenti più semplici e trasparenti prescritti da un’unica fonte; e iii) facilitare la mobilità dei lavoratori attraverso un visto di lavoro uniforme.
4. Gli esperti hanno invitato l’Unione europea a concentrarsi maggiormente sul livello subnazionale e a promuovere le relazioni tra le amministrazioni decentrate, le regioni e le città, la società civile, il mondo accademico e i think tank dell’UE e del Regno Unito. Quando appaiono strozzature a livello nazionale o sovranazionale e le relazioni UE-Regno Unito diventano conflittuali, è a livello subnazionale che si può costruire la fiducia. Le idee avanzate a sostegno di questa opzione includono il decentramento delle iniziative di scambio di studenti, il rafforzamento dei progetti di gemellaggio e il gemellaggio tra città. Per quanto riguarda in particolare l’azione per il clima, gli attori subnazionali possono avere un ruolo sempre più importante nell’esercitare pressioni e nel costruire reti transnazionali per raggiungere la massa critica e scambiare le migliori pratiche.
5. L’UE e il Regno Unito dovrebbero lavorare insieme sull’agenda climatica, in quanto agenda globale. In un momento in cui la portata della divergenza normativa del Regno Unito è ancora non ben definita, alcuni studi hanno dimostrato che il potenziale abbassamento dei livelli di protezione ambientale del Regno Unito potrebbe avere un impatto diretto sulla biosfera dell’UE e minare direttamente l’agenda transnazionale dell’UE.

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