Equità di genere. Lo studio Di Bankitalia e Valore D

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Sempre più aziende, investitori e istituzioni si scoprono “sensibili” verso temi ambientali, sociali e di governance ossia gli ESG e tra questi sta prendendo piede la diversità di genere considerata ormai “una componente importante della strategia di sostenibilità delle imprese”.

Su questo tema si concentra lo studio “La diversità di genere nelle dichiarazioni non finanziarie delle banche italiane”, curato da ricercatrici di Banca d’Italia Emanuela Atripaldi e Alessia Musco e di Valore D Ulrike Sauerwald e Nicole Gila, sulle informazioni contenute nelle dichiarazioni non finanziarie di 36 banche italiane soggette agli obblighi di pubblicazione.

“Il profondo cambiamento in atto- si legge nell’abstract dello studio –  richiede alle imprese una riflessione sulle strategie ESG e sulla relativa disclosure al mercato per fronteggiare le sfide del nuovo contesto normativo, a prescindere dalle dimensioni dell’impresa stessa; inoltre offre anche un’opportunità derivante da una crescente attenzione verso queste politiche.

Ed ancora. “È interessante indagare come e con quale analiticità le banche comunicano al mercato gli aspetti legati alla parità di genere in quanto ricoprono un ruolo di primo piano nella mobilitazione degli investimenti sostenibili. Questo tema è una parte importante della strategia di sostenibilità delle imprese: il modo e il livello di dettaglio con cui è trattato nelle DNF possono fornire indicazioni sulla rilevanza attribuita dalle imprese, sull’impegno e soprattutto sulla volontà di monitorarne il progresso. L’adozione di un approccio strutturato e integrato nelle strategie aziendali e la corretta illustrazione al mercato della propria posizione su questi aspetti valorizza gli sforzi compiuti dalle società”.

Cosa evidenzia lo studio

I risultati mostrano che per la maggior parte delle banche italiane la D&I (Diversità e Inclusione) è un tema rilevante, anche se emergono differenze nella profondità e nella modalità di illustrazione.

L’analisi riguarda tre specifiche aree dei documenti delle Dichiarazioni Non Finanziarie:

  • il processo di analisi di materialità,
  • la modalità di gestione della diversità e inclusione (D&I)
  • la disponibilità di informazioni quantitative.

Per queste tre aree il lavoro identifica gli elementi che le banche potrebbero utilizzare per valorizzare le attività svolte nel campo dell’equità di genere, fornendo un quadro molto dettagliato e utile anche a valutare nel tempo le politiche di diversità e inclusione e misurarne l’efficacia, diventando uno strumento di supporto alle imprese nel monitoraggio delle proprie strategie per il raggiungimento della parità di genere. La misurazione dei risultati rappresenta pertanto uno strumento ulteriore attraverso cui le imprese sono in grado di dimostrare a tutti gli stakeholder il proprio impegno sui temi della sostenibilità.

Le Dichiarazioni Non Finanziarie come punto di partenza per la certificazione della parità di genere

Le comunicazioni societarie sugli aspetti legati alla sostenibilità (Environment, Social and Governance, ESG) permettono agli investitori e agli stakeholder di valutare la creazione di valore delle imprese nel lungo periodo e la loro esposizione ai rischi connessi a questo tema. Il D. Lgs. 254/2016 – recepito dall’emanazione della Direttiva 2014/95/UE – ha introdotto per gli Enti di Interesse Pubblico rispondenti a specifici parametri dimensionali, l’obbligo di redigere annualmente la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), un documento che valorizzi e rendiconti l’impegno, in termini di responsabilità sociale e ambientale, nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 (i Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite e gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. Relativamente ai profili di tipo sociale, sono richieste informazioni anche sulle azioni poste in essere per garantire la parità di genere.

L’importanza della misurazione dei risultati diventa ancora più evidente in vista della certificazione di genere, un progetto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU. L’obiettivo è quello di accompagnare e incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il gap di genere in tutte le aree maggiormente “critiche”: opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità.