Acri. Profumo “Il valore del risparmio nell’era dell’incertezza”

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“Si tratta di un titolo che abbiamo individuato all’inizio dell’anno – ha sottolineato il presidente di Acri Francesco Profumo, nel suo intervento di apertura della 98ª edizione della Giornata Mondiale del Risparmio – quando ancora la gravità della situazione non si era palesata in tutta la sua gravità, come abbiamo, purtroppo, avuto modo di scoprire nel corso del 2022. Oggi incertezza vuol dire vivere in uno scenario in costante cambiamento. Ciò significa che è necessario imparare a vivere in una condizione di instabilità permanente. Ovvero che quello di crisi non è uno stato eccezionale, ma una nuova normalità basata su una costante ricerca di nuovi equilibri”.

Per progettare nell’era incertezza – ha detto il Presidente Profumo – è necessario tenere a mente almeno tre fattori. Il primo è la rapidità della risposta. L’abbiamo visto nei primi mesi della pandemia, la capacità di adattarsi a scenari in repentino e costante mutamento è fondamentale per fornire risposte adeguate e tempestive. Altro fattore è la necessità di sperimentare soluzioni innovative che incidano sulle cause strutturali. Le fasi di crisi sono anche l’occasione per trovare nuove strade per rispondere a problemi antichi. Non vanno sprecate, continuando a battere sentieri noti, solo per evitare per il rischio di fallire, provando a cambiare. Infine, le risposte non devono essere mai individuali, ma di rete. Nessuno si salva da solo è forse uno dei più chiari lasciti che dovremmo aver imparato da questi anni terribili. L’adozione simultanea di questi tre fattori è stata perseguita recentemente nel nostro Continente. L’Unione Europea è stata in grado di mettere in campo una risposta straordinaria, scrollandosi decenni di tentennamenti, in pochi mesi ha attivato un piano di approvvigionamento vaccinale e, contemporaneamente, ha approvato il Next
Generation Eu Plan, che ha aperto una nuova stagione, anche per il nostro Paese”.

“In molti hanno lanciato l’allarme sul fatto che la Pubblica amministrazione territoriale –

com’era prevedibile – si sia trovata in grande difficoltà nell’intercettare i bandi del PNRR per
una conclamata carenza di competenze progettuali. Sono gli stessi amministratori, soprattutto dei piccoli Comuni che, dopo anni di mancate assunzioni, assenza di aggiornamento e invecchiamento del personale, hanno chiesto aiuto, in molti casi proprio alle Fondazioni, auspicando di essere accompagnati in questa fase molto delicata e dai tempi strettissimi. Sul tema del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, se non riusciamo a intervenire in maniera organica su questo fronte, rischiamo di perdere una straordinaria occasione per produrre una reale innovazione del Paese. Quella che poteva tradursi in una fase per rinnovare processi e competenze progettuali della Pubblica amministrazione, lasciando una traccia duratura al termine della transitoria fase PNRR, rischia di trasformarsi in un’occasione mancata”.

“Il risparmio è la risposta all’incertezza strutturale dei nostri tempi. L’abbiamo visto
negli anni della pandemia – ha continuato Profumo – quando il livello di risparmio accumulato sui conti correnti di famiglie e imprese ha raggiunto livelli record. Ma le vicende degli ultimi mesi dimostrano come si tratti di un’illusione monetaria, poco lungimirante e, sul lungo periodo, fallimentare. Almeno per due motivi: l’inflazione e il suo rimanere liquido. Il primo aspetto si sta palesando in questi mesi: la perdurante crescita dell’inflazione tende a far evaporare il risparmio, privandolo di gran parte del suo valore. L’inflazione galoppante è, inoltre, una “patrimoniale iniqua” – come l’ha definita la CGIA di Mestre -, perché introduce un terribile differenziale di classe. Come noto, la spesa per l’energia e gli alimentari pesa maggiormente sulle famiglie con i redditi più bassi; mentre le famiglie con redditi più alti spendono la quota maggiore del loro reddito in servizi. Questo fa sì che l’aumento medio dell’inflazione – e le stime preliminari su ottobre appena diffuse dall’Istat disegnano uno scenario ancora peggiore -, che si attesta ormai sull’8,9%, risulta composto da un aumento del 7,6% per i redditi più alti e dell’11,6% per i redditi più bassi. Ancora una volta a soffrire maggiormente delle crisi sono coloro già vivono in condizioni difficoltà. Analizzando il comportamento dei pochi che decidono di investire, emerge un altro dato che fa riflettere: in Italia, appena il 5% del risparmio delle famiglie viene investito nel nostro Paese; contro il 14% in Germania e il 34% in Francia. In questo contesto l’industria bancaria italiana – nella sua varietà – continua a svolgere in maniera meritoria il ruolo di intermediario, per accompagnare la trasformazione del risparmio in investimento, con tutte le difficoltà e i rischi che una simile operazione comporta”.

“Nell’era dell’incertezza – ha concluso il numero uno dell’Acri –  il risparmio continua ad avere il suo inestimabile valore riconosciuto dai Costituenti quasi settantacinque anni fa: un valore che la Repubblica è chiamata a incoraggiare e a tutelare. Se saremo in grado di accompagnare gli italiani in una transizione consapevole, verso un sapiente mix di liquidità per gli imprevisti e investimento per gli anni a venire, ancora una volta il risparmio potrà rivelarsi uno strumento imprescindibile per attraversare indenni la tempesta e immaginare – e iniziare finalmente a costruire – un futuro migliore per tutti”.