Pagliuca (Cnpr): “Lavoriamo per rendere sempre più efficienti servizi e prestazioni”

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“Il futuro delle Casse di previdenza privatizzate lo stiamo costruendo attraverso una gestione oculata che ci tiene al riparo dai fenomeni di invecchiamento complessivo della popolazione. Abbiamo una buona prospettiva di sostenibilità e dovremo proseguire su questa strada essendo sempre più proattivi per i nostri colleghi. Dalla semplice previdenza siamo passati all’assistenza sanitaria integrativa e poi a un modello di welfare attivo cercando sistemi di incentivazione dell’attività professionale. Le risorse devono essere investite in settori che possono produrre opportunità per i nostri professionisti. Eliminare la doppia tassazione per le Casse consentirebbe di aumentare questo processo potendo disporre di ulteriori risorse economiche. La strada è in salita, ma stiamo lavorando per rendere sempre più efficienti servizi e prestazioni”. Lo ha dichiarato Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, nel corso del VII forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili “La riforma del fisco e la legge di bilancio 2024” promosso da Italia Oggi con il patrocinio della Cnpr.

“Per il biennio 2023/2024 registriamo uno status ottimale e chiuderemo il bilancio 2023 superando 11mld di patrimonio con una crescita degli iscritti nonostante le difficoltà evidenti e la perdita di appeal per la professione”, ha sottolineato Stefano Distilli, numero uno della Cassa Dottori Commercialisti.

“Siamo resilienti sia in termini di redditi medi degli iscritti passando dai 74mila euro medi del 2022 agli 84mila del 2023. Questo ci permette di guardare al futuro con serenità. Il nostro sistema – ha aggiunto il presidnete della Cdc – è sempre più un pilastro del nostro sistema fiscale: raccogliamo 12mld di contributi ed eroghiamo prestazioni per 7,7 mld. A livello fiscale come imposizione diretta versiamo 650 mln all’anno e generiamo indirettamente altri 2mld di imposizione fiscale”.

Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, ha illustrato un’analisi sulle criticità dei collegi sindacali: “Serve un tavolo di lavoro che riordini i sistemi di controllo rendendo il Collegio sindacale organo di secondo livello. Una visione moderna che già sta avvenendo per le società quotate. Ci troviamo di fronte al paradosso che, da un lato, le aziende non riescono più a trovare professionisti disposti ad assumere queste responsabilità; dall’altro molte assicurazioni si rifiutano di assumere il rischio assicurativo determinando problemi insormontabili per i professionisti poiché a livello legislativo tutta la responsabilità si focalizza sul collegio sindacale. C’è un emendamento che limita la responsabilità economica del sindaco sempre più esposto a richieste milionarie di fronte a compensi davvero esigui. E’ un buon punto di partenza”.

Sul ruolo dei professionisti alla luce della svolta fiscale si è soffermato Luca Asvisio, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino: “La rivoluzione fiscale tanto attesa in realtà è meno rilevante di ciò che si attendeva. C’è una grande aspettativa da parte degli iscritti su quello che è il rapporto fisco – contribuente mediato dal commercialista. Un dialogo spesso tra sordi sul quale cerchiamo di lavorare. Il fisco deve migliorare così come la spesa per la pubblica amministrazione. Si parla di un nuovo calendario fiscale che dovrebbe alleviare gli impegni dei nostri studi che da aprile a novembre sono bloccati con le dichiarazioni non potendo così lavorare sulla programmazione. Ci sarà una crescita esponenziale delle grandi aziende con la riduzione delle pmi. Gli effetti li subiremo anche noi e per questo dovremo trovare nuovi spunti di attività in nuovi ambiti come i controlli di gestione, l’internazionalizzazione, gli Esg”.

Il focus sulla cooperative compliance ha visto protagonista Enrico Terzani, numero uno dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Firenze: “E’ una delle grandi novità di questa riforma fiscale. Un accordo preventivo sottoscritto da Agenzia e contribuente con l’intervento di un dottore commercialista e un avvocato. Attualmente riguarda le aziende che hanno fatturato oltre 1 mld ma successivamente sarà ampliata la platea prevedendo l’integrazione di aziende con fatturati progressivamente inferiori. Noi siamo chiamati a esprimerci sui rischi delle aziende non solo dal punto di vista fiscale ma anche per quelli relativi ai mercati o ai cambi. E’ evidente che lo spirito è quello di evitare accertamenti e contenziosi. In Italia il livello di evasione resta elevato ma anche la PA deve dimostrare più efficienza. Il monte crediti dell’Agenzia è di 1000 mld, ciò vuol dire che esistono problemi seri di riscossione. La cooperative compliance può favorire una parte dell’emersione”.