Una svolta per i lavoratori delle piattaforme digitali: raggiunto l’accordo tra Consiglio e Parlamento europeo

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Con un passo storico per il mondo del lavoro digitale, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva volta a migliorare le condizioni di lavoro per milioni di lavoratori delle piattaforme. Nel caso di ratifica durante la procedura formale di adozione, si tratterebbe di una vittoria cruciale per questi lavoratori ai quali sarebbe garantito un migliore accesso ai diritti del lavoro.

La direttiva proposta introduce due miglioramenti chiave: offre chiarezza sulla corretta qualificazione lavorativa dei dipendenti delle piattaforme digitali e stabilisce le prime regole dell’Unione europea sull’uso di sistemi algoritmici sul luogo di lavoro.

L’accordo, accolto con entusiasmo, rappresenta una svolta storica per i lavoratori delle piattaforme nell’Unione Europea. Secondo Yolanda Díaz, vicepremier spagnola e Ministra del Lavoro e dell’economia sociale, “una volta confermato dal Consiglio e dal Parlamento, garantirà una migliore protezione complessiva per i lavoratori delle piattaforme. In particolare, contribuirà a garantire che coloro che sono stati erroneamente classificati come lavoratori autonomi abbiano un accesso più facile ai loro diritti come dipendenti ai sensi delle norme dell’Unione europea“.

Attualmente, la maggior parte dei 28 milioni di lavoratori delle piattaforme nell’UE, tra cui tassisti, collaboratori domestici e fattorini, è ufficialmente annoverata tra i “lavoratori autonomi”. Tuttavia, molti di essi sono soggetti alle stesse regole e restrizioni dei lavoratori dipendenti, a riprova di un evidente rapporto di lavoro dipendente, che dovrebbe invece garantire loro i diritti lavorativi previsti dalla legge nazionale e europea.

L’accordo provvisorio si propone di affrontare i casi di classificazione erronea, semplificando il percorso affinché questi lavoratori possano essere riclassificati e trattati come dipendenti. Secondo l’accordo, i lavoratori saranno considerati legalmente dipendenti da una piattaforma digitale (anziché autonomi) se il loro rapporto con la piattaforma soddisfa almeno due dei cinque indicatori stabiliti nella direttiva. Tra questi indicatori ci sono limiti superiori per il compenso, supervisione delle prestazioni, controllo sulla distribuzione dei compiti, controllo sulle condizioni lavorative e restrizioni sulla scelta degli orari. Gli Stati membri possono aggiungere ulteriori indicatori secondo il diritto nazionale.

Nei casi in cui si applica la presunzione legale, sarà compito della piattaforma digitale dimostrare che non esiste alcun rapporto di lavoro secondo la legge e prassi nazionale.

Le piattaforme digitali spesso utilizzano algoritmi per la gestione delle risorse umane, creando una mancanza di trasparenza sulle decisioni e sull’uso dei dati personali. L’accordo con il Parlamento garantisce che i lavoratori siano pienamente e correttamente informati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggio e decisione. Vieta inoltre alle piattaforme digitali di processare determinati tipi di dati personali tramite tali sistemi, compresi dati sull’emotività o la psicologia dei lavoratori, conversazioni private, dati predittivi su attività sindacali, dati etnici, biometrici e altro.

Secondo le nuove regole, questi sistemi dovranno essere monitorati da personale qualificato, e protetti con una speciale protezione rispetto ai trattamenti avversi. La sorveglianza umana è garantita anche per decisioni significative, come la sospensione degli account.

L’accordo provvisorio dovrà essere ratificato dal Consiglio e dal Parlamento e successivamente formalmente adottato da entrambe le istituzioni dopo una revisione legale e linguistica. Una volta completate le fasi di adozione formale, gli Stati membri avranno due anni per incorporare le disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale.

Con l’economia delle piattaforme in rapida crescita, il numero di lavoratori delle piattaforme dovrebbe raggiungere i 43 milioni entro il 2025. L’accordo mira a colmare la zona grigia che circonda lo status occupazionale di questi lavoratori. La proposta della Commissione è stata presentata nel dicembre 2021 per garantire ai lavoratori delle piattaforme il corretto status occupazionale e trasparenza nell’uso degli algoritmi. L’accordo rappresenta un passo avanti nel garantire diritti fondamentali e una maggiore equità nei luoghi di lavoro digitali, segnando un cambiamento significativo per i lavoratori delle piattaforme in tutta l’Unione Europea.

 

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