
Il 19 marzo la Commissione europea ha presentato un coraggioso piano d’azione per garantire il futuro dell’industria siderurgica europea, un settore fondamentale per l’economia del nostro continente, come pure per le ambizioni in materia di tecnologie pulite e per l’autonomia strategica dell’UE.
Come si legge nell’incipit della comunicazione della Commissione, non è un caso che l’Unione europea sia stata costruita sull’acciaio. L’Europa vanta una lunga e orgogliosa storia di prodotti in acciaio e metalli comuni. Il vantaggio dell’Europa nel settore dell’acciaio pregiato, di altri prodotti siderurgici e dei metalli di base è una risorsa fondamentale per molte industrie e prodotti della filiera. Questi settori sono essenziali per la sicurezza economica e la stabilità sociale dell’UE. Riconoscendone l’importanza strategica, la Competitiveness Compass (gennaio 2025) ha individuato nell’acciaio e nei metalli un settore chiave di intervento.
La lavorazione e produzione di acciaio e altri prodotti siderurgici può non essere competitiva, per costi energetici elevati, per l’esposizione a condizioni di disparità nella concorrenza internazionale, per le esigenze di investimento nella decarbonizzazione e oneri normativi.
Nell’ultimo decennio la quota dell’UE nella produzione mondiale di acciaio si è ridotta al 7-8%, mentre la produzione di alluminio primario rappresenta il 3,8%. Parallelamente, altri paesi, in particolare la Cina e negli ultimi anni l’India, e diversi altri paesi dell’Asia e del Medio Oriente, hanno ampliato massicciamente la loro capacità produttiva, spesso sostenuta da sussidi distorsivi del mercato. Di conseguenza, solo per l’acciaio, nel 2024 la sovraccapacità globale è stata stimata a oltre quattro volte e mezzo il consumo annuo dell’UE.
Sebbene la produzione dell’UE sia ancora in grado di coprire la maggior parte della domanda interna di acciaio (90%) e rame (83%), la situazione è più preoccupante per l’alluminio (46%) e il nichel (25%), soprattutto considerando l’attesa crescita della domanda di detti metalli entro il 2030 e tenuto conto che tutti questi metalli sono essenziali per la difesa (es. nella costruzione dei carri armati). Garantire una catena di approvvigionamento stabile e resiliente per tali materiali è fondamentale per rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea, garantire la preparazione e la sicurezza interna dell’UE, soddisfare le esigenze europee in materia di difesa e aerospaziale e garantire la sovranità tecnologica.
Le industrie europee dei metalli sono impegnate a investire nelle tecnologie di decarbonizzazione e disinquinamento e a contribuire al clima e all’ambiente dell’UE. Tuttavia, l’attuale contesto economico rende più difficile per le industrie metallurgiche dell’UE investire nella decarbonizzazione. Di conseguenza, il business case commerciale e finanziario non è sufficiente ad attrarre investitori e clienti.
Senza un’azione e investimenti solidi, il rischio di chiusura degli impianti e di declino dell’industria rimane reale, con gravi conseguenze per le principali regioni economiche in tutta Europa, nonché per i nostri settori strategici come le industrie della difesa e dello spazio, limitando la loro capacità di fornire capacità e attrezzature critiche con la flessibilità e la velocità necessarie in un contesto geopolitico in rapida evoluzione.
Il Piano delinea misure concrete per migliorare la competitività, prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e promuovere la circolarità. Tra le azioni chiave figurano il rafforzamento dei meccanismi di difesa commerciale, la garanzia di energia pulita e a prezzi accessibili, la mobilitazione di investimenti significativi per le tecnologie verdi, la prevenzione della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, la promozione della circolarità per i metalli; la difesa di posti di lavoro industriali di qualità.
Rafforzando la sua base industriale, l’UE mira a mantenere la leadership nell’acciaio e nei metalli di prossima generazione a basse emissioni di carbonio, salvaguardando l’occupazione e la resilienza in un panorama globale in rapida evoluzione.
La Commissione monitorerà costantemente la situazione del settore, la sua resilienza e la decarbonizzazione in corso, nonché gli eventuali adeguamenti politici necessari, in dialogo con il settore, le parti sociali e i colegislatori.
L’attuazione del percorso di transizione per i settori dei metalli fornirà uno spazio costante per il dialogo tra industria, sindacati e altre parti interessate. Il mandato del gruppo ad alto livello sulle industrie ad alta intensità energetica sarà rinnovato per altri quattro anni per consentire tale attuazione. Fornirà una piattaforma per monitorare gli ultimi sviluppi su questioni legate alla competitività e alla decarbonizzazione dell’industria metallurgica, quali i costi energetici, il fabbisogno di competenze e le sovraccapacità globali.
Stéphane Séjourné, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la prosperità e la strategia industriale, nel presentare il Piano d’azione europeo ha affermato che esso “proteggerà la nostra industria da pratiche commerciali sleali, consoliderà la strategia europea di decarbonizzazione e stimolerà la domanda interna di prodotti industriali a basse emissioni di carbonio.” E ha aggiunto “Lo dobbiamo a tutti i settori economici europei che si basano su una forte industria siderurgica dell’UE, a tutti i lavoratori dei nostri impianti siderurgici e alle prossime generazioni che erediteranno un’Unione europea con un’industria indipendente e prospera. Non ci può essere reindustrializzazione e nessun percorso europeo verso la neutralità climatica senza una base industriale resiliente di acciaio e metalli all’interno dei confini dell’UE.”
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