Ricerca Censis/AdEPP. Camporese: “Subito tavolo sui professionisti “. E Poletti dice si

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“Sarebbe autolesionista non fare subito un tavolo di confronto sui professionisti con voi  – ha ribadito il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti durante il convegno organizzato da AdEPP per presentare la ricerca elaborata dal Censis – perché ci sono elementi su cui ragionare. “Nelle prossime settimane, secondo me, arriveremo con il deposito di un documento la cui logica è  quella di cercare di affrontare alcune problematiche specifiche, ad esempio il tema dei ritardati pagamenti delle prestazioni, il tema della maternità  ed altre situazioni che dovrebbe render ancora più chiara la logica fra il fornitore ed il professionista. Noi stiamo lavorando ad un Jobs act del lavoro autonomo. Dobbiamo andare velocemente ma con uno sguardo lungo. Le parole da tenere presente sono Efficienza, efficacia e coesione sociale e il vostro Sistema è importante perché siete una parte che dialoga, avendo stabilito un rapporto di  “Fiducia” con un’altra parte importante del Paese. Mettiamo tutti le risorse dentro le dinamiche di cambiamento”.

E il Presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese, rilancia: “E’ importante confrontarsi urgentemente perché, le professioni mediche e i loro dati ce lo dicono, oggi i nostri medici vanno a lavorare nelle strutture sanitarie all’estero mentre da noi arrivano multinazionali che mettono in atto una concorrenza decisamente sleale. Ci rubano le competenze e dall’altra parte ci colonizzano. Dobbiamo interrompere questo flusso contraddittorio”.

Per il Sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico, Simona Vicari” Il risultato della ricerca costituisce un supporto al gruppo di lavoro sulla competitività delle libere professioni che, dal 15 aprile u.s., ho costituito presso il Ministero dello Sviluppo economico. Lo spaccato che emerge dimostra quello che, purtroppo, anche all’interno del tavolo, si è evidenziato: criticità che, a seguito del perdurare della crisi, si sono fatte più marcate soprattutto tra alcune aree professionali e gruppi generazionali”.

“Alla luce di ciò – sottolinea Simona Vicari –  è necessario che venga riconosciuta e sostenuta la loro centralità, perché le professioni costituiscono il 12.5% di PIL del nostro Paese e, nonostante ciò, ancora vengono identificate come sole prestatrici di un’opera intellettuale e non economica, al contrario di quanto avviene già in Europa (“Qualsiasi entità che eserciti un’attività economica”).

Ma cosa emerge dalla ricerca e chi sono i professionisti? Innanzitutto una grande risorsa per il Paese. Pur subendo i colpi della crisi, dell’eccessiva tassazione, dei ritardati pagamenti, di inutili adempimenti, i liberi professionisti italiani mostrano passione per il proprio mestiere e fiducia verso il futuro.

Il primo dato lo ha fornito il presidente Camporese quando ha evidenziato come siano “poche le ricerche sul mondo delle libere professioni, benché i professionisti italiani siano oltre 2 milioni e producano quasi il 15% del Pil”.

“Dalla ricerca – ha proseguito Camporese – emerge un mondo delle professioni diviso in due, che corre a due velocità: da una parte ci sono gli over 55, che lavorano principalmente nell’ambito cittadino o regionale, usano poco le tecnologie della comunicazione e pur accusando un calo del fatturato riescono solo con molte difficoltà a trovare strategie che amplino il bacino di potenziali clienti”.

“Dall’altra parte dello spettro ci sono i professionisti under 40, che sono più proiettati in una dimensione europea, sfruttano internet per promuovere l’attività professionale, puntano a formarsi e specializzarsi per essere competitivi e comunque hanno un giro d’affari ridotto rispetto ai colleghi più anziani.  E quindi più dei colleghi fanno i conti con la necessità di maggiori tutele di welfare, “nonostante – ha precisato Camporese – lo scorso anno il sistema delle Casse abbia stanziato circa 550milioni in azioni di sostegno al mondo delle professioni, senza un euro di costi per lo Stato”.

“Fondamentale – ha evidenziato in collegamento telefonico da Strasburgo il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani – è completare l’apertura dei bandi europei anche ai liberi professionisti, come abbiamo iniziato a fare con l’action plan per le libere professioni. E bisogna garantire ai professionisti le stesse possibilità di accesso al credito che hanno gli imprenditori”, ha ricordato ancora Tajani.

Al dottor Giuseppe De Rita il compito di definire meglio il profilo del libero professionista italiano, chiamato oggi a confrontarsi con un contesto che si basa “su tre elementi: l’economia reale, l’internazionalizzazione dei mercati, la ultra-specializzazione delle competenze. Solo cogliendo la sfida di adattarsi al mutato contesto globale – ha sollecitato De Rita – il mondo dei professionisti italiani può uscire da questi anni di crisi con maggiore forza, energia e ricchezza di prima”.

Il preside della facoltà di Economia La Sapienza di Roma, Giuseppe Ciccarone,  ha quindi fornito qualche incoraggiante dato sul possibile futuro del settore delle libere professioni, dove – stando alle proiezioni elaborate dall’Isfol – si dovrebbe assistere nei prossimi anni ad una ripresa dell’occupazione, almeno in alcuni settori chiave dell’economia legati alle professioni. Ma anche qui oltre al rapporto, in alcuni casi già stretto, tra università e ordini professionali, “l’importante – ha sottolineato il preside Ciccarone – è che l’intero sistema colga le potenziali occasioni offerte da una congiuntura economica più favorevole”.

In allegato le slides presentate durante il convegno, la ricerca e la registrazione audio dell’evento