Camporese: “Tassazione, la più alta in UE”

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In un intervento pubblicato su Il Sole 24 ore, il presidente dell’Adepp, ribadisce come ” Non abbiamo mai fatto dell’aliquota di tassazione (al 20 o al 26 per cento), che comunque resta di gran lunga la più alta d’Europa, un tema ideologico o una richiesta di privilegio. Siamo testardamente convinti che si tratti di un tema sociale, di una scelta di campo: considerare la previdenza come sistema che si sviluppa nei decenni, valore economico per il Paese, soggetto deputato costituzionalmente a creare prestazioni dignitose e commisurate ai versamenti effettivamente effettuati”.

“Autonomia, tassazione, vigilanza sono oggettivamente tessere dello stesso mosaico, di un Paese che ha un’idea di futuro. – sottolinea Camporese –  L’esistenza di una previdenza privata, autosufficiente, solidale e al passo con i cambiamenti sociali, dipende da alcuni fattori. Non c’è alcun dubbio sul valore collettivo di questo sistema. L’assenza di finanziamenti da parte dello Stato e le politiche di welfare, che oggi valgono circa 530 milioni di euro annui, rappresentano un valore enorme per gli iscritti nel versante della protezione e per la collettività in termini di minori costi. Mentre gli Enti privati e privatizzati mettono in campo una visione di futuro che interessa tutta la vita del professionista, e non solo l’atto di erogazione della prestazione pensionistica, il potere di vigilanza ministeriale, e di altri organi deputati, resta una garanzia della tenuta del Sistema. Il patto che il legislatore ha voluto all’atto della privatizzazione è chiaro e va rinsaldato, evitando di essere attratti in normative destinate alla pubblica amministrazione (bilanci, spending rewiew e molto altro) che non rappresentano un bene comune né in termini di contributo al bilancio pubblico, né in ragione di una maggiore efficienza delle strutture amministrative”.

“Non ci sfugge la temperie economica nella quale viviamo. Noi per primi rileviamo redditi in calo mediamente del 30 per cento, giovani impossibilitati ad avviare l’attività professionale, concorrenza estera derivante dalle condizioni di miglior favore di altri Paesi. Se il punto è cercare di stimolare l’economia reale italiana, creare posti di lavoro stabili, riavviare il ciclo degli investimenti, noi abbiamo manifestato la nostra disponibilità da almeno due anni. Investire in modo maggiore, trasparente, secondo le regole di mercato, sull’Italia, non è altro che sposare il bene collettivo con quello delle categorie professionali che ci versano i contributi. Altre nazioni europee lo fanno da tempo, basterebbe questo fatto a farci riflettere”.

“Infine – conclude il presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese – un ragionamento sulle direttrici dell’Unione Europea. La stesura e il riconoscimento delle qualifiche professionali validate nel mercato unico, il completamento del processo di riconoscimento reciproco dei titoli di studio, la generazione della tessera professionale europea che permetterà l’esercizio delle professioni senza limiti burocratici, rappresentano una via di non ritorno già decisa. In questo contesto omogeneità della tassazione, protezione del prodotto intellettuale e fruizione dei fondi strutturali divengono elementi essenziali per non creare una finta concorrenza devastante. Speriamo che alla nostra consapevolezza si associ quella del Governo e del Parlamento, dobbiamo e possiamo essere interpreti delle sfide dei prossimi decenni. Non è tempo di polemiche, è tempo di risposte che permettano alle nuove generazioni di recuperare il gap di opportunità e risorse che rappresenta la nostra più grave responsabilità”.