Pandemia. Torricelli “Oltre il malessere fisico quello sociale e psicologico”

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“Sono passati nove mesi da quando è scoppiata la pandemia da Covid19. E oltre alle conseguenze della Sars-CoV-2, tutto il mondo sta conoscendo anche quelle legate a un disagio sociale e psicologico via via crescente, con una sempre maggior diffusione di stress e di disagio tra i cittadini” inizia così l’editoriale del Presidente dell’Ente di previdenza degli psicologi, Felice Damiano Torricelli, che riportiamo di seguito.

Una pandemia non si risolve in tempi brevi e quanto più a lungo dura tanto più, oltre che malattia nel fisico, diffonde malessere, psicologico e sociale, che si ripercuote su tutti gli aspetti della vita delle persone.

Diffonde malessere che continua a toccare le famiglie, che si sono ritrovate costrette a rivedere in un lampo l’organizzazione degli spazi domestici, per lavorare in smart working occupandosi al contempo del ménage familiare in ambienti non sempre adeguati a far convivere i due aspetti. Malessere che sta crescendo come prima seria conseguenza di una didattica a distanza, attivata d’emergenza in prima battuta – con tutte le inadeguatezze che si sono verificate – e poi organizzazione di ripiego a lungo termine per tutte le ragioni note, che sta limitando l’esperienza e l’apprendimento relazionale di bambini e ragazzi.

A tutto questo si aggiunge la precarietà del lavoro e della sicurezza sociale, corredata dai tanti cambiamenti che sta portando con sé in tutti gli ambiti.

E poi c’è la paura del contagio, il timore della morte. I lutti senza possibilità di commiato, la preoccupazione per la salute propria e dei propri cari, lo stress da distanziamento sociale, la riduzione delle relazioni sociali, le incertezze economiche, lo stravolgimento degli equilibri – già precari – intorno ai quali organizziamo le nostre esistenze. Sono tutti fattori che influiscono pesantemente sulla qualità della vita psicologica delle persone e che pesano di più quanto più a lungo si protrae la situazione di stress.

I dati dell’Istituto Elma Research mettono in luce che il lockdown ha provocato nel 65% degli italiani uno o più sintomi psicologici tra cui insonnia, difficoltà a dormire o risvegli notturni, mancanza di energia o debolezza, tristezza o voglia di piangere, paura e timori eccessivi, mancanza di interesse o piacere nel fare le cose, ansia e attacchi di panico.

Di questo diffuso disagio dobbiamo farci carico con la stessa priorità con cui ci si deve occupare dello sconquasso economico che la pandemia sta provocando: prima che diventi malattia conclamata, prima che blocchi lo spirito vitale delle persone, prima che affossi completamente le possibilità e le speranze di più di una generazione. Perché, peraltro, non c’è una buona economia se le persone non sono in grado di esprimere tutto il loro potenziale e questa condizione sta proprio inibendo la capacità umana di esprimere i talenti.

Gli strumenti della Psicologia e gli Psicologi possono essere un grande sostegno per la presa in carico di questo malessere diffuso e per la riattivazione delle risorse umane che chiamiamo resilienza.

Da Psicologi liberi professionisti siamo estremamente consapevoli di quanto sia necessario occuparci della collettività, così in difficoltà in questo momento, per renderle il valore della nostra competenza nell’aiutare le persone e le organizzazioni a gestire il cambiamento. Il Governo può attivare rapidamente, anche in uno dei prossimi provvedimenti emergenziali, una misura di facilitazione per consentire l’accesso dei cittadini al sostegno degli Psicologi. Un sistema di voucher indirizzati principalmente alle fasce più fragili della popolazione avrebbe un costo irrisorio rispetto ai danni che il protrarsi di una condizione di dolore inascoltato provocherebbe.

E poi sarebbe necessario intervenire per dare nuove opportunità a coloro che stanno vedendo stravolte le vite e stanno perdendo il lavoro: la psicologia professionale offre molte chiavi per sostenere concretamente le capacità positive di rispondere allo stress, di evocare la resilienza e dare nuovo spazio alla capacità di adattamento e alla creatività delle persone.

Tutte le competenze che come categoria professionale, come Psicologi, siamo in grado di dispiegare sono al servizio dei progetti di contenimento dei danni e di preparazione della ripartenza che speriamo il Governo vorrà mettere in campo al più presto.