Analisi e policy per le professioni del futuro

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Dai megatrend che influenzano oggi il mercato del lavoro ai grandi cambiamenti tecnologici e alla necessità di mix skill fino ad individuare quali saranno le professioni del futuro, la ricerca pubblicata da Assolombarda affronta temi che, anche se con un focus regionale, interessano l’intero Paese.

“Per molti versi la pandemia  – si legge nell’executive summary – ha accentuato alcune tendenze che operavano già sottotraccia (ad esempio la digitalizzazione) accentuandone la velocità di cambiamento. La ricerca mostra che il cambiamento tecnologico mette a rischio tutte le professioni, anche quelle maggiormente qualificate, che sino a poco tempo fa potevano essere considerate immuni. In particolare, il cambiamento del mercato del lavoro indotto dal progresso tecnologico opera lungo due dimensioni: il margine estensivo, attraverso la distruzione di alcune occupazioni e la creazione di nuovi lavori, e il margine intensivo, attraverso il cambiamento delle competenze necessarie nelle professioni”

Ed ancora

“Se per effetto della tecnologia le professioni del futuro saranno più complesse, le competenze richieste per svolgere queste professioni saranno altrettanto complesse e variegate. Da una parte osserviamo che professioni tecniche e specialistiche necessitano sempre più di competenze trasversali (ad esempio le skill cognitive e sociali) in affiancamento alle competenze tecniche che tipicamente le caratterizzano. La creatività emerge come la competenza più importante per molte professioni tecnico-scientifiche a elevata specializzazione. Dall’altra osserviamo competenze tecniche, ad esempio le skill digitali, diventare sempre più pervasive e dunque essere importanti non solo per le professioni tecnico[1]scientifiche, ma anche per le professioni non propriamente tecniche”

Cosa fare? Per lo studio “La grande rilevanza delle competenze trasversali suggerisce un ripensamento del sistema formativo in termini di contenuto (attraverso un maggior allineamento con le competenze richieste dal mercato), in termini organizzativi (attraverso una maggior partecipazione del sistema produttivo) e di modalità di erogazione della didattica che favorisca maggiormente forme partecipative da parte degli studenti”.

Le conclusioni, tutte da leggere, “contengono una serie di elementi che hanno importanti implicazioni di policy”. Ne riportiamo due, invitandovi a leggere tutta la ricerca cliccando su le-professioni-del-futuro (assolombarda.it)

“Il primo elemento è che lo shock negativo derivante dalla pandemia penalizza in modo particolarmente rilevante i giovani che si affacciano per la prima volta nel mercato del lavoro. Schematicamente possiamo definire che i giovani debbano scontare una doppia penalità. In primo luogo, i giovani sono stati penalizzati dal peggioramento dell’offerta formativa ed educativa durante le fasi di lockdown”.

“Il secondo elemento che emerge dalla ricerca è che l’offerta formativa, sia di carattere universitario, sia post-universitario, non possa prescindere dal fabbisogno di competenze che il mercato del lavoro esprime. Abbiamo avuto modo di sottolineare che le professioni del futuro saranno interessate da un cambiamento più repentino e profondo di quanto abbiamo osservato sinora. A fronte di questo cambiamento saranno richieste flessibilità e un blend di skill che accompagnino competenze tecniche a competenze sociali e cognitive trasversali. In particolare, il ruolo così rilevante delle competenze trasversali richiede un ripensamento del sistema formativo e di educazione”.