Forum Enpaia. Dalla crisi alle opportunità con uno sguardo agli investimenti SGR

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“E evidente come il settore agricolo contribuisca allo sviluppo economico del nostro Paese. L’Italia con 36,4 miliardi di euro generati è il secondo Stato Ue per valore aggiunto del settore agricolo. La Fondazione Enpaia e in generale gli investitori istituzionali possono avere un ruolo fondamentale in una fase molto critica, caratterizzata dalla carenza di materie prime e da un aumento dei costi energetici, sostenendo il Made in Italy attraverso investimenti nell’economia reale e nelle infrastrutture” così Roberto Diacetti, Direttore Generale della Fondazione Enpaia, al Forum organizzato dall’Ente che ha visto la partecipazione di tutti gli attori, del settore e della Politica, affrontare i temi legati all’agricoltura, alla crisi che ha toccato l’intero comparto e alle sfide future.

“Secondo i nostri studi – ha fatto eco Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti -abbiamo circa 70mila aziende agricole in piena crisi, una azienda su dieci sta chiudendo. Inoltre, a contribuire alla crisi energetica anche la siccità che è costata 9 miliardi di euro alle famiglie, aumentando il divario economico. Una delle minacce più grandi per il sistema agricolo in questo momento è data dai cibi sintetici, si tratta di carne, formaggi, uova sintetiche. Il rischio è quello di entrare in una spirale folle con possibili ricadute anche sui coltivatori”.

Per Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura il comparto sta scontando problemi che vanno oltre il sistema e che interessano il mondo intero. “In un contesto già profondamente provato dalla pandemia – ha detto – si sono innestati un conflitto bellico alle porte d’Europa e uno stravolgimento climatico senza precedenti legato, anzitutto, alla siccità. Tali eventi hanno rivelato i punti di forza e di debolezza del sistema agricolo che, nonostante tutto, a livello sia europeo sia italiano si è dimostrato vitale e resiliente, pronto a intercettare i fattori di ripresa e farli propri. Ciononostante, la nuova Politica Agricola Comune non si adatta all’attuale contesto, rischiando di compromettere il potenziale produttivo delle aziende agricole. Queste sfide necessitano di un ripensamento strategico frutto di una visione sostenibile e competitiva che, grazie all’innovazione tecnologica e digitale, favorisca lo sviluppo dell’intero comparto, con l’obiettivo di produrre in maniera più efficiente preservando le risorse naturali, l’ambiente e i posti di lavoro”.

“Il sistema alimentare mondiale è dato dall’interconnessione di molte attività, dalla produzione fino al consumo di prodotti alimentari – ha sottolineato Maurizio Martina, Vice Direttore Generale FAO – Queste attività dipendono da altri mercati collaterali, come ad esempio il mercato dell’energia per la trasformazione e il trasporto e il mercato degli input agricoli, tra cui fertilizzanti e pesticidi. Negli ultimi anni l’aumento dei prezzi dell’energia e delle commodities alimentari ha avuto effetti devastanti sulla sicurezza alimentare dei Paesi più fragili, aumentando i numeri della malnutrizione e della fame. Inoltre, gli effetti della crisi climatica impattano sulle vite e sui mezzi di sussistenza di milioni di persone, soprattutto piccoli agricoltori e allevatori. Oggi circa un decimo della popolazione mondiale è sottoalimentato e circa tre miliardi di persone non hanno accesso a diete sane. Tutte le regioni del mondo stanno ripensando i propri sistemi agroalimentari e in tal senso la transizione ambientale richiede una trasformazione di carattere agricolo e alimentare, che dobbiamo attuare con una capacità di innovazione concreta, investendo sulla diversità, sulla specificità di ogni sistema agricolo e alimentare e analizzando i contesti territoriali”.

E per Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI il cammino è già delineato. “L’agricoltura vanta numeri record che ne fanno uno dei primi asset produttivi del Paese. L’agroalimentare è un driver eccezionale del ‘Made in Italy’, in grado di trainare ripresa e innovazione e dare sicurezza a cittadini e territori. Per far fronte a fenomeni come la siccità sono già in fase avanzata molti progetti esecutivi volti a invertire la tendenza negativa e a creare occupazione. Si tratta di realizzare dei bacini idrici in grado di convogliare acqua al fine di alimentare le falde e, al contempo, produrre energia. In tal senso, sono investimenti che lo Stato deve incoraggiare nell’interesse del Paese”.

“Ogni Paese è di fatto un brand – ha evidenziato  Moreno Zani, Presidente di Tendercapital – che rappresenta il modo di vivere, la storia, le radici culturali. In tale contesto, la vocazione manifatturiera e artigianale dell’Italia è talmente apprezzata nel mondo da far considerare il ‘Made in Italy’ uno dei brand più importanti e riconosciuti a livello globale. L’Italia è però penalizzata dai dati relativi all’attrattività in termini economici, alla qualità dei servizi e alla facilità di fare impresa ed è caratterizzata da un tessuto produttivo ricco di piccole aziende a conduzione famigliare. In tal senso, il private equity, inteso non solo come un mero finanziatore ma come un partner di business, riveste un ruolo di primaria importanza a supporto dell’imprenditorialità domestica e del ‘Made in Italy’”.

Ma il sistema agricolo così come industriale ha bisogno non solo di finanziamenti ma di investimenti che siano al passo con le nuove tendenze. Secondo Barbara Poggiali, Presidente Fondo Italiano di Investimento SGR, infatti. “Nel perseguire la nostra strategia miriamo a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica integrando i fattori ESG nel nostro processo d’investimento, in un’ottica di creazione di valore di lungo termine per tutti gli stakeholder. In linea con la nostra mission, nel 2022 abbiamo lanciato il Fondo Italiano Agritech & Food, interamente dedicato all’agroalimentare italiano”.

D’altronde come ha sottolineato Albiera Antinori, Amministratore Delegato Marchesi Antinori “oggi l’Italia conta 670mila ettari di vigneti con un fatturato di 13 miliardi, di questo 7 miliardi di export. Un settore importante, che oltre alla rilevanza economica porta con sé il vessillo dell’agroalimentare italiano e che sta diventando anche un caposaldo del turismo, con ricadute significative sul territorio. La sfida sarà quella di produrre sempre più vini di qualità, difendendo il valore e proteggendo l’eccellenza del ‘Made in Italy’”.