Forum Ocse. Superare la pandemia e costruire un nuovo mercato del lavoro

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L’OCSE ospiterà, dal 13 al 14 dicembre prossimi, un forum politico virtuale ad alto livello per discutere di come superare la crisi dovuta alla pandemia da Covid19 e delineare le azioni da mettere in campo per ricostruire un mercato del lavoro inclusivo.

I mutamenti nel mondo del lavoro, le opportunità e le sfide poste dal necessario adattamento a un’economia a basse emissioni di carbonio, i progressi nel campo dell’intelligenza artificiale e alla sua interazione con il mercato del lavoro, sono alcuni dei temi al centro del dibattito che avverrà attraverso formati di discussione interattivi e innovativi. Le discussioni del Forum informeranno la discussione ministeriale successiva, così come i dibattiti pubblici nazionali, per poi confluire nel programma di lavoro pluriennale dell’OCSE.

“La riunione ministeriale sull’occupazione del 2021 e il forum politico ad alto livello offriranno ai ministri l’opportunità di trarre insegnamenti dalla crisi della Covid-19 – ha sottolineato il Segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann – e di discutere su come consolidare la ripresa del mercato del lavoro alla luce dei cambiamenti in corso nel mondo del lavoro. Durante la riunione, i ministri definiranno anche le priorità per il futuro lavoro dell’OCSE che sostiene i paesi nel migliorare il funzionamento dei loro mercati del lavoro.”

La riunione ministeriale 

La pandemia di COVID-19 ha scatenato una delle più forti contrazioni dell’attività economica a memoria d’uomo. Con l’accelerazione delle campagne di vaccinazione in molti paesi, il futuro appare più luminoso anche se non per tutti i paesi OCSE. Infatti, La crisi economica e dell’occupazione derivate della pandemia non si sono ancora concluse. Per trarre insegnamenti da questa crisi e individuare percorsi per ricostruire mercati del lavoro migliori, i ministri di oltre 40 paesi si riuniranno per la riunione ministeriale dell’OCSE sull’occupazione e il lavoro il prossimo 15 dicembre a Parigi.

I ministri discuteranno questioni che sono in cima all’agenda politica di tutti i paesi che aderiscono all’OCSE, nell’ambito più generale del tema “Andare oltre la crisi COVID-19 verso un mercato del lavoro migliore che funzioni per tutti”. La riunione ministeriale offrirà l’opportunità di riflettere per consolidare la ripresa economica e del mercato del lavoro alla luce dei cambiamenti in corso nel mondo del lavorp e per discutere su come i governi possono cogliere l’opportunità della “ricostruzione” post-pandemia per creare un mercato del lavoro inclusivo, con prosperità e benessere per tutti. L’incontro servirà anche a identificare i temi prioritari per il futuro lavoro dell’OCSE nel settore delle politiche dell’occupazione e del mercato del lavoro.

Da dove partirà la discussione ministeriale?

Sedici mesi dopo lo scoppio di una crisi sanitaria globale che ha causato un enorme shock alle economie e alle società, il futuro dei mercati del lavoro rimane incerto. Molti paesi stanno accelerando le campagne di vaccinazione, ma permangono significativi rischi al ribasso, tra cui la diffusione di nuove varianti del virus COVID-19. Molti paesi dell’OCSE non riacquisteranno il loro livello di PIL pre-COVID prima del 2022 e per i paesi emergenti e in via di sviluppo questo obiettivo è spostato ancor più in avanti. Dai dati OCSE emerge che, a luglio 2021, lo shock del mercato del lavoro non è ancora stato riassorbito; infatti, nonostante la graduale ripresa, nei paesi OCSE ci sono ancora oltre 8 milioni di disoccupati in più rispetto al pre-crisi e 14 milioni in più di inattivi. Secondo le proiezioni attuali, l’area OCSE non sarà in grado di recuperare i livelli di occupazione pre-pandemia entro la fine del 2022. 

La crisi della COVID-19 ha ulteriormente approfondito le divisioni socioeconomiche nei mercati del lavoro e nelle società. Alcuni settori – tra cui l’ospitalità, i servizi di ristorazione, le arti – hanno subito più di altri le misure di confinamento. nei lavori a bassa retribuzione è andato perduto un posto di lavoro ogni dieci per via della crisi, mentre nelle occupazioni ad alta retribuzione lo shock è stato in gran parte assorbito attraverso riduzioni dell’orario di lavoro, sostenute da generosi programmi di sostegno al mantenimento sul posto di lavoro o attraverso il telelavoro (smart-working). Al culmine della crisi, la metà dei lavoratori nella fascia di reddito più alta era in grado di lavorare da casa, rispetto al 29% dei lavoratori a bassa retribuzione. I lavoratori con contratti non standard e i giovani sono stati duramente colpiti dalla perdita di posti di lavoro e di guadagno e, spesso, non hanno goduto dei benefici di sostituzione dei guadagni e sostegno al mantenimento del lavoro di cui sopra. 

Invertire le crescenti disuguaglianze sarà una sfida per i governi

Nella crisi la trasformazione digitale dei mercati del lavoro ha subito un’accelerazione. Già prima della crisi la trasformazione digitale aveva determinato uno sbilanciatamento verso coloro che avevano competenze più elevate e occupazioni legate alle TIC. Le assunzioni nei lavori che richiedevano abilità fisiche e routinarie, che già avevano perso terreno prima della crisi, sono “crollate”. Al contrario, le occupazioni che coinvolgono competenze cognitive e digitali, per le quali era prevista una espansione, hanno resistito meglio alla flessione generalizzata delle assunzioni nel periodo della pandemia. Altro tema pregnante, è quello dell’invecchiamento progressivo della popolazione attiva che può ostacolare la velocità della riallocazione del lavoro verso settori e imprese in crescita, poiché tale ricollocazione richiede spesso la disponibilità a una mobilità sia occupazionale che geografica, nonché l’acquisizione di nuove competenze. In breve, la crisi COVID-19 rischia di amplificare ulteriormente la tendenza in atto verso l’aumento delle disuguaglianze economiche in molti paesi dell’OCSE. Non riuscire ad affrontare la disuguaglianza e l’esclusione determinate dalla trasformazione digitale e dall’invecchiamento della popolazione attiva, potrebbe portare a divisioni sociali più profonde e avere ricadute negative sulla produttività e la ripresa stessa. 

Raccogliere la sfida: politiche di lavoro coraggiose necessarie per evitare di bloccare la disuguaglianza e l’esclusione

I governi di quasi tutti i paesi aderenti all’OCSE, e non solo quelli, hanno annunciato piani senza precedenti per la ripresa dalla crisi. Ciò offrirà un’opportunità unica per affrontare le sfide strutturali pre-esistenti che sono state esacerbate dalla crisi e per preparare i mercati del lavoro a resistere ad altri shock futuri, comprese le pandemie, ma anche gli shock legati ai cambiamenti climatici. Nelle precedenti crisi e programmi per la ripresa, la maggior parte dei paesi aveva agito rapidamente riducendo la quota di investimenti pubblici; questa volta, invece, una quantità senza precedenti di risorse sarà resa disponibile in un periodo relativamente breve (prossimi 5-10 anni). E’ questo il momento, secondo l’OCSE, di pensare in grande e cogliere l’opportunità per costruire mercati del lavoro più inclusivi e resilienti. 

Prospettive dell’OCSE per l’occupazione (oecd.org)