Colmare i divari di genere nel mercato del lavoro

86

Le disuguaglianze di genere presenti nell’UE continuano a rappresentare una sfida per la piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Gli obiettivi principali dell’Unione per il 2030 all’interno del Piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, prevedono che almeno il 78% di adulti europei siano occupati entro quella data e che il 60% partecipino a corsi di formazione ogni anno. Sono obiettivi sfidanti, che per quanto concerne le donne richiedono uno sforzo significativo per rimuovere gli ostacoli e promuovere la loro partecipazione al mercato del lavoro (e il contemporaneo contributo al raggiungimento di detti obiettivi).

La situazione

A dicembre 2023, infatti, nonostante presentino risultati superiori agli uomini in termini di istruzione e formazione, solo il 67,7% delle donne europee sono occupate, rispetto a un tasso di occupazione maschile del 78,5%.

Uomini e donne rimangono nei percorsi di istruzione e formazione per un simile numero di anni. Tuttavia, in alcuni territori le donne si mostrano maggiormente attive in Svezia (+12%), in Danimarca (+7%), in Finlandia (7%).

Solo il 7,5% dei presidenti dei consigli di amministrazione e il 7,7% dei componenti sono donne.
Infine, il 75% della cura e del lavoro domestico non retribuiti sono svolti dalle donne.

Secondo la Commissione europea, il potenziale non sfruttato delle donne, ossia il contributo che esse potrebbero offrire ad alcuni settori chiave dell’economia, quali quelli della transizione verde e di quella digitale, è particolarmente rilevante. Si tratta del 33% nelle energie rinnovabili, di oltre il 20% di specialisti delle TCI, e del 34% di specialisti laureati nelle discipline STEM.

Tra le iniziative che l’Unione europea ha dedicato alla parità di genere nello sviluppo di competenze e sul lavoro, si segnalano:

  • La Strategia dell’UE per la parità di genere 2020-2025, l’Agenda europea per le competenze e la Comunicazione sullo Spazio europeo dell’educazione, e la Comunicazione dello Spazio europeo dell’istruzione, che mirano a rompere gli stereotipi di genere, ad affrontare le carenze di competenze e a fornire pari opportunità di sviluppo delle competenze.
  • La Strategia Donne in Digitale, il Piano d’Azione per l’Educazione Digitale e il Decennio Digitale che mirano a rendere le competenze e le carriere digitali più attraenti per le ragazze e le donne. La proposta di raccomandazione del Consiglio sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali mira anche a risolvere il problema della scarsa rappresentanza femminile nel settore delle TIC. I progetti dell’UE come Girlsgocircular sostengono questi obiettivi. La Bussola digitale mira a raggiungere 20 milioni di specialisti delle TIC nell’UE entro il 2030, applicando la parità di genere.
  • Le iniziative dell’UE per promuovere il talento, l’imprenditorialità e lo sviluppo delle competenze delle donne includono la piattaforma online WeGate e la Rete europea di mentori per le donne imprenditrici.
  • Anche il pacchetto di sostegno all’occupazione giovanile si concentra sulle giovani donne, con la Raccomandazione del Consiglio sulla Garanzia per i giovani, che affronta i divari occupazionali di genere. La raccomandazione del Consiglio sull’istruzione e la formazione professionale (VET) che mira a rendere l’istruzione e la formazione professionale più attraenti per le donne
  • La Nuova agenda europea per l’innovazione e la Strategia europea per le università mirano ad attrarre e trattenere le donne innovatrici e ad aumentare l’equilibrio di genere tra gli studenti e il personale accademico nei settori STEM.
  • Il Patto per le competenze e l’Alleanza europea per l’apprendistato promuovono la parità di genere nello sviluppo delle competenze.
  • La Raccomandazione del Consiglio sulla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia (Early Childhood Education and Care) sottolinea il ruolo cruciale di questi servizi nel promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. I nuovi obiettivi al 2030 per gli Stati membri sono fissati ad almeno il 50% di utilizzo di questi servizi per i bambini di età inferiore ai 3 anni e al 96% per i bambini di età compresa tra i 3 anni e l’età di inizio dell’istruzione primaria obbligatoria.
  • La direttiva sulle pari opportunità e la parità di trattamento sul lavoro, la direttiva sull’equilibrio tra lavoro e vita privata per i genitori e le persone che prestano assistenza, la direttiva sulla parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, la direttiva sulla parità di trattamento tra uomini e donne nell’accesso a beni e servizi e la direttiva sul miglioramento dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione promuovono la parità di genere nell’accesso all’occupazione, alla formazione e allo sviluppo della carriera.

 

L’UE mette a disposizione delle politiche per sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro: 99 miliardi di euro del FSE+ dedicati al finanziamento di formazione, aggiornamento e riqualificazione delle donne, 806 miliardi di euro dello strumento di ripresa e resilienza (RFF) mediante i PNRR con l’obbligo per gli Stati membri di promuovere la parità di genere nell’accesso alle risorse; 26,2  miliardi di euro dal programma Erasmus+ per le iniziative di istruzione e formazione per le ragazze/donne comprese i progetti per migliorare la partecipazione femminile in settori storicamente a prevalenza maschile, come le STEM; infine, 95,5 miliardi di euro del programma Horizon Europe per progetti che, tra l’altro, promuovano la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione.

 

Per maggiori informazioni consultare il link