Il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale in sintesi – Rapporto statistico 2023 

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La libera circolazione delle persone nell’UE è elemento essenziale per il mercato unico. Essa non sarebbe possibile senza la garanzia che i cittadini non perdano i loro diritti di sicurezza sociale quando si trasferiscono in un altro Stato membro. Per proteggere i diritti di sicurezza sociale delle persone che si spostano all’interno dell’UE, dei paesi EFTA e del Regno Unito, sono state stabilite regole comuni. Il risultato di tali regole dell’UE è un livello di coordinamento della sicurezza sociale di alta qualità basato su alcuni principi chiave: divieto di discriminazione, aggregazione dei periodi assicurativi, esportabilità delle prestazioni e determinazione di una legislazione unica applicabile.

I Regolamenti (CE) n. 883/2004 e (CE) n. 987/2009, dunque, proteggono i diritti dei cittadini che si spostano all’interno dell’UE/EFTA e del Regno Unito, ma lo fanno “coordinando” i vari sistemi di sicurezza sociale e non intendono “armonizzarli”. Di conseguenza, gli Stati membri sono ancora liberi di decidere quali benefici concedere, a chi, in quali circostanze e per quanto tempo. Inoltre, il coordinamento può essere applicato solo rispetto alla legislazione concernente prestazioni sociali che rientrano nell’ambito materiale dei regolamenti medesimi.

Questi ultimi proteggono, nel campo della sicurezza sociale, tutte le persone che si spostano in un altro Stato membro sia per motivi legati al lavoro (ad esempio, lavoratori frontalieri, lavoratori distaccati, lavoratori stagionali, viaggiatori d’affari, ecc.) sia per altri motivi (ad esempio, vacanze, cure mediche pianificate, trasferimento all’estero come persona pensionata, ricongiungimento familiare, ecc.).

Lo studio, pubblicato l’8 marzo, si fonda sull’evidenza dei dati e illustra gli effetti sui cittadini europei di tali regole di coordinamento. I cittadini europei, grazie all’applicazione dei citati regolamenti, possono esercitare il loro diritto alla libera circolazione beneficiando di una vasta protezione sociale transnazionale. Negli ultimi dieci anni, sono stati raccolti dati statistici che consentono di comprendere l’importanza di queste norme per milioni di cittadini in termini di: accesso all’assistenza sanitaria, pensioni, prestazioni familiari, benefici per la maternità e paternità (ed equivalenti), sussidi di disoccupazione. Di seguito si riepilogano alcuni dei principali risultati nel periodo considerato.

Sono triplicati i documenti portatili A1 (PD A1) concessi alle persone distaccate in un altro Stato membro e a coloro che operano on più Stati membri, raggiungendo nel 2022 la quota di circa 4,6 milioni di “Documenti Portatili A1”; la Germania e la Polonia sono i principali Stati membri emittenti di questi documenti.

La carta europea di assicurazione malattia (EHIC) è usata per l’assistenza sanitaria transfrontaliera. Nel 2022, c’erano circa 242 milioni di EHIC in circolazione. In media, l’impatto sulle finanze pubbliche dell’assistenza sanitaria transfrontaliera ammonta a circa 4,5 miliardi di euro, con un calo temporaneo osservato durante la pandemia di Covid-19. Nel 2022, circa 6,2 milioni di pensioni sono state pagate a persone residenti in un altro Stato membro, per una spesa equivalente a circa 26,6 miliardi di euro.

Mentre si osserva una crescita costante nel numero di prestazioni di disoccupazione esportate tra il 2014 e il 2019. Questa crescita si è interrotta nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19, ma successivamente il numero di prestazioni di disoccupazione esportate è rimasto stabile. L’export dei benefici di disoccupazione tramite i Documenti Portatili U2 (PD U2) è diminuito dal 2020, ma la Germania rimane il principale Stato membro emittente.

Quanto alle pensioni, nel 2022, circa 6,2 milioni di pensioni sono state pagate a persone residenti in un altro Stato membro per un totale di circa 26,7 miliardi di euro, con Germania, Francia e Svizzera come principali esportatori e Germania, Spagna, Italia, Francia e Portogallo come principali importatori.

Le cifre sull’esportazione delle prestazioni familiari mostrano un’evoluzione stabile nella maggior parte degli Stati membri. Nel 2022, oltre 1,1 milioni di membri di famiglie che risiedono in un altro Stato membro hanno ricevuto benefici familiari da altri Paesi (es. Germania, Svizzera, Lussemburgo e Austria). Gli assegni maternità e paternità equivalenti, nel 2022, circa 33.100 assegni di maternità e paternità sono stati esportati per un totale di 248 milioni di euro, con Lussemburgo e Svizzera in evidenza per l’export.

In generale, si evidenzia una tendenza alla crescente mobilità dei lavoratori all’interno dell’UE e alla necessità di coordinare i sistemi di sicurezza sociale per garantire i diritti dei cittadini mobili.

 

Il rapporto statistico fornisce una panoramica dell’impatto delle norme di coordinamento sia in termini di persone coinvolte che di spese sociali pubbliche correlate. Evidenzia conclusioni e identifica tendenze per il settore della sicurezza sociale. Esso è accompagnato da report tematici che possono essere consultati per un’analisi più dettagliata dei dati. Inoltre, è presente un allegato II con informazioni più dettagliate per ciascun report tematico. Infine, il rapporto statistico fornisce nell’Allegato I delle schede riepilogative di una pagina per ciascuno dei 27 Stati membri, i quattro paesi dell’EFTA e il Regno Unito (legislazione applicabile, assistenza sanitaria transfrontaliera, pensioni, disoccupazione, prestazioni familiari e prestazioni per maternità e paternità equivalenti al 2022).

 

Per il rapporto consultare il link