Welfare. Il Rapporto Luiss/Mefop 2022

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“Piuttosto che riproporre un’analisi tradizionale sull’evoluzione delle diverse voci della spesa sociale (sanità, pensioni, long-term care, ecc.), sull’efficienza della spesa e dei suoi effetti distributivi, il Rapporto esplora, mediante un dataset originale, come le scelte di risparmio e di welfare della popolazione italiana si relazionano con fenomeni relativamente poco indagati, come i legami familiari (family ties), il trust e il capitale sociale” così si legge nell’executive summery del Rapporto sul welfare 2022, presentato nei giorni scorsi presso la sede LUISS Busines School di Villa Blanc, realizzato dall’Osservatorio sul Welfare Luiss/Mefop.

“L’Osservatorio – ha spiegato il direttore Mauro Marè – nasce dall’esigenza della Luiss Business School di studiare molto da vicino e in modo non tradizionale le politiche di Welfare. Infatti, il primo rapporto che presentiamo oggi non studia la distribuzione della spesa sanitaria, della spesa pensionistica e gli effetti dell’efficienza, ma studia una tematica molto nuova: il ruolo dei legami familiari sul Welfare. Quindi il ruolo degli uomini, delle donne e dei genitori per far vedere che il Welfare italiano ha una specialità importante nella famiglia e nelle politiche pubbliche”.

“Per capire la particolarità del welfare italiano – si legge nell’abstract – un unicum rispetto agli altri modelli europei, siamo convinti che sia necessario adottare un approccio innovativo da affiancare a quelli più convenzionali. Cercando di colmare un gap di analisi nel nostro paese, in questo rapporto si `e tentato perciò di indagare i comportamenti individuali in materia di welfare e le opinioni sulle politiche sociali per il tramite delle variabili sopra menzionate.

Le dimensioni delle analisi seguite nel Rapporto sono quattro: la propensione all’adesione alla previdenza complementare, il giudizio sui sistemi pensionistici, l’educazione finanziaria e, da ultimo, il favore per l’introduzione di una pensione minima universale.

“Queste dimensioni sono state analizzate, oltre che rispetto a variabili indipendenti tradizionali, come l’età, il sesso, il titolo di studio, il reddito individuale, la dimensione territoriale, soprattutto rispetto a variabili innovative caratterizzate da una forte dimensione politica e valoriale: il capitale sociale, il grado di trust degli individui — sia nei confronti degli altri (famiglia, amici e non conoscenti), sia verso le principali istituzioni politiche e amministrative del paese – il senso civico e morale, i legami familiari, la dimensione religiosa, le opinioni politiche”.

“Un’altra novità importante di questo rapporto – spiegano i realizzatori dello studio – è la dimensione del campione utilizzato (oltre 6.000 individui). La dimensione elevata del campione ha due pregi rilevanti: non solo accresce la significatività delle stime empiriche effettuate, ma rende possibile un’analisi robusta del capitale sociale, dei legami familiari e del welfare sul piano regionale in Italia”.

In allegato l’abstract e le slide di presentazione