Tajani: “Bene il Piano di azione ma passiamo oltre. Serve una implementazione”

603

“Credo sia nostro dovere, mio dovere,  fare in modo che questa battaglia sia condivisa”, inizia così il suo intervento il Vice Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, durante l’incontro promosso da AdEPP, ripercorrendo le tappe che hanno portato i liberi professionisti ad essere equiparati alle Pmi , prima in Europa e poi in Italia grazie ad un emendamento presentato al Senato contenuto nella Legge di Stabilità ora passata alla Camera dei deputati.

“Quando c’è una grande sfida da affrontate non possiamo non farla a livello comunitario – ha proseguito Tajani – Io credo che dobbiamo sottolineare il valore del professionista nella nostra società. I professionisti sono 4 milioni e sono 11milioni i posti di lavoro creati grazie a loro, quindi il fatto di aver scelto i professionisti per farli essere equiparati agli imprenditori mi sembra quantomeno dovuto. Inoltre non si può avere una crescita di impresa se non ci sono i professionisti di alto livello, di grande qualità perché ormai tutte le imprese hanno bisogno della loro assistenza. Anche la collettività a livello globale ha bisogno dei professionisti nella fattispecie per avere quella formazione che aiuti ad accedere ai fondi europei. La stessa formazione che può aiutare, soprattutto ora che c’è la possibilità concreta,  a svolgere la propria professione  a livello europeo, ad uscire cioè dai confini del proprio Paese facendo quel salto di qualità che è assolutamente necessario” .

“Per quanto riguarda il piano di azione che abbiamo approvato, io vorrei sottolineare i punti fondamentali – ha proseguito Tajani – La formazione all’imprenditorialità, è un punto importante,  perché il professionista con il suo status è anche imprenditore. Quando comincia ad avere uno studio associato, 10, 15, 20 a volte 30 dipendenti svolge tra virgolette un’attività imprenditoriale quindi secondo me deve anche avere questo tipo di mentalità  pur nella sua specificità . Non è che noi vogliamo trasformare il professionista in imprenditore e togliere l’appartenenza all’ordine ma dare un valore aggiunto.  L’accesso ai finanziamenti riguarda sempre la formazione e i soldi in questo senso sono tanti. Pensiamo, oltre che a quelli regionali, a quelli europei , a quelli 2020 sull’innovazione, la ricerca, alla politica industriale, quanti soldi ci sono nella politica agricola comune nuova. Non sottovalutiamo Orizzonte 2020, Cosme, dove potrebbero esserci anche delle venture capital che potrebbero riguardare i professionisti. Essere socio investendo per innovare, internazionalizzare e trarne guadagno, significa anche accettare la sfida di una modernizzazione per l’accesso al credito”.

“L’altro  tema è quello della riduzione degli oneri amministrativi. Il professionista ha bisogno di essere libero per sua natura  – ha sottolineato il Vice Presidente – se togli la parola libero,  rischi di tarpare le ali al professionista che punta molto sulla sua creatività, sulla sua intelligenza. Una normativa che permetta ai liberi professionisti di avere regole più semplici deve essere uno sforzo che dobbiamo fare. Il tema vero che noi parlamentari abbiamo posto al Commissario è quello di andare avanti, di non fermarsi alla scelta di principio dandola per acquisita ma di implementare il piano di azione, di continuare a lavorare. Mi pare che alcune cose la Commissaria le abbia dette ad esempio che vuole lavorare sulle professioni, ora  il compito nostro di parlamentari è quello di non smettere di pungolare la Commissione  anche perché c’è una grande convergenza. La interrogazione orale è stata firmata da rappresentanti di diversi partiti, c’è un ampio consenso su questo tema, io credo che  possiamo prendere un impegno e credo di parlare anche a nome di Camporese di continuare a sollecitare la Commissione affinché possa esserci nel corso degli anni una effettiva implementazione del piano  di azione coinvolgendo i professionisti anche nelle scelte perché La Commissione non può essere come una torre di avorio. Dobbiamo sollecitare anche i Governi  nazionali a fare il proprio dovere” .

“Io credo inoltre  – ha concluso Tajani – che per quanto riguarda il piano Juncker noi dobbiamo continuare a sostenere la tesi che i fondi pensione possano rappresentare una opportunità in più. Si è fatto un lavoro nei paesi della Ue, vedi Gran Bretagna,  non vedo perché il rapporto con questi non possa sempre più diventare uno strumento  di crescita per la realizzazione di infrastrutture  . Il piano Juncker potrebbe anche in Italia aiutare a muoversi in questo senso.  Al di la dei prestiti bancari è necessario avere altri finanziatori nell’economia reale e un ruolo non secondario lo possono volgere anche i professionisti  attraverso le proprie Casse ma devono esserci delle garanzie ad esempio gli investimenti devono essere valorizzati. Ed ora parlo da professionista:  non è che ci possono prendere i soldi e basta. Io vi darei appuntamento tra qualche mese per rifare il punto della situazione,  per sollecitare la commissione a fare tutto ciò che è possibile per un mondo che rappresenta un punto fondamentale per l’occupazione e il lavoro nel nostro Paese”.