Investimenti e autonomia per costruire l’Unione della salute

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Nella giornata di studio e approfondimento “How Can We Govern Europe”, organizzata da Eunews al Parlamento europeo, si è parlato soprattutto di una “nuova” Unione europea e di salute. Un’Unione europea che sempre più “si deve interrogare su quale forma avrà nei prossimi decenni, quale sarà la sua fisionomia disegnata dalle transizioni ecologica e digitale, quanto sarà in grado di compattarsi nei vari ambiti e quanto saprà rispondere, preventivamente e a livello organizzativo, a nuove pandemie”.

Interrogativi e analisi che i relatori, che si sono susseguiti durante l’intera giornata, hanno affrontato provando anche a delineare risposte e progetti.

Come quello della costruzione, appunto, di un’ Unione della salute che deve poter usufruire da una parte di investimenti ad hoc e dall’altra di quella autonomia che deve portare all’abbattimento di “dipendenze strategiche”.

Sul fronte investimenti, la Commissaria alla salute Stella Kyriakides ha annunciato che “Il programma per la Salute investirà 5,3 miliardi nei prossimi anni, a dimostrazione del fatto che per noi la salute è una priorità. Siamo al lavoro per proteggere la salute dei cittadini, la nostra attenzione per l’immediato è la preparazione a situazioni di crisi“.

“In tal senso – ha detto la Commissaria Ue – la missione chiave di HERA (l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie) è di rafforzare la preparazione e il coordinamento dell’UE di fronte a crisi sanitarie. HERA dovrà valutare le contromisure. Ci sono 6 miliardi di euro solo per HERA dal bilancio comune. Quindi si interverrà sulle imprese del settore, perché per la strategia farmaceutica vogliamo sostenere l’innovazione. La ricerca e il lavoro con le imprese diventa quindi centrale”.

L’autonomia per la Commissaria è una “priorità politica. Miriamo a migliorare la capacità di resistenza dell’UE riducendo le nostre dipendenze strategiche, in particolare diversificando le catene di approvvigionamento”.

“La Strategia farmaceutica per l’Europa – ha spiegato – vuole sostenere l’innovazione nei bisogni medici non soddisfatti e garantire una fornitura di farmaci a prezzi accessibili, di alta qualità, sicuri e più ecologici per tutti i pazienti nell’UE”.

Ma la parola d’ordine resta “coordinamento”. Di fronte alle crisi sanitarie “condividiamo tutti  lo stesso obiettivo di contrastare le crisi sanitarie trans-frontaliere”. Ecco perché la Commissione europea propone revisioni “regolari e quotidiane” delle restrizioni di viaggio essenziali nell’UE, al fine di mantenere “basso” il livello di diffusione delle infezioni da variante Omicron.

“Questa pandemia ci ha riconsegnato un’Europa diversa, il tema della salute è diventato davvero prioritario per l’agenda politica dell’UE – ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – L’Unione europea ha svolto un ruolo fondamentale per questa pandemia e l’Italia ha portato, sta portando e continuerà a portare il suo contributo per un sistema sanitario migliore, a livello nazionale ma ancor più comune”.

“Oggi la politica ha la consapevolezza che dedicare risorse alla salute non è più una spesa ma un investimento. Siamo di fronte ad una grande occasione, e mi pare ci sia una grande condivisione della politica su questo”.

“C’è bisogno di rafforzare i programmi sanitari come nell’oncologia – ha spiegato Cristian-Silviu Busoi (PPE), presidente della commissione Industria dell’Eurocamera – Per fare questo occorre completare e rilanciare l’Unione della salute. Non lo chiede l’Europa, lo chiedono gli europei all’Europa, che è diverso”.

“Oltre il 70 per cento dei cittadini dell’UE – ha detto Busoi – vorrebbe che si facesse di più sulla sanità, qualcosa che non può essere ignorato. L’Unione europea non può decidere per tutti ma la pandemia ci ha dimostrato che bisogno di maggiore coordinamento”.

“Come Parlamento intendiamo lavorare per un aumento delle prerogative delle agenzie nazionali ed europee che sono state coinvolti”, come il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), e le varie AIFA”.

“L’integrazione europea della Salute è fondamentale, e l’industria sarà un partner importante – ha detto  Robb Butler, direttore esecutivo dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).  – Negli ultimi due anni è diventato evidente che il modo per rispondere alla pandemia è rispondere insieme, e nel mondo ridisegnato dalla pandemia il concetto di un’Unione europea della salute sta diventando centrale nella politica, non solo europea”. Per questo un passo avanti nella salute e nella sanità aiuterebbe l’UE ad accrescere il suo ruolo a livello globale. Il motivo è anche economico e, di conseguenza, geopolitico.

Senza salute – ha concluso Butler – non c’è benessere, senza salute non c’è crescita. Senza crescita, non c’è il peso economico che servo sullo scacchiere internazionale”.