Donne e lavoro, la Commissione europea festeggia così l’8 marzo

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Una infografica per dimostrare che  le donne hanno ancora molto lavoro da fare per arrivare in testa alla scala sociale. Infatti guadagnano in media 8000 euro in meno all’anno rispetto agli uomini. E la crisi economica ha peggiorato la situazione e questo nonostante abbiano studiato di più e ancora sacrificano più spesso la loro carriera per occuparsi dei figli.

Come cambiare gli stereotipi nella società europea? Questa è stata una delle domande che ha interessato maggiormente i fans della pagina Facebook del Parlamento Europeo durante la chat con il presidente della commissione per i Diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere, Mikael Gustafsson, una chat organizzata proprio in occasione della giornata internazionale della donna che quest’anno ha per tema la lotta alla violenza di genere.

Molti visitatori della pagina Facebook hanno chiesto come si possa cambiare la cultura della disuguaglianza di genere radicata nella mente delle persone. “Dobbiamo combattere la disuguaglianza a tutti i livelli, anche parlando della questione della violenza contro le donne. È necessario in particolare partire dall’infanzia e dalla scuola per sensibilizzare i ragazzi e gli adulti a questo tema”- ha risposto Gustafsson – “Tutti gli Stati membri potrebbero ratificare la Convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza contro le donne. Si tratta di un’ottima Convenzione ma un numero troppo basso di membri l’ha firmata e ratificata”.

Ma per tornare al tema del lavoro e del gender gap, la Commissione ha sottolineato come “Il ruolo della donna nel mondo del lavoro è tanto importante quanto precario: sono infatti le donne a lavorare meno pagate, spesso in part time e più ostacolate per fare carriera. Il risultato? Sono state maggiormente colpite dalla crisi”.

Se le donne sono generalmente meno pagate e hanno meno garanzie sul lavoro, sono anche le più esposte durante un periodo di crisi. La deputata francese di centro destra Elisabeth Morin-Chartier, relatrice per il PE del dossier sulle conseguenze della crisi sulle donne, ha sottolineato: “All’inizio della crisi economica gli uomini sono stati le prime vittime, ma oggi le donne si trovano di fronte ad una crisi silenziosa che peggiora le condizioni di lavoro”.

Il numero di donne che lavorano part time è di gran lunga superiore rispetto agli uomini. E sono anche le prime vittime dei tagli agli aiuti sociali, perché si addossano solitamente le responsabilità familiari: sono le prime a dover lasciare il lavoro per occuparsi dei figli. Per non parlare delle donne donne single. Lo scarto medio dei salari tra uomini e donne rimane del 17%.

Come uscire dall’impasse?

La relazione adottata martedì include una serie di pratiche per migliorare la situazione delle donne lavoratrici:

– gli Stati membri dovrebbero incoraggiare le donne imprenditrici;

– gli asili aziendali dovrebbero essere una priorità;

– l’uguaglianza tra generi dovrebbe essere integrata in ogni politica economica e di lavoro della Commissione europea, ed anche nel piano finanziario pluriennale

Durante l’apertura della sessione plenaria, l’11 marzo, il PE discuterà tre risoluzioni sui diritti delle donne: l’impatto della crisi economica sull’uguaglianza di genere, la lotta agli stereotipi di genere, e la situazione delle donne nel Nord Africa.