La presidente della Commissione europea è intervenuta, mercoledì scorso, in Parlamento europeo sul piano per la ripresa offrendo alcune anticipazioni su contenuti e modalità attuazione del Fondo per la ripresa (Recovery Fund), sul quale la Commissione si era impegnata a definire una proposta di regolamento entro i primi di maggio.
La Presidente von der Leyen ha ricordato ai membri del Parlamento che la ripresa dalla crisi non sarà caratterizzata dagli stessi ritmi e dalla medesima capacità di recupero in tutti i Paesi dell’Ue, sia perché la crisi ha colpito i territori in modo diverso sia perché la capacità di assorbire lo shock della pandemia è influenzato dalle caratteristiche delle economie colpite (ad esempio, ha ricordato, i Paesi e le regioni le cui economie si basano sui servizi a contatto diretto con i clienti, come il turismo o la cultura, che sono state maggiormente colpite dalle misure di distanziamento sociale).
“Non dovremmo inoltre dimenticare che coloro che sono stati colpiti per primi dal virus sono stati spesso i più colpiti.” ha affermato la Presidente,”perché è stata l’esperienza dolorosa e la piena trasparenza dell’Italia e della Spagna nell’affrontare la pandemia – che ha aiutato gli altri a prepararsi all’impatto.”
Il Piano per la ripresa e gli interventi del Recovery Fund, pertanto, dovranno essere improntati al recupero delle disparità determinatesi nel mercato unico a causa della Covid19, come pure al sostegno dei paesi che hanno subito le maggiori perdite, con l’intento di favorire investimenti e riforme (strutturali) a supporto del rilancio delle economie maggiormente indebolite.
Il pacchetto per la ripresa potrà contare su due fonti: il Bilancio europeo e il Fondo per la ripresa, lo strumento di recupero finanziato attraverso una riserva più ampia, che stabilisce l’importo massimo dei prestiti che la Commissione può contrarre sui mercati dei capitali con la garanzia degli Stati membri.
La von der Leyen ha confermato che la dotazione del Recovery Fund sarà erogata attraverso i programmi dell’Unione (che comprendono i Fondi strutturali ndr), pertanto, è possibile che nei primi due anni della prossima programmazione (2021-2022) il Piano per la ripresa, con le sue risorse, affianchi la normale programmazione degli altri fondi e programmi europei per sostenere tutte quelle azioni fortemente mirate alla ripresa economica dei paesi più duramente colpiti.
La Commissione ha immaginato un’articolazione della spesa su tre pilastri:
il primo pilastro, destinato a sostenere gli Stati membri per uscire dalla crisi più forti, è quello che sarà dotato di maggiori risorse per favorire la ripresa e la resilienza, destinato a finanziare investimenti pubblici e riforme essenziali in linea con le priorità indicate dalla Presidente per il proprio mandato: Green Deal europeo, digitalizzazione e resilienza (nel discorso definite: “le nostre priorità europee”). La duplice transizione, verso un’Europa climaticamente neutra e un’Europa resiliente e digitalizzata,sarà monitorata nell’ambito del Semestre europeo. Questa quota di risorse sarà aperta a tutti gli Stati membri, a prescindere dalla loro appartenenza alla zona euro, e andrà a sostenere le regioni dell’Unione maggiormente colpite e dove è necessario intervenire per rafforzare la resilienza. Nell’ambito del primo pilastro, la Commissione proporrà una dotazione integrativa per la coesione che andrà ad aggiungersi a quella normalmente prevista nell’ambito del QFP. L’assegnazione di queste risorse integrative terrà conto della gravità delle ripercussioni economiche e sociali della crisi.
Il secondo pilastro, destinato al rilancio dell’economia e al sostegno degli investimenti privati necessari a ripartire, in particolare nei settori e nelle tecnologie fondamentali, dallo standard 5G all’intelligenza artificiale, dall’idrogeno pulito all’energia rinnovabile offshore. La Commissione proporrà il rafforzamento del programma InvestEU e l’introduzione, per la prima volta, di un nuovo meccanismo strategico per gli investimenti per gli investimenti nelle principali catene del valore, fondamentali per la resilienza e l’autonomia strategica futura dell’UE (ad esempio nel settore farmaceutico, affinché l’Europa sia in grado di produrre direttamente i farmaci di importanza vitale). Perché ciò sia possibile è necessario avere imprese sane in cui investire, a tal fine sarà proposto anche un nuovo strumento per la solvibilità, che contribuirà a far fronte alle esigenze di ricapitalizzazione delle imprese sane, esposte a rischi a seguito del blocco di tutte le attività, ovunque siano stabilite in Europa.
Il terzo pilastro, destinato a rafforzare i programmi che si sono dimostrati più utili nella crisi, quali RescEU o Horizon, e alla creazione di un nuovo programma specificamente dedicato alla salute. Inoltre, il terzo pilastro sarà destinato anche al rafforzamento degli strumenti per la politica di vicinato, la cooperazione allo sviluppo e la cooperazione internazionale e l’assistenza ai paesi in pre-adesione.
Nel concludere il suo intervento, la von der Leyen ha ribadito che il Recovery Fund si concentrerà sui settori in cui vi è la maggiore necessità e il maggiore potenziale; sarà di breve durata e indirizzato sui primi anni della ripresa; includerà sovvenzioni e la possibilità di anticipare parte dell’investimento già nel 2020, applicando modelli di finanziamento comprovati basati su garanzie nazionali.
Il Recovery Fund va a completare le tre importanti interventi di sicurezza sociale concordati governi ad aprile: il Programma SURE, i finanziamenti della BEI e l’intervento speciale del MES.