Ministro Calderone “Ai professionisti non regala niente nessuno”

Così il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, dal palco della presentazione del Report 2025 elaborato dal centro studi di AdEPP sottolinenando che “Le professioni sono strettamente connesse alla società, ogni professione risponde a una necessità che è quella di sovrintendere e garantire un principio costituzionale: il diritto alla lavoro, alla giustizia, alla salute”.

“Guardare ai numeri del Rapporto AdEPP non è solo fare una fredda analisi statistica o un eserciziomatematico. Quei numeri parlano e parlano di imepgno , di ivnestimenti e di risparmi. Vedere i patrimoni che nell’arco di tutti questi anni è sempre aumentato vuol dire anche dare dimensioni di quanto i professionisti italiani abbiano lavorato e contribuito alla creazione di quel patrimonio, attraverso ovviamente ai volumi di affari e  ai redditi dichiarati alle Casse”.

Ma, per il Ministro “Bisogna anche guardare con attenzione a cosa vuol dire responsabilità. La responsabilità che ognuno di voi presidenti di una Cassa di previdenza privata porta adosso, scusate termine poco tecnico, nel momento in cui si siede per la prima volta sulla poltrona della presidenza. Ogni volta che sede avete la responsabilitàma non solo di rappresentare la categoria a cui siete iscritti ma di rappresentare degnamente anche il modo in cui quella categoria poi guardaai bi sogni degli scritti  per dare delle risposte costanti”.

“Guardate che ai professionisti nonregala niente nessuno, anzi il mondo delle professioni è stato spesso visto come un mondo di privilegiati, per tanto tempo è stata anche la narrazione, quel patrimonio che aumenta per qualcuno può essere letto anche “guadate quanti quanto è stato guadagnato dai professionisti italiani in momenti invece di difficoltà dell’economia, Invece se andate a vedere quale è il reddito medio del professionista capite quanoo oggi non ci siano categorie privilegiate e quante sono in sofferenza, ma chi invece quella fotografia della società a cui vi parlavo è esattamente rispecchiata in un andamento medio dei redditi che parla anche di una difficoltà di sostituire il reddito prodotto da chi è in esercizio dell’attività da più anni rispetto ai giovani. E allora attenzione ai giovani, i giovani tempi, accompagnati,  cioè vanno anche assecondati, ma non sempre, soprattutto non vanno assecondati in quelle che sono le spinte che in alcune categorie portano i giovani a cercare sicurezza nell’andare anche a cercare una assimilazione a quelle che possono essere le tutele invece previste per il mondo del lavoro subordinato”.

“Alcune scelte possono essere delle scelte che oggi appaiono necessarie per rispondere a delle esigenze del momento, ma che in futuro invece possono produrre un risultato negativo, certamente su quelli che sono anche gli equilibri previdenziali, ma soprattutto su quello che è la visione e l’impatto delle professioni in termini positivi sul sostegno delle persone e sono soprattutto sulla tutela dei diritti”.

“Sostenere i giovani  – ha sottolineato il Minsitro Calderone – vuol dire anche sostenere i giovani nell’esercizio della professione e soprattutto mettendo loro a disposizione degli strumenti che possano consentire di fare la professione, di superare le fasi di difficoltà, di far crescere il modello professionale e il modello societario che diventa un modello di aggregazione che rende tutti più forti e meno debo rispetto a quelle che possono essere anche lezioni dell’economia e del mercato. Questo comporta certamente anche la necessità da parte delle Casse di investire ancora di più per costruire un sistema di welfare professionale integrato che sia quello della persona”.

Ecco perché