Il Centro studi del Parlamento europeo ha pubblicato la scorsa settimana l’Economic Outlook autunnale evidenziando problemi e sfide nell’attuazione del piano Next Generation EU. A meno di due anni dalla sua conclusione, gli Stati membri dell’Unione europea devono accelerare il completamento dei loro piani di ripresa e resilienza. Il programma, che punta a supportare le riforme strutturali e gli investimenti per favorire la transizione verde e digitale, sta procedendo a diverse velocità nei vari paesi dell’Unione. Alcuni Stati membri, infatti, devono ancora rafforzare la loro capacità amministrativa per gestire e velocizzare l’attuazione dei progetti, mentre altri stanno procedendo con maggiore fluidità. Come noto, il sostegno del NGEU è volto soprattutto a superare le sfide economiche attuali e future.
Il recente “Rapporto Draghi” sulla competitività europea ha sottolineato come, oltre a promuovere le transizioni verde e digitale, sia cruciale investire in settori strategici come l’energia.
La sfida dei costi energetici
Un problema chiave evidenziato dal Centro studi del PE è l’aumento dei costi energetici. Le imprese europee si trovano a dover sostenere costi energetici superiori rispetto ai loro concorrenti negli Stati Uniti e in Cina, fattore che rende urgente la ricerca di soluzioni per abbassare i prezzi dell’energia. Questo aspetto è cruciale non solo per garantire la competitività delle aziende europee, ma anche per contenere l’inflazione crescente. Nel mese di agosto, infatti, l’inflazione nell’UE è scesa al 2,4%, in parte grazie alla stabilizzazione dei prezzi energetici. Nella prima metà del 2024, l’economia europea ha mostrato segnali di ripresa, registrando una crescita dello 0,75% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, gli analisti avvertono che la crescita potrebbe rallentare nei mesi successivi (come sembrano indicare i più recenti indicatori economici).
Quanto ai fondi erogati nell’ambito del NGEU e, in particolare, del suo strumento principale, lo strumento per la ripresa e resilienza (RRF), da giugno 2024 sono aumentati di 34,1 miliardi di euro, portando il totale ricevuto dai paesi membri a 330,4 miliardi. Tra i Paesi che hanno recentemente ricevuto pagamenti figurano Belgio, Irlanda e Paesi Bassi. Inoltre, il Portogallo ha visto la revoca della sospensione parziale di un pagamento a seguito della positiva valutazione, da parte della Commissione, dei progressi conseguiti dal Paese nel raggiungere tre importanti obiettivi di riforma.
Nel 2024, i pagamenti del RRF hanno già raggiunto i 46,5 miliardi di euro. Preoccupa che oltre la metà delle risorse da distribuire nel corso di quest’anno siano ancora nelle casse dell’UE, anche se nel 2023 si era assistito a una significativa concentrazione dei pagamenti nel mese di dicembre (con oltre 38 miliardi di euro erogati in quell’unico mese).
Tra i programmi finanziati dal NGEU, il REACT-EU si distingue per essere stato uno strumento di risposta rapida alla crisi, con un tasso di attuazione dei pagamenti del 76%. Al contrario, i tassi di attuazione dei pagamenti per le sovvenzioni e i prestiti del RRF si attestano rispettivamente al 50% e al 33%. Il minor tasso di attuazione dei prestiti è dovuto al fatto che alcuni Stati membri hanno richiesto tali finanziamenti solo dopo aver rivisto i loro piani di ripresa e resilienza nel 2023.
Le prospettive e sfide future
La scadenza per il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi dei PNRR è fissata per il 31 agosto 2026. Tuttavia, un recente rapporto della Corte dei conti europea ha segnalato ritardi nell’assorbimento dei fondi del RRF, evidenziando il rischio di non completare tutte le misure previste da parte degli Stati membri.
La Commissione europea ha risposto ai rilievi della Corte dei conti assicurando di essere in procinto di adottare misure volte a migliorare l’attuazione tempestiva ed efficace dei fondi, ribandendo tuttavia che nel caso del NGEU e dei piani di ripresa e resilienza i progressi si misurano non solo attraverso parametri finanziari (es. le richieste di pagamento e l’avanzamento di spesa), ma anche attraverso la rendicontazione semestrale delle riforme e degli investimenti programmati che sono oggetto di esame nell’ambito delle procedure del semestre europeo (risposta dei paesi membri alle raccomandazioni specifiche per paese emesse ogni anno dalla Commissione europea, con il Pacchetto di primavera).
Per consultare il rapporto del centro studi PE cliccare al link seguente:
https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2024/762393/EPRS_BRI(2024)762393_EN.pdf