Schiavon, dagli investimenti al welfare “Un Ente in evoluzione”

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MARIO SCHIAVON PRESIDENTE ENPAPI

“Sono stati intrapresi investimenti nei settori delle energie alternative, delle infrastrutture e dell’immobiliare, garantendo una efficace tenuta del valore del proprio portafoglio di investimenti” sottolinea il Presidente Schiavon che nella lunga intervista parla di welfare, del cambiamento, delle nuove tecnologie e di una professione tutta proiettata verso il futuro.

“L’Ente ha puntato prima di tutto alla qualificazione del rapporto con gli iscritti offrendo loro servizi sempre più efficienti e in linea con lo sviluppo della nostra professione partendo da una corretta informazione e comunicazione che supportano costantemente il complesso lavoro basato sul soddisfacimento dei bisogni di protezione sociale dei nostri assicurati attraverso azioni che hanno portato a realizzare importanti riforme dirette al miglioramento dell’adeguatezza dei trattamenti pensionistici”, inizia così la “chiaccherata” con il Presidente dell’Enpapi Mario Schiavon il quale ci racconta l’Ente di ieri, le trasformazioni avvenute in questi lunghi anni partendo da un dato “dal 1998 ad oggi, ENPAPI si è sviluppato attraverso un processo evolutivo di grande importanza, arrivando a contare – ad oggi – oltre 75mila iscritti”.

“Le azioni messe in campo sono servite anche ad introdurre un nuovo livello di copertura previdenziale obbligatoria per i professionisti titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, ad accrescere la platea dei professionisti assicurati, ad incrementare l’ammontare annuale della contribuzione versata, ad implementare gli interventi assistenziali, ad adottare provvedimenti specifici in favore degli iscritti, a modificare l’organizzazione verso forme che elevino il livello di servizio ai professionisti iscritti, nonché a creare un sistema di Welfare integrato, tra previdenza obbligatoria, assistenza, previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa. Dal 1998 ad oggi, ENPAPI si è sviluppato attraverso un processo evolutivo di grande importanza, arrivando a contare – ad oggi – oltre 75mila iscritti”.

“In questo scenario – continua Schiavon –  la realizzazione di un welfare strategico che assicuri un adeguato trattamento pensionistico e un soddisfacimento dei bisogni assistenziali è sempre più determinante nella società contemporanea e più in particolar modo per le Casse di Previdenza dei liberi professionisti, tra cui l’ENPAPI. Non a caso, le politiche messe in campo da tali Istituzioni sono mirate al raggiungimento di tali obiettivi, nonché mirate allo sviluppo dell’attività professionale, nella consapevolezza che fra lavoro e previdenza vi è un legame indissolubile”.

Per il 2018, l’importo stanziato per il Welfare integrato – ovvero l’insieme delle diverse iniziative volte a garantire il benessere dei propri iscritti attraverso un sostegno al professionista, una promozione della sua attività, un aiuto al reddito professionale – è pari a quasi 3 milioni di euro oltre ad altri circa 3 milioni di euro di indennità di maternità riconosciute in favore delle nostre assicurate.

“Sono stati intrapresi – sottolinea il Presidente – investimenti nei settori delle energie alternative, delle infrastrutture e dell’immobiliare, garantendo una efficace tenuta del valore del proprio portafoglio di investimenti. Il patrimonio complessivo ammonta ad oltre 700 milioni di euro. Colgo l’occasione per illustrare un recente ed importantissimo risultato raggiunto, pensato ancora una volta unicamente a sostegno dei professionisti. I Ministeri vigilanti hanno approvato le modifiche – deliberate dal Consiglio di Indirizzo Generale – all’art. 12 del Regolamento di Previdenza, in tema di rateizzazione”.

“Le modifiche introdotte, pensate e fortemente volute dall’Ente per far fronte alle frequenti richieste da parte dei professionisti iscritti di innalzare il numero massimo delle rate concedibili, soprattutto nei casi in cui il debito contributivo accumulato risulti particolarmente ingente e, di conseguenza, l’importo della singola rata anche molto elevato mirano ad ampliare i parametri di accesso alla rateizzazione e ad agevolare la regolarizzazione dei debiti contributivi dovuti dagli iscritti mediante la concessione di una maggiore dilazione nei pagamenti, tenendo contestualmente conto di temporanee situazioni di difficoltà economica. In particolare è prevista la riduzione da 2.000 euro a 1.000 euro della soglia di importo minimo rateizzabile – con contestuale incremento, da 48 a 72, del numero massimo di rate mensili previste nel piano di dilazione – nonché la possibilità di rateizzazione in 120 rate mensili”.

Anche la professione è cambiata, come è riuscito l’Ente a “cavalcare” il cambiamento?

“Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un forte sviluppo e cambiamento dell’esercizio in forma libero professionale della professione infermieristica. Il mercato del lavoro, in continua evoluzione, offre oggi nuovi sbocchi professionali, non più legati solo alla centralità dei presidi ospedalieri, ma anche all’autonomia dei servizi territoriali, all’assistenza domiciliare ed a tante altre realtà che sempre più spesso richiedono la figura del libero professionista infermiere.  L’ampia libertà di azione derivante dalla possibilità di gestire in autonomia i tempi e le modalità di lavoro, la soddisfazione di svolgere un ruolo di primo piano nell’assistenza, nella cura e nei rapporti con il paziente, aprono una nuova prospettiva nel modo di concepire il mondo del lavoro e rendono la libera professione una vera e propria opportunità di crescita professionale”.

“Il mercato privato delle prestazioni infermieristiche è in enorme crescita, basti pensare che dal 2003 ad oggi gli iscritti all’Ente sono passati da meno di 8000 ad oltre 75.000, ed anche le ultime indagini condotte dal Censis confermano l’aumento costante della domanda dei cittadini che si rivolgono ad un libero professionista e del valore delle prestazioni infermieristiche erogate a domicilio e/o sul territorio da infermieri. Ciononostante, la scelta di intraprendere la libera professione non è sempre così facile. All’interno del mercato continuano infatti a sussistere forti contraddizioni che conducono la libera professione infermieristica ad operare in condizioni economico-normative non ottimali: la presenza sul mercato di quegli intermediari che non essendo gestiti e costituiti da soggetti che esercitano la professione ragionano in un’ottica di mero profitto, adottando strategie che spesso contribuiscono alla dequalificazione della professione infermieristica; l’abolizione delle tariffe minime professionali, che con la complicità della crisi economica ha senz’altro agevolato la contrattazione dei compensi al ribasso; la forte crescita nei mercati dei servizi sanitari del sommerso e dell’esercizio abusivo della professione infermieristica; le difficoltà che riscontrano gli infermieri, in particolare i più giovani, nel fronteggiare la crisi occupazionale della professione; l’inadeguatezza della formazione professionale, che invece costituisce una garanzia di qualità ai fini della tutela della stessa professionalità”.

“In tema di giuste retribuzioni, va però sottolineato che un segnale positivo è arrivato dalla Legge sull’equo compenso, che ha affermato un principio molto importante per tutte le professioni, ovvero quello della “giusta remunerazione” della prestazione professionale, considerata condizione necessaria per garantire la qualità, la quantità e soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti. ENPAPI, dal canto suo, periodicamente organizza, in collaborazione con gli OPI e le Università, numerosi incontri, finalizzati non solo alla loro formazione in materia previdenziale, ma anche a provocare un confronto su importanti temi collegati all’esercizio della libera professione infermieristica”.

“In questi anni, l’Ente ha quindi dovuto gestire situazioni critiche e di particolare disagio economico per molti iscritti, tanto che il Consiglio di Amministrazione ha istituito alcuni interventi assistenziali proprio a sostegno dell’attività lavorativa, soprattutto nei confronti dei giovani, quali ad esempio il contributo per l’acquisto di beni strumentali destinati allo svolgimento dell’attività professionale ed una borsa di studio per il conseguimento di un Master di I livello in Infermieristica per i giovani di 1500 euro utile a sostenere l’attività professionale. Ciò a dimostrazione che supportiamo la libera professione infermieristica non solo in termini previdenziali e assistenziali, ma anche sul mondo del lavoro”.

“L’impegno di ENPAPI, della FNOPI e degli Ordini provinciali – ciascuno nell’ambito dei propri ruoli – è poi sempre costante nel monitorare e contrastare i fenomeni e le condotte illecite che danneggiano i professionisti infermieri. Al riguardo, si deve ricordare la Commissione Paritetica costituita, di concerto con la FNOPI, con l’obiettivo di delineare le linee guida per il corretto esercizio della libera professione e valutare le possibili azioni da porre in essere per tutelare la categoria professionale degli infermieri e scardinare quei sistemi che portano allo svilimento del valore dell’esercizio della professione infermieristica. Inoltre, è stato istituito il servizio Ispettorato ENPAPI, con il compito di vigilare sul rispetto degli obblighi previdenziali e contributivi, al fine di accertare, sanzionare e porre in essere tutte le azioni necessarie per contrastare le condotte illegittime poste in essere a danno dei professionisti infermieri”.

Negli incontri con i suoi iscritti quali sono le istanze che più spesso le vengono rivolte?

Nell’ultimo anno ho intrapreso un viaggio da Nord a Sud della nostra penisola, incontrando e confrontandomi non solo con i Consiglieri dell’Ente ma anche con gli iscritti, che, svolgendo quotidianamente l’attività infermieristica sul campo, hanno riportato la reale percezione dei nostri infermieri professionisti. Dagli incontri sono emerse criticità più o meno evidenti e punti di forza sulle quali è necessario continuare a lavorare per raggiungere l’eccellenza nel servizio offerto e per tutelare l’esercizio della libera professione infermieristica. La principale questione sollevata, riguarda i tempi di riposta che intercorrono tra l’invio delle e-mail da parte degli iscritti ed il riscontro dell’Ente. Parliamo di e-mail aventi ad oggetto richieste di informazioni di carattere generale e con un grado di difficoltà differente: dal semplice numero di matricola dimenticato, ai dubbi riguardo i contributi, gli interventi assistenziali e le prestazioni, sebbene il sito istituzionale sia ricco di informazione dettagliate e precise”.

“Oggi indubbiamente l’e-mail è lo strumento di comunicazione maggiormente utilizzato grazie alla sua immediatezza e semplicità. Ed è proprio a causa di questa immediata e semplice fruibilità dello strumento, che ognuno di noi arriva ad usarlo con estrema facilità. Qualsiasi incertezza viene infatti inoltrata al destinatario con un semplice click. Ciò comporta sicuramente un enorme risparmio di tempo per colui che trasmette, ma al contrario richiede un notevole impegno per chi riceve”.

“La struttura giornalmente effettua un accurato screening delle comunicazioni, le classifica per tematica e grado d’urgenza, ed avvia i relativi procedimenti per dare riscontro alle domande formulate, ma evidentemente questo non è più sufficiente ad evadere le sempre più numerose richieste degli iscritti, cui in ogni caso deve essere sempre dato seguito. Al fine di migliorare il servizio, l’Ente sta valutando diverse soluzioni: dall’introduzione di software che siano in grado di leggere e comprendere il quesito ricevuto e dare una immediata risposta automatica, al consolidamento del Cassetto Previdenziale per velocizzare la corrispondenza con gli assicurati e la consultazione della documentazione relativa alla posizione previdenziale di ciascun iscritto, all’avvio di un HELP DESK all’interno del Cassetto stesso”.

“Inoltre, a supporto del contact center – che ad un primo impatto potrebbe risultare poco risolutivo a causa delle difficoltà in cui molti incorrono nel prenotare un appuntamento telefonico – è stata creata anche la pagina Facebook che ha portato, nell’ultimo anno, degli ottimi risultati sia in termini di soddisfazione che di fidelizzazione del professionista, dando così merito all’iniziativa. È stato infatti riscontrato un notevole incremento degli assicurati che con il passare del tempo hanno utilizzato Facebook come unico canale comunicativo con l’Ente. Il successo di questo social media è derivato dall’immediatezza e dalla puntualità delle risposte fornite che hanno portato a istaurare un rapporto di reciproca fiducia”.

“Alla luce delle testimonianze raccolte, ritengo, pertanto, che le azioni da intraprendere in questi mesi di fine mandato, dovranno mirare non solo al miglioramento delle comunicazioni tra l’Ente ed i propri assicurati, ma anche all’organizzazione di ulteriori incontri con gli iscritti che possano coinvolgere tutte le regioni del Nord, del Centro e del Sud, con l’unico obiettivo di stimolare un vivace confronto tra i partecipanti”.

L’Enpapi si avvicna ad una nuova elezione, quali dovrebbero essere, secondo lei, le nuove linee di intervento e quali le sfide che l’Ente dovrà affrontare?

“Facendo tesoro delle esperienze e degli obiettivi raggiunti negli ultimi e proficui anni di lavoro, ritengo che le linee di intervento future debbano riguardare da un lato l’ulteriore potenziamento degli obiettivi già raggiunti e, dall’altro, la realizzazione di nuovi importanti macro obiettivi. Certamente, una delle più grandi sfide sarà quella di investire nel Welfare, in tutte le sue sfaccettature, dal supporto concreto ai propri Iscritti nei momenti di difficoltà, ad azioni efficaci che mirino a sostenere e a favorire un maggior sviluppo della libera professione, il che significa poi crescita dei redditi e quindi un incremento delle future prestazioni pensionistiche. L’obiettivo è di istituzionalizzare queste misure inserendole in un Regolamento di Welfare che disciplini tutte le prestazioni erogate dall’Ente al di là di quelle previdenziali obbligatorie. Un testo unico che, da un lato, comprenda al suo interno gli attuali “Regolamento di Previdenza” e “Regolamento generale per l’erogazione delle prestazioni assistenziali” e , dall’altro, recepisca tutti i provvedimenti assunti, nel tempo, per consentire ai professionisti iscritti di accedere a misure di agevolazione che, soprattutto nell’ultimo periodo, hanno inteso tener conto dello stato di disagio creato dalla crisi economica e finanziaria che non accenna a terminare”.

“Inoltre, nella convinzione che i giovani rappresentino il futuro del paese oltre che della professione, e consapevoli del difficile momento di congiuntura economica in cui i giovani infermieri devono compiere i primi passi per affermarsi come professionisti, sarà necessario consolidare, attraverso gli strumenti offerti dal regolamento generale di assistenza e dai bandi annuali, gli aiuti ai giovani che avviano l’attività libero professionale, offrendosi come un reale supporto agli iscritti lungo tutto il percorso di lavoro. Sotto altro profilo, sarà utile ed importante dare indirizzi agli investitori affinché si realizzino strutture idonee a sviluppare l’occupazione professionale infermieristica, al fine di creare una virtuosa economia circolare, che faccia muovere gli investimenti dell’Ente nell’alveo di iniziative che si tramutino in occasioni di reddito per gli iscritti”.

“Nell’ambito delle proprie attività istituzionali e nei rapporti con gli interlocutori esterni, si incentiveranno le Università affinché sviluppino nei laureandi, anche con la fattiva collaborazione dei rappresentanti e dei dipendenti dell’Ente ed attraverso iniziative condivise anche con le rappresentanze professionali, adeguate conoscenze del mondo della libera professione, in modo che questi possano conoscerne le potenzialità e, per altro verso, acquisiscano consapevolezza delle iniziative che l’Ente riserva ai propri iscritti, sia sotto il profilo previdenziale che assistenziale”.

“Sarà necessario poi ampliare ulteriormente le misure previste per rendere più agevole il versamento dei contributi agli iscritti che si trovino in condizioni di disagio economico, sulla scorta di esperienze quali la rateizzazione del saldo che, agevolando l’iscritto, hanno garantito l’effettuazione dei versamenti, pur se dilazionati, ed evitato il consolidarsi o l’aggravarsi di posizioni debitorie, oltre che ricercare soluzioni dirette a garantire l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali, tenuto conto che il metodo contributivo – applicato per legge – determina prestazioni pensionistiche non in linea con le retribuzioni percepite durante il periodo di attività”.

“Da un punto di vista più tecnico, sarà opportuno valorizzare il servizio di supporto tecnico e formativo, potenziare le attività informatiche – anche attraverso il consolidamento del Cassetto Previdenziale – e le comunicazioni con gli iscritti, anche adeguando la struttura organizzativa dell’Ente. Lo sviluppo degli strumenti informatici porterà senza dubbio anche ad una forte razionalizzazione dei costi”.

 

Come se lo immagina l’Enpapi del futuro?

Immagino un Ente sempre più solido, attivo e vicino ai bisogni degli infermieri. Gli anni più recenti, in effetti, sono stati, per l’Ente, caratterizzati da molti avvenimenti che ne hanno segnato, positivamente, lo sviluppo e la crescita. Gli Organi di Amministrazione saranno sempre fortemente impegnati nell’adozione di decisioni che consentiranno la piena attuazione degli obiettivi fissati e nella creazione di presupposti solidi per dare spazio allo sviluppo della categoria professionale. Le riforme che sono state introdotte hanno avuto, tutte, lo scopo di avvicinare ulteriormente l’Ente ai propri Assicurati, attraverso strategie finalizzate al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni, all’esaltazione della funzione solidaristica svolta, alla piena realizzazione del principio del soddisfacimento dei bisogni dei Professionisti, considerato il presupposto fondamentale dell’Ente, in chiave con la funzione attribuitagli dalla legge”.

“Sebbene ci sia un assetto normativo che lascia pochi margini di manovra, una rilevante crisi economica in atto e la conseguente difficoltà nello svolgimento dell’attività infermieristica in forma autonoma, non si si arresterà il vivo entusiasmo ed il solido equilibrio degli Organi, i quali renderanno possibile una crescita esponenziale dell’Ente. Sono certo, a tal proposito, che l’apporto di tutte le componenti di ENPAPI, politiche e tecniche, con il sostegno della categoria, consentirà di raggiungere i risultati, sempre più ambiziosi, che sono stati posti e che hanno a cuore, ancora più di sempre, il presente ed il futuro dei nostri Professionisti. Tra l’altro, come precedentemente detto, il nuovo anno si aprirà con lo svolgimento delle elezioni che condurranno al rinnovo degli Organi di ENPAPI, con lo spirito di democraticità e trasparenza che ne hanno sempre caratterizzato la gestione”.

 

AdEPP, oggi e domani .. Cosa vorrebbe cambiare e, secondo lei,  dove dovrebbe andare?

L’Adepp è, ad oggi, una grande e complessa realtà in continuo sviluppo. L’Associazione raccoglie l’adesione delle Casse di Previdenza e Assistenza e rappresenta oltre 2 milioni di professionisti, diversi tra loro per natura della professione ma allo stesso tempo uniti per consolidare uniformità nel trattamento, sviluppare sinergie e rappresentare interessi comuni. L’unità tra le Casse associate è stata, è e sarà fondamentale per coniugare l’autonomia gestionale degli Enti con la loro funzione pubblica, per individuare percorsi di collaborazioni continue e proficue con le istituzioni nazionali ed europee, allo scopo di tutelare i propri iscritti con professionalità, trasparenza e soprattutto azioni concrete. Ritengo, infatti, che sia necessario intensificare l’azione di collaborazione con gli altri Enti di Previdenza, al fine di sviluppare sinergie che portino a risparmi su determinati servizi. La scelta di cooperare nell’individuazione di servizi comuni, od in comune selezionati, rappresenta, infatti, un prezioso strumento, come già avvenuto in passato, utile ad ottimizzare le voci di costo di alcuni servizi di omogeneo interesse nell’alveo ADEPP”.

“In conclusione, non posso che valutare positivamente il lavoro svolto congiuntamente nel corso degli anni, anche in momenti storici particolarmente delicati, per lo sviluppo e l’evoluzione di un’Associazione, che resterà nel tempo un forte punto di riferimento per le Casse e per i professionisti che rappresentano”.