Il Consiglio europeo per l’occupazione, le politiche sociali (EPSCO) riunitosi il 2 dicembre a Bruxelles, ha affrontato una serie di temi cruciali per il futuro del lavoro e della società europea. I ministri del lavoro e delle politiche sociali hanno discusso alcune misure per garantire condizioni più eque per i tirocinanti, delle soluzioni alle sfide demografiche e le strategie per contrastare le carenze di competenze e manodopera nell’UE.
Tra i punti chiave all’ordine del giorno la discussione sulla nuova direttiva dell’UE sui tirocini. La proposta, promossa dalla presidenza ungherese, mira a proteggere i giovani da condizioni di lavoro sfavorevoli, ponendo un freno agli abusi da parte dei datori di lavoro che mascherano rapporti di lavoro come tirocini.
Il testo, che include norme per migliorare le condizioni lavorative dei tirocinanti, ha trovato il sostegno di diversi Stati membri, mentre altri hanno chiesto ulteriori approfondimenti per affrontare le questioni ancora aperte. L’adozione di una posizione comune del Consiglio in merito alla direttiva è stata rinviata alla prossima presidenza polacca.
In parallelo, i ministri hanno esaminato i progressi della raccomandazione per un quadro di qualità rafforzato per i tirocini. Tra le proposte che hanno riscontrato maggiore sostegno: l’obbligo di compensi equi, l’accesso alla protezione sociale per i tirocinanti e la designazione di un mentore per supportare i tirocinanti durante il percorso formativo. Si tratta di un passo significativo verso il riconoscimento del valore del lavoro svolto dai giovani nel corso dei tirocini formativi.
Un altro tema centrale del dibattito del consiglio EPSCO è stato quello delle sfide demografiche, che colpiscono molti Stati membri in forme diverse, ma con conseguenze comuni, ossia, l’invecchiamento della popolazione e i bassi tassi di natalità.
I ministri hanno esplorato le origini della crisi demografica, soffermandosi su temi come le difficoltà economiche e sociali che incontrano i giovani nel costruire una vita indipendente e formare una famiglia. La sessione ha offerto l’opportunità per lo scambio di buone pratiche e soluzioni già implementate a livello nazionale. Tra le politiche condivise dai ministri figurano: i. il lavoro flessibile e le pari opportunità per le donne nel mercato del lavoro; ii. il sostegno finanziario e le agevolazioni fiscali per genitori e caregiver; iii. gli investimenti in strutture per l’infanzia accessibili e di alta qualità; iv. i programmi di apprendimento permanente per gli anziani; v. i progetti per rafforzare la solidarietà intergenerazionale e garantire abitazioni più accessibili. Tutte queste misure sono viste come un primo passo per rispondere all’esigenza di un’Unione che deve reinventarsi per affrontare cambiamenti strutturali profondi.
Carenza di competenze e manodopera: strategie per il rilancio
Quanto alla carenza di manodopera e competenze, i ministri del lavoro hanno discusso delle strategie possibili per il rilancio. L’Europa sta affrontando una sfida cruciale per il mercato del lavoro: la mancanza di manodopera qualificata rischia di compromettere la competitività e la crescita sostenibile dell’Unione. Durante la sessione, i ministri hanno approvato un pacchetto di misure volte a mobilitare il potenziale lavorativo ancora inutilizzato e a sostenere la formazione professionale. Le azioni discusse seguono il Piano d’azione per le carenze di manodopera e competenze, presentato dalla Commissione europea nel marzo 2024 e si concentrano su due priorità: 1. Favorire l’inclusione di gruppi sottorappresentati nel mercato del lavoro, tra cui donne, giovani e anziani; 2. Potenziare le competenze attraverso programmi di formazione, aggiornamento professionale e istruzione mirata.
Il ministro ungherese dell’economia, Márton Nagy, ha sottolineato l’urgenza di intervenire: “Se vogliamo mantenere la nostra leadership globale in termini di innovazione e sviluppo sostenibile, dobbiamo affrontare con decisione le carenze di competenze. Le misure proposte non solo contribuiranno a colmare questi gap, ma aiuteranno anche gruppi vulnerabili a migliorare la loro autonomia economica e sociale.”
Le discussioni del Consiglio riflettono la determinazione dell’Unione europea di rimanere un punto di riferimento globale per quanto concerne la crescita inclusiva e sostenibile. Tuttavia, i ministri sono consapevoli che il successo dipenderà dalla capacità di tradurre queste ambiziose politiche in azioni concrete nei prossimi anni.