Esde 2020. Equità e solidarietà nell’economia sociale di mercato

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Il 15 settembre è uscito il rapporto annuale Employment and social development in Europe 2020 (ESDE, il rapporto faro della Commissione europea (DG Occupazione) che fornisce un’analisi economica aggiornata dell’occupazione e delle tendenze sociali in Europa. Il sottotitolo dell’edizione 2020 pone l’accento sull’equità sociale e la solidarietà nell’economia sociale di mercato dell’Unione europea.

Il Commissario per l’occupazione e i diritti sociali, Nicolas Schmit, ha dichiarato: “Il rapporto ESDE mostra che il rafforzamento dell’equità sociale è la chiave per superare la crisi. Le persone devono essere il primo obiettivo e al centro delle politiche. Al fine di garantire la resilienza del sistema europeo, la solidarietà e la coesione all’interno dell’UE, la risposta dell’Unione deve avere come priorità: l’occupazione, la riduzione delle disuguaglianze e la garanzia delle pari opportunità. L’attuazione efficace del Pilastro europeo dei diritti sociali fungerà da guida all’UE“.

Il Rapporto rileva le conseguenze profonde che la pandemia da COVID-19 ha avuto e sta avendo sulla salute, sull’economia, sull’occupazione e sulle condizioni sociali della popolazione, minacciando gran parte dei progressi conseguiti dall”UE negli anni precedenti. Tutti gli Stati membri stanno vivendo uno shock economico più grave di quello subito nella crisi economica e finanziaria del 2008-2009. La produzione economica si è ridotta drasticamente e la disoccupazione è in aumento (il tasso di disoccupazione medio atteso per il 2020 è pari al 9% nell’UE) . Le persone più vulnerabili, in particolari i giovani, sono le più colpite da questa crisi.

Il  Rapporto offre alcune indicazioni di policy che potrebbero favorire una maggiore equità in tutta l’UE a fronte della crisi derivata dalla pandemia da COVID-19 e delle sfide di lungo periodo derivanti dai cambiamenti strutturali dovuti all’invecchiamento demografico, ai cambiamenti climatici e alla digitalizzazione.

Tra le principali evidenze:

  1. l’analisi delle relazioni tra salario minimo e livelli di istruzione ha messo in rilievo come il salario minimo sia un elemento fondamentale per ottenere un lavoro dignitoso per coloro che hanno bassi livelli di istruzione (a ulteriore conferma dell’importanza degli investimenti in istruzione per favorire la mobilità sociale)
  2. Il rafforzamento dell’equità sociale, anche attraverso gli investimenti nelle persone, ha effetti positivi generali. Ad es. colmare i divari legati al genere (ad es. retribuzioni, pensioni, redistribuzione lavoro di cura, congedi, rappresentanza, presenza nei settori STEM) ha come conseguenza l’innalzamento dei rendimenti. Altri interventi che possono avere effetti positivi dal punto di vista dell’equità: il prolungamento della vita lavorativa e l’aumento del livello di istruzione.
  3. Il cambiamento strutturale, come la transizione verde, per avere successo deve essere accompagnato da misure sociali. In particolare, questa transizione richiede investimenti in programmi di riqualificazione, indennità di disoccupazione, etc. Secondo gli economisti dalla Commissione che hanno prodotto il rapporto, questo investimento sociale da qui al 2013 potrebbe ammontare a 20 miliardi di euro (e oltre). La Commissione propone che gli introiti della futura “energy tax” siano indirizzati a strumenti per i nuclei con redditi inferiori alla media UE.
  4. I programmi di lavoro a tempo ridotto (compresa la cassa integrazione italiana) hanno dimostrato di proteggere efficacemente i posti di lavoro, pur nella loro diversità da paese a paese determinata dai diversi ordinamenti del lavoro. L’UE sta sostenendo gli Stati membri a erogare tale sostegno attraverso meccanismi di solidarietà a valere sullo strumento di sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza (SURE).  È stato calcolato un investimento di circa 33 miliardi di euro all’anno negli interventi di riduzione del tempo di lavoro in impresa, a livello di Unione, al fine di ottenere risultati significativi sul mantenimento di  competenze in azienda e sul miglioramento della forza lavoro delle imprese nella fase di crisi.
  5. Il dialogo sociale e la contrattazione collettiva influenzano l’equità e la sua percezione sul posto di lavoro, promuovendo salari più equi, migliori condizioni di lavoro e mercati del lavoro più inclusivi (con effetti diretti anche sulla migliore inclusione delle donne nel mercato del lavoro).  Il superamento del gender wage gap è stato messo in stretta connessione con la presenza ed efficacia della contrattazione collettiva.

Nel Rapporto si evidenzia, inoltre, come l’UE sia progredita nel conseguimento di tutti gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs) , con la sola eccezione della parità di genere, a causa principalmente dell’alta percentuale di donne che rimangono inattive nel mercato del lavoro per i carichi di cura familiare.

La raccomandazione del Rapporto ESDE, per preparare l’economia e la società europee a un futuro di cambiamenti strutturali più rapidi, è di cogliere appieno le opportunità offerte dalla transizione verso un’economia più verde e digitalizzata a livello di Unione e di singoli Stati membri. Al contempo, la ripresa deve avvenire nel rispetto degli obiettivi di inclusività, solidarietà e resilienza cui le politiche devono ispirarsi. L’obiettivo politico chiave è di garantire una ripresa su vasta scala per rafforzare la resilienza sociale nel lungo periodo.