A mettere il nostro Paese in fondo alla classicìfica è il Global Pension Index 2024 di Mercer e Cfa Institute, che quest’anno compara 48 modelli pensionistici a livello globale (incluso il Vietnam, novità dell’edizione di quest’anno) per una copertura del 65% della popolazione mondiale, secondo il criterio del benchmarking, provando a indicare possibili aree di intervento per migliorarne la qualità.
Adeguatezza, spstenibilità e integrità a quanto sembra non sono il nostro forte visto che restiamo sotto la media europea.
L’ammontare delle prestazioni e il supporto governativo al sistema pensionistico non ci fa raggiungere quella che gli analisti considerano la corretta adeguatezza, che dal 72,7 dello scorso anno tocca poco oltre il 68%.
Per quanto riguarda la solidità attuariale tra contributi e prestazioni, l’Italia segna un piccolo miglioramento da 23,7 a 25,1.
Sull’integrità che rileva il livello di governance e regolamentazione dei sistemi pensionistici, anche qui, stiamo recuperando con il sotto indice cresciuto in un anno dal 75,9 a 77,2: un miglioramento dovuto soprattutto alla crescita dei montanti accumulati dai lavoratori sui fondi pensione privati e dal miglioramento della reperibilità delle informazioni sulla propria posizione individuale.
Non tutto è colpa delle scelte dei singoli Paesi ma dei fattori esterni sui quali si sta discutendo ormai da tempo. La longevità e l’aumento dell’età media, gli alti tassi di interesse praticati sui mercati e l’aumento dei costi delle cure hanno prodotto una maggiore pressione sui bilanci pubblici per sostenere i programmi pensionistici.Senza tralasciare i probelmai legati alla demografia.
“In un mondo in cui i tassi di fertilità stanno diminuendo e l’aspettativa di vita è in aumento, i sistemi pensionistici sono al centro dell’attenzione – sottolinea infatti Marco Valerio Morelli, Ad di Mercer Italia – Occorre garantire un migliore allineamento tra reddito pensionistico pubblico e privato per aumentare la copertura dei dipendenti. Oltre a questo, è fondamentale creare un ambiente di lavoro adeguato in un contesto nel quale saranno sempre di più coloro che desiderano lavorare in età più avanzata”.
“Molti Paesi stanno passando a sistemi a contribuzione definita – afferma Margaret Franklin, presidente e Ceo di Cfa Institute – e ciò richiede che gli individui prendano molte decisioni complesse in materia di pianificazione finanziaria. Molte persone non sono sempre ben preparate, il che evidenzia la necessità di consulenti finanziari etici e con credenziali adeguate»”.