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Cop26. I “grandi” si accordano, i tecnici proseguono i lavori

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Fine alla deforestazione entro il 2030 per i quali verranno stanziati 20 miliardi di dollari, via libera anche alle riduzioni delle emissioni di metano del 30% sempre nel 2030 ed infine in tema di emissioni zero, Europa e Stati Uniti hanno come obiettivo il 2050, Cina e Russia il 2060 e l’India 2070: questi in sostanza gli accordi raggiunti dai “grandi della terra” durante Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, programmata a Glasgow (Scozia) dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito.

La conferenza incorpora la 26ª Conferenza delle Parti (COP26), la 16ª Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP16) e la 3ª Conferenza delle Parti dell’Accordo di Parigi (CMA3).

“Dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20 – ha commentato il nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi –  Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Il cambiamento climatico può avere ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali, può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali”.

“La Cop26 deve essere l’inizio di una campagna permanente contro il cambiamento climatico. E i nostri giovani devono essere al centro di questo processo. Intendiamo trasformare l’evento ‘Youth 4 Climate’ che abbiamo tenuto a Milano in un appuntamento fisso”.

Per il Primo Ministro Britannico, Boris Johnson che aveva aperto ufficialmente i lavori della Coop26, lunedì scorso, “”L’orologio corre in modo furioso e le emissioni di carbonio continuano ad aumentare. Bisogna agire ora, prima che sia troppo tardi. Oggi noi leader mondiali siamo come James Bond che deve affrontare la fine del mondo”.

“Abbiamo fatto molto, ma abbiamo ancora molto da fare –ha detto il presidente americano Joe Biden chiudendo la conferenza sul clima – Dobbiamo accelerare e concentrarci sulle infrastrutture, anche quelle petrolifere, in modo che siano più sicure, e investire nell’eolico e nel solare. Tutti devono contribuire”.

Joe Biden ha così annunciato che il governo Usa si è impegnato a lavorare col Congresso per stanziare sino a 9 miliardi di dollari sino al 2030 per conservare e ripristinare le foreste, nell’ambito del piano contro la deforestazione annunciato alla Cop26.

Concluso il summit dei capi di stato e di governo, ora la “patata bollente” passa ai tecnici che devono arrivare al 12 novembre con risultati concreti: impegni di decarbonizzazione (Ndc) più stringenti, garantire la partenza del fondo da 100 miliardi di dollari all’anno per i paesi poveri almeno nel 2023 (doveva partire nel 2020), definire un mercato globale del carbonio (come l’Ets europeo), scrivere il Paris Rulebook (l’insieme di norme per applicare l’Accordo di Parigi).

E Greta Thunberg? L’attivista ha annunciato uno sciopero del clima e una marcia, sempre a Glascow, da tenersi sabato.